Samuel Stern: intervista agli ideatori del nuovo fumetto horror
Dietro le quinte della serie inedita mensile Bugs Comics
Torniamo a parlare di Samuel Stern, mensile horror inedito pubblicato da Bugs Comics che ha esordito a fine novembre (abbiamo recensito il primo numero qui).
Sul web se n'è parlato molto nelle scorse settimane, ma noi abbiamo scelto di realizzare un'intervista "for dummies", adatta anche a chi della serie ha solo vaghe nozioni, nell'intento di cercare delucidazioni sulla nascita e la lavorazione di questa nuova serie mensile da edicola, analizzare aspetti che riteniamo interessanti e provare a fugare alcuni dubbi.
Gianmarco e Massimiliano, benvenuti sulle pagine virtuali del nostro blog.
Partiamo dal principio: come nasce l'idea di Samuel Stern?
Buongiorno a tutti e grazie per lo spazio che ci avete concesso per parlare del nostro libraio di Edimburgo. L'idea di Samuel nasce dal volerci staccare da quelle che sono le paure degli anni '80 e '90. Per spiegarci meglio: chiunque oggi ha le nozioni necessarie per colpire in testa un morto vivente, sparare una pallottola d'argento a un lupo mannaro o "illuminare" un vampiro. Secondo noi il vero orrore nasce da dentro. L'essere umano, oggi, si trova contemporaneamente a essere se stesso e qualcun altro. Dubbi, incertezze, depersonalizzazioni. Sono queste le angosce che ci attanagliano: la vera paura è scoprire che siamo stranieri a noi stessi. Che cosa è, dunque, il “nuovo incubo”? E’ un concentrato delle nuove paure, che richiedono un nuovo avversario, un eroe moderno. Angosciato? Forse. Sicuro di se stesso? No, ma comunque in grado di aiutarci a combattere l'”ombra” che si nasconde dentro di noi.
La scelta dell'ambientazione: perché Edimburgo? Volevamo una città che potesse essere scoperta assieme al nostro personaggio. Non una Parigi o una Londra, quindi, ma un luogo che potesse dare modo a Samuel di esplorare, un pezzo per volta, angoli oscuri. La scelta di Edimburgo è venuta quasi naturale dopo una serie di ricerche molto lunghe e si è rivelata, da subito, perfetta. La capitale della Scozia, infatti, in perfetto equilibrio tra un passato misterioso tutto da scoprire, macchiato spesso di sangue e una modernità che avanza, è diventata subito il teatro naturale per far vivere Samuel e le sue storie. Già dal numero due, Il Mausoleo nero, ambientato nel Greyfriars Kirkyard, il cimitero storico maledetto di Edimburgo, cominceremo a svelare aspetti oscuri del passato e del presente di questa città.
La serie tocca tematiche classiche dell'horror e affronta anche argomenti complessi, ad esempio appartenenti alla sfera della religione. Come vi siete posti in tal senso?
Parlare di religione in Italia è sempre difficile. Spesso, soprattutto nei fumetti (italiani e non), parlare di religione e dei personaggi legati alla chiesa o alla divinità viene fatto lavorando su stereotipi e luoghi comuni. Noi, al contrario, abbiamo voluto approfondire il discorso, dando importanza al lato umano di quello che si nasconde dietro una tonaca o un crocefisso. Abbiamo voluto parlare di dubbi, incertezze e creare a personaggi forti e importanti. A dirla tutta forse abbiamo esagerato perché, a giudicare dai commenti che ci arrivano, la figura di padre Duncan O'Connor, co-protagonista della serie e partner di Samuel, sembra avere riscosso più interesse del protagonista stesso! Crediamo, comunque, che uno dei capisaldi del nostro fumetto sia proprio rappresentato dal rapporto che s’instaura tra i due. Quello di due amici che combattono lo stesso avversario ma da due punti di vista diametralmente opposti, anche se nel rispetto reciproco.
Cosa vuol dire scrivere una storia horror oggi?
Oggi scrivere horror, secondo noi, vuol dire non puntare al jumpscare ma risvegliare le nostre angosce. Quelle dalle quali tendiamo ad allontanarci, che ci ripugnano, che provocano in noi una sorta di “male dell'anima”. Sì, perché provocare paura è un momento, poi volti pagina e ti passa. Riuscire a provocare angoscia in chi ti legge significa, invece, dar vita a sentimenti che potrebbero farti riflettere a lungo. Il problema è che dobbiamo provarli prima noi, insomma emozionarci prima di scrivere e/o disegnare e, solo dopo, tentare di comunicare ad altri quell'emozione.
In che modo avete selezionato gli artisti coinvolti? Avete pensato sin da subito ad alcuni in particolare?
In BUGS chi scrive storie viene coinvolto nel momento in cui propone una storia che mostra di seguire l'identità editoriale del fumetto per il quale si propone. Fin dall’inizio, è vero, avevamo in mente dei nomi ma il loro coinvolgimento vero e proprio è avvenuto solo quando sono entrati in sintonia con il personaggio, imparando a conoscerlo e proponendo una storia corretta. Per fare un esempio uno dei nostri autori storici ci ha proposto, nel corso di un anno e mezzo, almeno sei o sette storie ma solo l'ultima è risultata perfetta per Samuel e gli ha permesso di salire a bordo.
Per ciò che riguarda i disegni abbiamo cercato di mantenere un forte equilibrio tra il classico disegno realistico - al quale molti lettori sono abituati - e qualcosa di diverso, di meno classico, per permettere a tutti di avvicinarsi al personaggio. Graficamente, quindi, Samuel Stern “cambierà” di numero in numero (come d'altro canto avviene per ogni fumetto seriale italiano), pur mantenendo, ovviamente, una forte identità editoriale che gli permetterà di essere sempre riconoscibilissimo.
Chi si è occupato del character design del personaggio e del world building iniziale?
Assieme a noi due (Massimiliano e Gianmarco) ha lavorato principalmente Fabrizio Des Dorides. Fabrizio ha realizzato il character di Samuel Stern, lo scenario delle principali location e ricostruito con noi i movimenti dei personaggi all'interno della Edimburgo descritta nella serie. Paolo Altibrandi, invece, si è occupato della grafica e del logo.
Avete programmato un numero definito di albi o è stata pensata come una serie ongoing?
Si tratta di una serie ongoing. Abbiamo abbastanza chiara l'idea della strada che Samuel potrà prendere e dove questa lo porterà, ma non pensiamo a un numero definito di albi.
Ci sono cicli di storie all'interno della serie?
Sì. In futuro arriveranno cicli di storie che cambieranno la vita di Samuel in maniera abbastanza importante. Il primo ciclo, diviso in due parti, arriverà dopo un paio di anni di vita editoriale.
Le storie avranno una continuity serrata o più blanda?
Samuel avrà sia una forte narrazione verticale sia una orizzontale. Chi lo leggerà dall'inizio potrà cogliere sfumature, cambiamenti del personaggio, l’evoluzione del rapporto tra Duncan, Samuel e tutti gli altri ospiti fissi che conosceremo nei prossimi numeri. Chi avrà modo di arrivare sulle nostre pagine dai prossimi numeri potrà comunque godersi l'avventura di quel numero specifico senza grosse preclusioni.
Domanda inevitabile: perché avete scelto di rivolgervi al mercato delle edicole?
Si parla spesso di crisi delle edicole e di crisi del fumetto “da edicola”. La nostra idea è stata quella di non voltare le spalle alle edicole, come in parte ci sembra si stia decidendo di fare, e di proporre un nuovo fumetto da edicola. Naturalmente la BUGS nasce e cresce in fumetteria e nelle librerie di varia e proseguirà a lavorare per quei punti vendita ma, in parallelo, ha deciso di cominciare a pensare a un mercato che rappresenta un patrimonio storico e culturale italiano e che è presente, oltretutto, praticamente solo da noi. Riguardo al concetto di "fumetto da edicola” riteniamo che il passaggio di abitudini di scrittura da personaggi seriali con una forte identità al fumetto d'autore, forse più personale, abbia fatto perdere di vista, negli ultimi anni, agli addetti ai lavori cosa voglia dire scrivere per i lettori e non per se stessi. Ci sembra che in edicola ormai da qualche tempo non vadano più fumetti “da edicola”.
Il progetto di Samuel Stern è allo stesso tempo ambizioso e rischioso. Come vivete questo aspetto?
Noi sfruttiamo tutto il nostro tempo per proseguire la realizzazione di Samuel Stern, che ogni mese deve rispettare il suo appuntamento in edicola. Non riusciamo a pensare ad altro! E, forse, è meglio così perché se avessimo tempo per fermarci e riflettere probabilmente impazziremmo!
Affermarsi tra le produzioni da edicola è certamente complesso. Su cosa puntate (e punterete) per fare davvero la differenza? Si fanno paragoni illustri con serie come Outcast e Dylan Dog: come pensate di staccarveli di dosso (se, come ipotizziamo, intendete farlo)?
Il paragone con qualcosa di preesistente è normale. Ma se ci riflettiamo questo avviene perché in edicola c'è solo Dylan Dog. Se nel corso dei decenni passati fossero state pubblicate serie regolari di genere horror e queste fossero tuttora in edicola, crediamo che non ci sarebbe alcun paragone. Sicuramente il “genere” è ciò che accomuna Samuel Stern e Dylan Dog. D’altro canto "la lotta contro Satana" è un tema che, invece, ci lega a Outcast o a Hellblazer. Il punto è che Samuel Stern è diverso e credo che qualcuno si sia accorto di questo già dalla lettura del primo numero. Crediamo che il modo migliore per scrollarci di dosso questi paragoni sia semplicemente quello di dimostrare che il nostro personaggio proseguirà sulla sua strada.
Sul web avete avuto un buon riscontro di recensioni e anche una bella partecipazione da parte di colleghi fumettisti, che si sono esposti in prima persona per "promuovere" la serie. A cosa credete sia dovuto tutto ciò?
Da sempre abbiamo lavorato nel massimo rispetto per il mondo del fumetto e per quello che esso rappresenta per noi. Abbiamo seguito la nostra strada senza pestare i piedi a nessuno, tenendo duro e lottando per quello che pensavamo fosse giusto. Non è un modo di fare, è un modo di essere che oggi crediamo in Italia sia venuto a mancare. In BUGS gli autori esordienti hanno sempre avuto modo di essere seguiti da editor professionisti e di vedersi pagato il proprio lavoro. Ebbene, crediamo che proprio questo nostro modo di agire abbia smosso qualcosa e ci teniamo a ringraziare tutte le persone che hanno condiviso con noi questo momento importante e continueranno a farlo.
In chiusura, ringraziamo a nostra volta Gianmarco Fumasoli e Massimiliano Filadoro per la disponibilità e Stefano Marzorati per la collaborazione.
Torniamo a parlare di Samuel Stern, mensile horror inedito pubblicato da Bugs Comics che ha esordito a fine novembre (abbiamo recensito il primo numero qui).
Sul web se n'è parlato molto nelle scorse settimane, ma noi abbiamo scelto di realizzare un'intervista "for dummies", adatta anche a chi della serie ha solo vaghe nozioni, nell'intento di cercare delucidazioni sulla nascita e la lavorazione di questa nuova serie mensile da edicola, analizzare aspetti che riteniamo interessanti e provare a fugare alcuni dubbi.
Gianmarco e Massimiliano, benvenuti sulle pagine virtuali del nostro blog.
Partiamo dal principio: come nasce l'idea di Samuel Stern?
Buongiorno a tutti e grazie per lo spazio che ci avete concesso per parlare del nostro libraio di Edimburgo. L'idea di Samuel nasce dal volerci staccare da quelle che sono le paure degli anni '80 e '90. Per spiegarci meglio: chiunque oggi ha le nozioni necessarie per colpire in testa un morto vivente, sparare una pallottola d'argento a un lupo mannaro o "illuminare" un vampiro. Secondo noi il vero orrore nasce da dentro. L'essere umano, oggi, si trova contemporaneamente a essere se stesso e qualcun altro. Dubbi, incertezze, depersonalizzazioni. Sono queste le angosce che ci attanagliano: la vera paura è scoprire che siamo stranieri a noi stessi. Che cosa è, dunque, il “nuovo incubo”? E’ un concentrato delle nuove paure, che richiedono un nuovo avversario, un eroe moderno. Angosciato? Forse. Sicuro di se stesso? No, ma comunque in grado di aiutarci a combattere l'”ombra” che si nasconde dentro di noi.
La scelta dell'ambientazione: perché Edimburgo? Volevamo una città che potesse essere scoperta assieme al nostro personaggio. Non una Parigi o una Londra, quindi, ma un luogo che potesse dare modo a Samuel di esplorare, un pezzo per volta, angoli oscuri. La scelta di Edimburgo è venuta quasi naturale dopo una serie di ricerche molto lunghe e si è rivelata, da subito, perfetta. La capitale della Scozia, infatti, in perfetto equilibrio tra un passato misterioso tutto da scoprire, macchiato spesso di sangue e una modernità che avanza, è diventata subito il teatro naturale per far vivere Samuel e le sue storie. Già dal numero due, Il Mausoleo nero, ambientato nel Greyfriars Kirkyard, il cimitero storico maledetto di Edimburgo, cominceremo a svelare aspetti oscuri del passato e del presente di questa città.
Parlare di religione in Italia è sempre difficile. Spesso, soprattutto nei fumetti (italiani e non), parlare di religione e dei personaggi legati alla chiesa o alla divinità viene fatto lavorando su stereotipi e luoghi comuni. Noi, al contrario, abbiamo voluto approfondire il discorso, dando importanza al lato umano di quello che si nasconde dietro una tonaca o un crocefisso. Abbiamo voluto parlare di dubbi, incertezze e creare a personaggi forti e importanti. A dirla tutta forse abbiamo esagerato perché, a giudicare dai commenti che ci arrivano, la figura di padre Duncan O'Connor, co-protagonista della serie e partner di Samuel, sembra avere riscosso più interesse del protagonista stesso! Crediamo, comunque, che uno dei capisaldi del nostro fumetto sia proprio rappresentato dal rapporto che s’instaura tra i due. Quello di due amici che combattono lo stesso avversario ma da due punti di vista diametralmente opposti, anche se nel rispetto reciproco.
Cosa vuol dire scrivere una storia horror oggi?
Oggi scrivere horror, secondo noi, vuol dire non puntare al jumpscare ma risvegliare le nostre angosce. Quelle dalle quali tendiamo ad allontanarci, che ci ripugnano, che provocano in noi una sorta di “male dell'anima”. Sì, perché provocare paura è un momento, poi volti pagina e ti passa. Riuscire a provocare angoscia in chi ti legge significa, invece, dar vita a sentimenti che potrebbero farti riflettere a lungo. Il problema è che dobbiamo provarli prima noi, insomma emozionarci prima di scrivere e/o disegnare e, solo dopo, tentare di comunicare ad altri quell'emozione.
In che modo avete selezionato gli artisti coinvolti? Avete pensato sin da subito ad alcuni in particolare?
In BUGS chi scrive storie viene coinvolto nel momento in cui propone una storia che mostra di seguire l'identità editoriale del fumetto per il quale si propone. Fin dall’inizio, è vero, avevamo in mente dei nomi ma il loro coinvolgimento vero e proprio è avvenuto solo quando sono entrati in sintonia con il personaggio, imparando a conoscerlo e proponendo una storia corretta. Per fare un esempio uno dei nostri autori storici ci ha proposto, nel corso di un anno e mezzo, almeno sei o sette storie ma solo l'ultima è risultata perfetta per Samuel e gli ha permesso di salire a bordo.
Per ciò che riguarda i disegni abbiamo cercato di mantenere un forte equilibrio tra il classico disegno realistico - al quale molti lettori sono abituati - e qualcosa di diverso, di meno classico, per permettere a tutti di avvicinarsi al personaggio. Graficamente, quindi, Samuel Stern “cambierà” di numero in numero (come d'altro canto avviene per ogni fumetto seriale italiano), pur mantenendo, ovviamente, una forte identità editoriale che gli permetterà di essere sempre riconoscibilissimo.
Chi si è occupato del character design del personaggio e del world building iniziale?
Assieme a noi due (Massimiliano e Gianmarco) ha lavorato principalmente Fabrizio Des Dorides. Fabrizio ha realizzato il character di Samuel Stern, lo scenario delle principali location e ricostruito con noi i movimenti dei personaggi all'interno della Edimburgo descritta nella serie. Paolo Altibrandi, invece, si è occupato della grafica e del logo.
Si tratta di una serie ongoing. Abbiamo abbastanza chiara l'idea della strada che Samuel potrà prendere e dove questa lo porterà, ma non pensiamo a un numero definito di albi.
Ci sono cicli di storie all'interno della serie?
Sì. In futuro arriveranno cicli di storie che cambieranno la vita di Samuel in maniera abbastanza importante. Il primo ciclo, diviso in due parti, arriverà dopo un paio di anni di vita editoriale.
Le storie avranno una continuity serrata o più blanda?
Samuel avrà sia una forte narrazione verticale sia una orizzontale. Chi lo leggerà dall'inizio potrà cogliere sfumature, cambiamenti del personaggio, l’evoluzione del rapporto tra Duncan, Samuel e tutti gli altri ospiti fissi che conosceremo nei prossimi numeri. Chi avrà modo di arrivare sulle nostre pagine dai prossimi numeri potrà comunque godersi l'avventura di quel numero specifico senza grosse preclusioni.
Domanda inevitabile: perché avete scelto di rivolgervi al mercato delle edicole?
Si parla spesso di crisi delle edicole e di crisi del fumetto “da edicola”. La nostra idea è stata quella di non voltare le spalle alle edicole, come in parte ci sembra si stia decidendo di fare, e di proporre un nuovo fumetto da edicola. Naturalmente la BUGS nasce e cresce in fumetteria e nelle librerie di varia e proseguirà a lavorare per quei punti vendita ma, in parallelo, ha deciso di cominciare a pensare a un mercato che rappresenta un patrimonio storico e culturale italiano e che è presente, oltretutto, praticamente solo da noi. Riguardo al concetto di "fumetto da edicola” riteniamo che il passaggio di abitudini di scrittura da personaggi seriali con una forte identità al fumetto d'autore, forse più personale, abbia fatto perdere di vista, negli ultimi anni, agli addetti ai lavori cosa voglia dire scrivere per i lettori e non per se stessi. Ci sembra che in edicola ormai da qualche tempo non vadano più fumetti “da edicola”.
Il progetto di Samuel Stern è allo stesso tempo ambizioso e rischioso. Come vivete questo aspetto?
Noi sfruttiamo tutto il nostro tempo per proseguire la realizzazione di Samuel Stern, che ogni mese deve rispettare il suo appuntamento in edicola. Non riusciamo a pensare ad altro! E, forse, è meglio così perché se avessimo tempo per fermarci e riflettere probabilmente impazziremmo!
Affermarsi tra le produzioni da edicola è certamente complesso. Su cosa puntate (e punterete) per fare davvero la differenza? Si fanno paragoni illustri con serie come Outcast e Dylan Dog: come pensate di staccarveli di dosso (se, come ipotizziamo, intendete farlo)?
Il paragone con qualcosa di preesistente è normale. Ma se ci riflettiamo questo avviene perché in edicola c'è solo Dylan Dog. Se nel corso dei decenni passati fossero state pubblicate serie regolari di genere horror e queste fossero tuttora in edicola, crediamo che non ci sarebbe alcun paragone. Sicuramente il “genere” è ciò che accomuna Samuel Stern e Dylan Dog. D’altro canto "la lotta contro Satana" è un tema che, invece, ci lega a Outcast o a Hellblazer. Il punto è che Samuel Stern è diverso e credo che qualcuno si sia accorto di questo già dalla lettura del primo numero. Crediamo che il modo migliore per scrollarci di dosso questi paragoni sia semplicemente quello di dimostrare che il nostro personaggio proseguirà sulla sua strada.
Sul web avete avuto un buon riscontro di recensioni e anche una bella partecipazione da parte di colleghi fumettisti, che si sono esposti in prima persona per "promuovere" la serie. A cosa credete sia dovuto tutto ciò?
Da sempre abbiamo lavorato nel massimo rispetto per il mondo del fumetto e per quello che esso rappresenta per noi. Abbiamo seguito la nostra strada senza pestare i piedi a nessuno, tenendo duro e lottando per quello che pensavamo fosse giusto. Non è un modo di fare, è un modo di essere che oggi crediamo in Italia sia venuto a mancare. In BUGS gli autori esordienti hanno sempre avuto modo di essere seguiti da editor professionisti e di vedersi pagato il proprio lavoro. Ebbene, crediamo che proprio questo nostro modo di agire abbia smosso qualcosa e ci teniamo a ringraziare tutte le persone che hanno condiviso con noi questo momento importante e continueranno a farlo.
In chiusura, ringraziamo a nostra volta Gianmarco Fumasoli e Massimiliano Filadoro per la disponibilità e Stefano Marzorati per la collaborazione.
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