Dylan Dog Color Fest #32 - Altre (splendide) visioni
AlterDylan
Dietro la splendida cover underground di Gloria Pizzilli, con il trentaduesimo Color Fest di Dylan Dog prosegue la consolidata alternanza tra un numero con un'unica storia lunga autoconclusiva e il successivo con episodi brevi da 32 pagine ciascuno. Nell'albo, dal titolo Altre visioni, troviamo tre storie che, ognuna per un motivo diverso che andremo ad analizzare, scardinano le consuetudini bonelliane in vari modi e propongono pagine di qualità elevata.
Si parte dall'attesa (e incredibile artisticamente) Dì ciao, interamente realizzata da Piero Dall'Agnol, per proseguire con Welcome to the Jungle, con testi di Isaak Friedl e Marco Nucci e disegni e colori di Yi Yang, e chiudere in bellezza con Il palazzo dei sogni infranti, realizzata da Alessandro Baggi come autore completo.
Sin da quando abbiamo potuto dare un primo sguardo alle anticipazioni dell'episodio interamente realizzato da Piero Dall'Agnol, è risultato evidente che questo Color Fest avrebbe attirato l'attenzione di chiunque fosse in cerca di qualcosa di nuovo e di diverso nel fumetto seriale da edicola. Come non essere attratti da tavole nelle quali si intravedono inediti percorsi artistici ed evoluzioni stilistiche acrobatiche del disegnatore di - giusto per fare un nome estremamente noto - Caccia alle streghe?
Già ne Il cuore degli uomini, una delle sue ultime prove prima di diversi albi realizzati in collaborazione con altri inchiostratori o disegnatori (che ne hanno spesso "ammorbidito" il tratto) Dall'Agnol aveva diviso il pubblico tra chi apprezzava la sua ricercatezza e il suo minimalismo e chi trovava quasi fastidioso il senso di incompiuto delle sue tavole (a scanso di equivoci, noi eravamo nella prima categoria, come avevamo espresso qui).
In questo caso l'artista gioca con due elementi in più: la completa libertà nel lavorare su una trama da lui stesso ideata e il colore.
In qualità di autore completo, Dall'Agnol realizza una storia che fa quasi del tutto a meno delle parole, interamente basata su sguardi, movimenti, ritmo dinamico, suggestioni visive e impressioni cromatiche, con un'atmosfera onirica, quasi da sogno nel sogno, che permea la storia con un manto di impalpabilità.
In molte vignette la mancanza del ripasso dei contorni dei volti evoca esattamente questo senso di indefinito, una realtà fluida difficile da racchiudere negli stretti recinti di matite e chine "classiche".
Le pagine di Dell'Agnol si mostrano perciò decisamente poco "canoniche", impressionistiche, con un utilizzo del colore, del tratto e delle forme visive che permette all'autore di estremizzare ulteriormente il suo percorso artistico, a testimonianza di una ricerca stilistica mai paga.
La storia a seguire è forse persino più sperimentale nei testi, visto che lo spunto di base del plot consiste nell'esplorazione delle conseguenze della diffusione di un virus che causa la trasformazione degli esseri umani in animali.
Marco Nucci, Isaac Friedl e Yi Yang (autori finora, tra le altre cose, di varie graphic novel) realizzano un episodio interamente interpretato da animali: lasceremo lo scaltro lettore casuale ad arrovellarsi su quale mai potrà essere nel regno animale l'interprete migliore per un personaggio che di cognome fa "Dog".
Battute a parte, è un episodio un po' folle (nel senso migliore del termine), quasi completamente muto: la narrazione è affidata alle tavole di Yi Yang, con uno stile che sembra richiamare quello dei libri di favole. Un gustoso divertissement che si rivela interessante anche per la bella riuscita della caratterizzazione caratteriale congruente della versione "zoofila" del nostro Old boy.
In chiusura dell'albo troviamo l'episodio realizzato da Alessandro Baggi in qualità di autore unico (come già avvenuto nella splendida Di mostri, incubi e ragazze nel Dyd Color Fest #24), che richiama nel titolo una nota canzone dei Grateful Dead.
Il talento pittorico di Baggi si esprime mediante citazioni che spaziano da Giorgio De Chirico a Gustav Klimt passando per Salvador Dalì, a dar vita a una raffinata rappresentazione visiva metafisica e surreale in chiave postmoderna. Le atmosfere della storia, gli sfondi pittorici e gli inserti onirici contribuiscono a ricreare una riproduzione della realtà perennemente in bilico con il mondo del sogno. Tramite splash page, tavole con vignette piccole e sfondi che si intrecciano e oltrepassano lo spazio bianco tra le vignette, Baggi riesce a conferire un ritmo e una regia del tutto peculiare all'episodio, realizzando tavole dalla notevole personalità.
In questa storia Baggi porta avanti la sua visione del personaggio e delle tematiche che da sempre caratterizzano le avventure dell'Indagatore dell'incubo: il rapporto con le donne e con l'amore, i mostri che si annidano nell'animo umano, gli incubi paranormali che sono difficili da scindere da quelli esistenziali ed estremamente personali.
Certamente una delle storie più belle mai pubblicate sulla collana, impreziosita da alcune splash page che sarebbero davvero da incorniciare.
Il numero di febbraio del trimestrale dimostra dunque una natura sperimentale che interpreta al meglio il senso profondo della collana: la libertà lasciata agli autori sembra notevole, così come il coraggio nel concepire un intero albo di questo tenore, nel puntare su un'illustratrice di talento come Gloria Pizzilli per la cover e infine nel proporre un albo di questo tipo nel mercato odierno delle edicole.
Aggiungiamo inoltre che questa sperimentazione permette alla collana di continuare a stupire, a percorrere rotte inedite (come già accaduto in passato, per fare un esempio, nel memorabile Color Fest realizzato da Ausonia, Marco Galli e Aka B). In fondo, è ciò che cerchiamo da una serie così.
Ci auguriamo che quest'albo possa essere accolto positivamente, come merita, magari da qualcuno che un giorno dirà che "erano meglio i primi 100 Color Fest".
"Altre visioni"
Serie: Dylan Dog Color Fest
Numero: 32
Data: febbraio 2020
Sergio Bonelli Editore
Copertina: Gloria Pizzilli
"Dì ciao"
Testi, disegni e colori: Piero Dall'Agnol
"Welcome to the Jungle"
Soggetto e sceneggiatura: Isaak Friedl, Marco Nucci
Disegni e colori: Yang Yi
"Il palazzo dei sogni infranti"
Testi, disegni e colori: Alessandro Baggi
Tutte le immagini © 2020 Sergio Bonelli Editore.
Dietro la splendida cover underground di Gloria Pizzilli, con il trentaduesimo Color Fest di Dylan Dog prosegue la consolidata alternanza tra un numero con un'unica storia lunga autoconclusiva e il successivo con episodi brevi da 32 pagine ciascuno. Nell'albo, dal titolo Altre visioni, troviamo tre storie che, ognuna per un motivo diverso che andremo ad analizzare, scardinano le consuetudini bonelliane in vari modi e propongono pagine di qualità elevata.
Si parte dall'attesa (e incredibile artisticamente) Dì ciao, interamente realizzata da Piero Dall'Agnol, per proseguire con Welcome to the Jungle, con testi di Isaak Friedl e Marco Nucci e disegni e colori di Yi Yang, e chiudere in bellezza con Il palazzo dei sogni infranti, realizzata da Alessandro Baggi come autore completo.
Sin da quando abbiamo potuto dare un primo sguardo alle anticipazioni dell'episodio interamente realizzato da Piero Dall'Agnol, è risultato evidente che questo Color Fest avrebbe attirato l'attenzione di chiunque fosse in cerca di qualcosa di nuovo e di diverso nel fumetto seriale da edicola. Come non essere attratti da tavole nelle quali si intravedono inediti percorsi artistici ed evoluzioni stilistiche acrobatiche del disegnatore di - giusto per fare un nome estremamente noto - Caccia alle streghe?
Già ne Il cuore degli uomini, una delle sue ultime prove prima di diversi albi realizzati in collaborazione con altri inchiostratori o disegnatori (che ne hanno spesso "ammorbidito" il tratto) Dall'Agnol aveva diviso il pubblico tra chi apprezzava la sua ricercatezza e il suo minimalismo e chi trovava quasi fastidioso il senso di incompiuto delle sue tavole (a scanso di equivoci, noi eravamo nella prima categoria, come avevamo espresso qui).
In questo caso l'artista gioca con due elementi in più: la completa libertà nel lavorare su una trama da lui stesso ideata e il colore.
In qualità di autore completo, Dall'Agnol realizza una storia che fa quasi del tutto a meno delle parole, interamente basata su sguardi, movimenti, ritmo dinamico, suggestioni visive e impressioni cromatiche, con un'atmosfera onirica, quasi da sogno nel sogno, che permea la storia con un manto di impalpabilità.
In molte vignette la mancanza del ripasso dei contorni dei volti evoca esattamente questo senso di indefinito, una realtà fluida difficile da racchiudere negli stretti recinti di matite e chine "classiche".
Le pagine di Dell'Agnol si mostrano perciò decisamente poco "canoniche", impressionistiche, con un utilizzo del colore, del tratto e delle forme visive che permette all'autore di estremizzare ulteriormente il suo percorso artistico, a testimonianza di una ricerca stilistica mai paga.
Marco Nucci, Isaac Friedl e Yi Yang (autori finora, tra le altre cose, di varie graphic novel) realizzano un episodio interamente interpretato da animali: lasceremo lo scaltro lettore casuale ad arrovellarsi su quale mai potrà essere nel regno animale l'interprete migliore per un personaggio che di cognome fa "Dog".
Battute a parte, è un episodio un po' folle (nel senso migliore del termine), quasi completamente muto: la narrazione è affidata alle tavole di Yi Yang, con uno stile che sembra richiamare quello dei libri di favole. Un gustoso divertissement che si rivela interessante anche per la bella riuscita della caratterizzazione caratteriale congruente della versione "zoofila" del nostro Old boy.
In chiusura dell'albo troviamo l'episodio realizzato da Alessandro Baggi in qualità di autore unico (come già avvenuto nella splendida Di mostri, incubi e ragazze nel Dyd Color Fest #24), che richiama nel titolo una nota canzone dei Grateful Dead.
Il talento pittorico di Baggi si esprime mediante citazioni che spaziano da Giorgio De Chirico a Gustav Klimt passando per Salvador Dalì, a dar vita a una raffinata rappresentazione visiva metafisica e surreale in chiave postmoderna. Le atmosfere della storia, gli sfondi pittorici e gli inserti onirici contribuiscono a ricreare una riproduzione della realtà perennemente in bilico con il mondo del sogno. Tramite splash page, tavole con vignette piccole e sfondi che si intrecciano e oltrepassano lo spazio bianco tra le vignette, Baggi riesce a conferire un ritmo e una regia del tutto peculiare all'episodio, realizzando tavole dalla notevole personalità.
In questa storia Baggi porta avanti la sua visione del personaggio e delle tematiche che da sempre caratterizzano le avventure dell'Indagatore dell'incubo: il rapporto con le donne e con l'amore, i mostri che si annidano nell'animo umano, gli incubi paranormali che sono difficili da scindere da quelli esistenziali ed estremamente personali.
Certamente una delle storie più belle mai pubblicate sulla collana, impreziosita da alcune splash page che sarebbero davvero da incorniciare.
Il numero di febbraio del trimestrale dimostra dunque una natura sperimentale che interpreta al meglio il senso profondo della collana: la libertà lasciata agli autori sembra notevole, così come il coraggio nel concepire un intero albo di questo tenore, nel puntare su un'illustratrice di talento come Gloria Pizzilli per la cover e infine nel proporre un albo di questo tipo nel mercato odierno delle edicole.
Aggiungiamo inoltre che questa sperimentazione permette alla collana di continuare a stupire, a percorrere rotte inedite (come già accaduto in passato, per fare un esempio, nel memorabile Color Fest realizzato da Ausonia, Marco Galli e Aka B). In fondo, è ciò che cerchiamo da una serie così.
Ci auguriamo che quest'albo possa essere accolto positivamente, come merita, magari da qualcuno che un giorno dirà che "erano meglio i primi 100 Color Fest".
Il Sommo Audace
"Altre visioni"
Serie: Dylan Dog Color Fest
Numero: 32
Data: febbraio 2020
Sergio Bonelli Editore
Copertina: Gloria Pizzilli
"Dì ciao"
Testi, disegni e colori: Piero Dall'Agnol
"Welcome to the Jungle"
Soggetto e sceneggiatura: Isaak Friedl, Marco Nucci
Disegni e colori: Yang Yi
"Il palazzo dei sogni infranti"
Testi, disegni e colori: Alessandro Baggi
Tutte le immagini © 2020 Sergio Bonelli Editore.