Dylan Dog Color Fest #30

Tre storie brevi dedicate a Groucho, tra maschere, social network e convention di sosia


Come preannunciato alcune settimane fa, il trentesimo Dylan Dog Color Fest è incentrato su Groucho, personaggio molto amato che è ben più di un semplice "assistente di Dylan Dog". Apre le danze una storia inedita firmata da Alessandro Bilotta e Sergio Ponchione (colori di Luca Bertelè), accompagnata da due racconti originariamente apparsi nel cofanetto Grouchomicon (Per un pugno di like di Riccardo Torti con colori di Enrico Rollo e Groucho-con di Tito Faraci, Silvia Ziche ed Erika Bendazzoli).


Una piccola premessa

Puntualizziamo sin da subito che, nel presentare quest'albo, il curatore Roberto Recchioni ha confermato che nei prossimi anni gli faranno seguito altre pubblicazioni analoghe, ognuna con un episodio inedito e due ripresi dal suddetto Grouchomicon, riproponendo dunque in edicola le storie presentate finora unicamente alle fiere e in fumetteria.
Per rinfrescare la memoria ai meno appassionati, il Grouchomicon, presentato a Lucca Comics & Games 2017, conteneva dodici albetti dedicati a Groucho e realizzati da team creativi differenti, con il coinvolgimento di autori rappresentativi del fumetto italiano contemporaneo, da Zerocalcare a Sio, da Giacomo Bevilacqua a Riccardo Torti, da Maicol & Mirco ai fratelli Rincione (nota: i "Grouchini" erano racchiusi all'interno di un contenitore a tiratura limitata che conteneva anche un albetto speciale e buffo realizzato da Tiziano Sclavi e Alfredo Castelli).
L'idea dei "Grouchini" riprendeva il concept dei volumetti pubblicati in allegato allo Speciale Dylan Dog annuale tra il 1992 e il 1999: il richiamo a tali albetti è evidente a partire dal formato editoriale (32 pagine) e dal logo della copertina (leggermente riadattato ma sostanzialmente fedele).

Il legame tra il Color Fest estivo e il Grouchomicon viene rievocato sin dalla copertina del trimestrale, che riprende la splendida (e inquietante) illustrazione di Fabrizio De Tommaso che originariamente si veniva a formare unendo il retro dei dodici albi del cofanetto.

Unendo il retro dei dodici Grouchini contenuti nel Grouchomicon...

Ma veniamo alle storie. Particolarmente rilevante la prima, per vari motivi che vi esporremo a seguire.

Le regole della comicità

«Occhiali, sigaro, giacca nera, camicia bianca, cravatta a righe rosse e nere, pantaloni da equitazione e stivali...»
La storia breve di Alessandro Bilotta e Sergio Ponchione (in realtà realizzata prima ancora di collaborare su Mercurio Loi, ma pubblicata dopo che l'apprezzata collana è giunta a conclusione), con la riuscita e attenta colorazione di Luca Bertelè, si rivela un'indagine profonda e piena di significati sull'identità di Groucho. Bilotta riprende una delle tematiche cardine della sua poetica, quella del dualismo, delle maschere e delle molteplici identità dell'individuo (destinate a diventare in realtà nessuna), per analizzare, rievocando Schopenhauer e Pirandello, l'interiorità del baffuto assistente dell'Indagatore dell'incubo, sosia di un comico del passato che non smette mai di indossare - appunto - una maschera.

Una versione in bianco e nero della prima tavola della storia.

Ripercorrere con Groucho le regole della comicità consente agli autori di marcare il distacco tra il personaggio umoristico che osserviamo da oltre trent'anni sulle pagine di Dylan Dog e l'anima che lo pervade, avanzando ipotesi sui motivi che lo spingono a seguire tali regole. Particolarmente significativa in tal senso è la scena iniziale, in cui Groucho abbandona provvisoriamente i panni del comico (riponendo fisicamente i propri vestiti sul letto) per dare brevemente spazio alle proprie ispirazioni, una delle scene in stile bilottiano in cui un'immagine visiva rende efficacemente manifesti degli elementi concettuali.
Una figura chiave del racconto è Miss Dawning, anzian(issim)a insegnante delle elementari di Groucho. "Se perde qualche pezzo non fateci caso, la sua filosofia malinconica vi conquisterà comunque", aveva suggerito Ponchione sul proprio profilo facebook. In effetti è un personaggio straordinario, che non solo permette agli autori di portare avanti l'indagine interiore di Groucho ma anche di introdurre un'anima trapassata e al contempo intrigante e suggestiva.
Una lettura metanarrativa della storia potrebbe rendere palese il parallelismo tra le teorie sulla comicità esplicate da Groucho durante il racconto e quelle regole implicite che gli sceneggiatori sono soliti seguire nello scrivere i suoi dialoghi.


Le tavole di Ponchione sono la conferma di una grande padronanza del medium, tra il realistico e il grottesco, con un raffinato citazionismo e un lavoro sull'espressività davvero grandioso. In particolare va annotato come, pur senza far intravedere praticamente quasi mai gli occhi di Groucho (come a suggerire che gli occhiali rappresentino la sua maschera infrangibile), il disegnatore sia riuscito ugualmente a rendere le diverse sfumature emotive del racconto.
La storia conferma insomma la qualità intrinseca del sodalizio artistico tra due dei fumettisti italiani contemporanei che meglio riescono a coniugare le istanze autoriali con i meccanismi e le caratteristiche del fumetto seriale.


Per un pugno di like

L'episodio a seguire, interamente realizzato da Riccardo Torti con il contributo di Enrico Rollo ai colori, straborda di tutta l'ironia e l'irriverenza dell'autore di Torti Marci, in un susseguirsi di scene esilaranti che mettono a nudo le contraddizioni del nostro vivere odierno, incarnate nell'inedito desiderio da parte di Groucho di essere "social" (anzi, perfino un "influencer").
La storia si apre con una citazione visiva alla storica cover di Claudio Villa del n.1 della serie e prosegue tra rimandi e battute a effetto, con un tono agrodolce che mescola l'ironia alle riflessioni sull'ipocrisia del vivere attaccati a uno smartphone dimenticandosi della realtà.


Un racconto gustoso e meno impegnativo del precedente, che ha il merito di presentarci una straordinaria "attrice non protagonista": la Grande Mietitrice, con battute molto riuscite (quasi da morire dal ridere, verrebbe da aggiungere!).


Groucho-con

In chiusura, solo pochi giorni dopo la pubblicazione del Diabolik umoristico, l'inossidabile duo Faraci & Ziche (con la complicità della colorista Erika Bendazzoli) propone la propria versione di Groucho in una storia pervasa da humour nero e da un pizzico di follia.
La convention dei sosia di Groucho diventa un pretesto per i due autori per narrare una sorta di giallo sui generis (genere molto amato da Faraci, autore che in passato ha frequentato spesso Craven Road). Lo stile di Silvia Ziche, tra il grottesco e il caricaturale senza mai eccedere, si dimostra particolarmente adeguato alla storia (così come avvenuto per l'altro artista disneyano coinvolto nella realizzazione dei "Grouchini", il maestro Giorgio Cavazzano).


Concludendo...

Sarà per la stagione in cui ha visto la luce (è una lettura particolarmente adatta al periodo estivo, come abbiamo già segnalato qui), sarà per la presenza di ottimi autori (alcuni dei quali finora non avevano ancora avuto modo di cimentarsi con Dylan Dog e il suo contesto narrativo), sarà per l'affezione innata che da sempre ci lega al Color Fest, in quanto luogo naturale dove poter offrire interpretazioni differenti di Dylan Dog (e dei suoi amati comprimari, come in questo caso).
Sarà...
Comunque la vogliate vedere, abbiamo apprezzato quest'albo e siamo certi che, se una risata non ci avrà seppellito nel frattempo, leggere altre storie incentrate su Groucho ci farà sempre piacere.

Il sommo audace




Dylan Dog Color Fest #30 - Groucho Primo
Copertina: Fabrizio De Tommaso
Data: agosto 2019
Sergio Bonelli Editore

"Le regole della comicità"
Soggetto e sceneggiatura: Alessandro Bilotta
Disegni: Sergio Ponchione
Colori: Luca Bertelè

"Per un pugno di like"
Soggetto, sceneggiatura e disegni: Riccardo Torti
Colori: Enrico Rollo

"Groucho-con"
Soggetto e sceneggiatura: Tito Faraci
Disegni: Silvia Ziche
Colori: Erika Bendazzoli


Per le immagini: © 2019 Sergio Bonelli Editore.

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