Sempre libera di Lorenza Natarella
La «sacrosanta
traviata» della vita di Maria Callas
Parto subito dal «perché»: perché leggere una graphic
novel sulla vita di Maria Callas? Me lo sono chiesta a lungo prima di decidermi
ad acquistare Sempre libera di Lorenza Natarella (BAO Publishing, 2017) dato il mio scetticismo per il genere biografico e la mia ammirazione per
il più sublime soprano di tutti i tempi. Leggi anche: bastava poco per restare
insoddisfatta - o peggio delusa.
Il «perché» è arrivato sfogliando questo volume, prendendomi il tempo necessario ad «accettarne» tutta la ricchezza grafica e contenutistica, ad apprezzarne ogni vignetta, ogni sequenza, ogni emozione di cui è capace.
Il «perché» è arrivato sfogliando questo volume, prendendomi il tempo necessario ad «accettarne» tutta la ricchezza grafica e contenutistica, ad apprezzarne ogni vignetta, ogni sequenza, ogni emozione di cui è capace.
Perché Sempre libera non è solo la «vita illustrata» di una donna tenace,
impetuosa e tormentata: è la passione viscerale per la musica, il talento straordinario, la voce di Maria Callas. Tutto questo
prende corpo sulla carta attraverso il tratto
fine e spigoloso - veramente unico - di Lorenza Natarella: fiato, nervi,
sangue della «Divina» si materializzano e si rincorrono continuamente e
liberamente sulla tavola con movimenti slanciati, frenetici e istintivi che ne
incarnano le pulsioni e i sentimenti senza misura.
La decostruzione delle pagine sprigiona tutta l’incontenibile personalità della Callas, in un alternarsi di rosa e nero (la scelta bicromatica - audace ed elegante - che caratterizza l’intero volume), sostenuta da un altro elemento degno di nota: il lettering. Sempre Libera è infatti scritto a mano da Lorenza Natarella: la calligrafia dell’autrice fa letteralmente vibrare le tavole, le imprime di parole cantate, urlate, traboccanti della vitalità di Maria Callas. È in definitiva l’unione di tratto e calligrafia dell’autrice che conquista: riesci a sentire la Callas e ad emozionarti con lei.
La decostruzione delle pagine sprigiona tutta l’incontenibile personalità della Callas, in un alternarsi di rosa e nero (la scelta bicromatica - audace ed elegante - che caratterizza l’intero volume), sostenuta da un altro elemento degno di nota: il lettering. Sempre Libera è infatti scritto a mano da Lorenza Natarella: la calligrafia dell’autrice fa letteralmente vibrare le tavole, le imprime di parole cantate, urlate, traboccanti della vitalità di Maria Callas. È in definitiva l’unione di tratto e calligrafia dell’autrice che conquista: riesci a sentire la Callas e ad emozionarti con lei.
Dal punto di vista della narrazione, Sempre Libera ripercorre le tappe fondamentali della biografia e
della carriera della «Divina», cercando il più possibile di assecondare la
cronaca all’introspezione del
personaggio, la cui tragedia si
consuma tanto sul palco, quando la Callas diventa Violetta, Norma o Tosca,
quanto a luci spente, quando non resta che Maria, un animo fragile e inquieto. Difficile
comunque distinguere Maria dalla Callas. Intorno a lei vengono presentate le
figure che, ciascuna a modo proprio, hanno contribuito a questo inscindibile dualismo: la madre Evangelia, l’insegnante
Elvira de Hidalgo, il marito «Titta», la storica rivale Renata Tebaldi, Luchino
Visconti, Franco Zeffirelli, Pier Paolo Pasolini, Aristotele Onassis («l’altro
greco» che le sarà fatale).
La voce narrante di Lorenza Natarella ha il merito, grazie alla sua leggerezza e ironia, di tenere in equilibrio la complessità di questa
composizione e smorzare la drammaticità del racconto: il suo tono pungente e
beffardo riesce a «umanizzare» il mito e
ricordarci che dietro quegli occhi fieri, incorniciati di nero, si cela una
donna con le sue passioni, le sue psicosi, le sue pene, come tante altre prima
e dopo di lei. La potenza e l’incanto di cui la diva è capace sul palco, dove
si sente pienamente se stessa, quasi scompaiono in un privato costellato da
insicurezze e insoddisfazioni, amori tormentati, il peso della fama e della sua
stessa icona, invidie e maldicenze e una profonda malinconia che la
accompagneranno fino alla fine. Le ultime pagine di Sempre Libera si fanno più scarne ed essenziali, così come, dopo
una carriera e una vita travolgenti, la «sacrosanta traviata» si consuma
lentamente e Maria Callas «smette di cantare» il 16 settembre 1977.
Riparto - e concludo - dal mio quesito iniziale: perché leggere una
graphic novel sulla vita di Maria Callas? Perché Sempre Libera, oltre ad aver vinto il mio personale scetticismo sul
genere (ma questo poco importa), non è una semplice biografia: è un libro di
una bellezza e un’originalità grafica tutta sua che vi farà cantare ed
emozionare ad ogni pagina. Non in ricordo ma insieme all’immortale «Divina».
Angela Convertini
Sempre libera
Testi e disegni: Lorenza Natarella
Bao Publishing, 2017