L'incanto del parcheggio multipiano
L'atipico Canto di Natale di Marino Neri
Questo è il periodo dell'anno in cui il Natale inizia a bussare alle porte. Si comincia a pensare ai regali da fare, a suggerire quelli da ricevere, ad addobbare abeti e balconi. E non c'è Natale senza la sua favola, dal "Canto" di Dickens a "Una poltrona per due", con in mezzo un ventaglio di classici intramontabili fatti di morali educative e lieti finali. Almeno fino ad oggi.
Infatti la favola di quest'anno s'intitola "L'incanto del parcheggio multipiano", titolo già poco evocativo delle tematiche festive dicembrine, a meno che non si svolga il mestiere del geometra e appassionato di architetture urbane. Ma proprio come il titolo del suo libro, Marino Neri scrive e disegna una storia atipica ma che nel profondo scalda il cuore dopo averlo maltrattato un bel po'.
"Sono morto" è la prima battuta che si legge nella prima pagina (completamente nera) del racconto e che di natalizio, almeno in apparenza, ha solo il gelo della neve candida che si macchia non appena tocca questo sporco mondo, oltre a qualche decorazione posticcia nel Bar Derby.
E allora cosa ha a che fare "L'incanto" con le favole di Natale? Di primo acchito poco e niente, perché non si parla affatto della festa, nessuno chiede a nessuno di essere più buono, non ci sono campanellini e lucine e non ci sono i fantasmi dei vari natali perché anche loro hanno perso ogni speranza. Ma scavando un poco sotto la superficie, Neri racconta una storia estremamente attuale, fatta di emarginazione, indifferenza, paura e di un senso di accoglienza sociale che ha reso il termine BENVENUTI soltanto una scritta a caratteri cubitali sopra uno zerbino, e quindi calpestata (in senso simbolico e figurato) da una società sempre più chiusa, distratta e conservatrice.
È una favola che parla di uomini soli che finiscono per incrociare i propri destini, riconoscersi accomunati da una vita non proprio semplice, in qualche modo aiutarsi e infine redimersi dalle proprie colpe, vere o presunte che siano.
È una storia di neve, di quella che copre le cose e rende tutto quasi invisibile, essenziale. Anche le persone e le loro caratteristiche diventano più semplici, ma quando la neve si scioglie, emergono le loro vere storie, le motivazioni che li hanno resi quelli che sono.
Questo è il Natale ai tempi dei muri e dell'odio, dove basta avere la pelle di un colore diverso per meritare la morte, è il Natale della disperazione, della solitudine di chi non ha niente da perdere, ma che finisce per trovare la ragione della propria vita in una "boule de neige" che racconta ogni volta una storia diversa e insegna ad ambire ad una vita nuova, alla libertà e al non voler restare imprigionati nello stato attuale delle cose.
La narrazione di Marino Neri è affascinante, e anche l'espediente del raccontino finale rende il libro un gioiellino rubato al cinema. Scorre veloce come il breve lasso di tempo in cui si sviluppa e i disegni abbozzano il necessario a garantire la comprensione della storia senza perdersi in dettagli inutili che ne rallenterebbero il flusso emotivo. L'uso del colore, o il suo inutilizzo, filtrano la narrazione e scandiscono sogno e realtà con espedienti semplici ma efficaci.
Ogni Natale ha il suo canto. Questo è quello dei nostri tempi e non mancherà di sensibilizzare, spesso commuovere, e raccontare l'attualità senza tempo della paura dell'altro, ma anche di riaccendere, sotto la neve, una debole scintilla di speranza. Del resto, non è quello che fa ogni buon canto di Natale?
L'incanto del parcheggio multipiano
Marino Neri
editore: OBLOMOV EDIZIONI
collana: CRUMB
pagine: 128 / BICROMIA
formato: 17x24 cm
rilegatura: BROSSURA
carta: ARCOPRINT EDIZIONI / 140 gr
ISBN: 978-88-85621-41-1
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Questo è il periodo dell'anno in cui il Natale inizia a bussare alle porte. Si comincia a pensare ai regali da fare, a suggerire quelli da ricevere, ad addobbare abeti e balconi. E non c'è Natale senza la sua favola, dal "Canto" di Dickens a "Una poltrona per due", con in mezzo un ventaglio di classici intramontabili fatti di morali educative e lieti finali. Almeno fino ad oggi.
Infatti la favola di quest'anno s'intitola "L'incanto del parcheggio multipiano", titolo già poco evocativo delle tematiche festive dicembrine, a meno che non si svolga il mestiere del geometra e appassionato di architetture urbane. Ma proprio come il titolo del suo libro, Marino Neri scrive e disegna una storia atipica ma che nel profondo scalda il cuore dopo averlo maltrattato un bel po'.
"Sono morto" è la prima battuta che si legge nella prima pagina (completamente nera) del racconto e che di natalizio, almeno in apparenza, ha solo il gelo della neve candida che si macchia non appena tocca questo sporco mondo, oltre a qualche decorazione posticcia nel Bar Derby.
E allora cosa ha a che fare "L'incanto" con le favole di Natale? Di primo acchito poco e niente, perché non si parla affatto della festa, nessuno chiede a nessuno di essere più buono, non ci sono campanellini e lucine e non ci sono i fantasmi dei vari natali perché anche loro hanno perso ogni speranza. Ma scavando un poco sotto la superficie, Neri racconta una storia estremamente attuale, fatta di emarginazione, indifferenza, paura e di un senso di accoglienza sociale che ha reso il termine BENVENUTI soltanto una scritta a caratteri cubitali sopra uno zerbino, e quindi calpestata (in senso simbolico e figurato) da una società sempre più chiusa, distratta e conservatrice.
È una favola che parla di uomini soli che finiscono per incrociare i propri destini, riconoscersi accomunati da una vita non proprio semplice, in qualche modo aiutarsi e infine redimersi dalle proprie colpe, vere o presunte che siano.
È una storia di neve, di quella che copre le cose e rende tutto quasi invisibile, essenziale. Anche le persone e le loro caratteristiche diventano più semplici, ma quando la neve si scioglie, emergono le loro vere storie, le motivazioni che li hanno resi quelli che sono.
Questo è il Natale ai tempi dei muri e dell'odio, dove basta avere la pelle di un colore diverso per meritare la morte, è il Natale della disperazione, della solitudine di chi non ha niente da perdere, ma che finisce per trovare la ragione della propria vita in una "boule de neige" che racconta ogni volta una storia diversa e insegna ad ambire ad una vita nuova, alla libertà e al non voler restare imprigionati nello stato attuale delle cose.
La narrazione di Marino Neri è affascinante, e anche l'espediente del raccontino finale rende il libro un gioiellino rubato al cinema. Scorre veloce come il breve lasso di tempo in cui si sviluppa e i disegni abbozzano il necessario a garantire la comprensione della storia senza perdersi in dettagli inutili che ne rallenterebbero il flusso emotivo. L'uso del colore, o il suo inutilizzo, filtrano la narrazione e scandiscono sogno e realtà con espedienti semplici ma efficaci.
Ogni Natale ha il suo canto. Questo è quello dei nostri tempi e non mancherà di sensibilizzare, spesso commuovere, e raccontare l'attualità senza tempo della paura dell'altro, ma anche di riaccendere, sotto la neve, una debole scintilla di speranza. Del resto, non è quello che fa ogni buon canto di Natale?
Il Fosco
Marino Neri
editore: OBLOMOV EDIZIONI
collana: CRUMB
pagine: 128 / BICROMIA
formato: 17x24 cm
rilegatura: BROSSURA
carta: ARCOPRINT EDIZIONI / 140 gr
ISBN: 978-88-85621-41-1
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