Dylan Dog #386

Salvezza e sacrificio di una madre


Giancarlo Marzano e Piero Dall'Agnol, con il contributo di Francesco Cattani, confezionano per Dylan Dog una storia malinconica, amara, in linea con la stagione che la vede venire alle stampe.
Un episodio che anticipa il tanto atteso ciclo della meteora, che inaugurerà una nuova fase della vita dell'Indagatore dell'incubo.



La storia racconta di uno spietato serial killer che miete vittime tra le strade di Londra piantando nel loro cervello un'orchidea e di una donna che si reca a Craven Road perché è convinta che suo figlio sia l'assassino.
Per Dylan e per l'umanità che lo circonda non sembra esserci spazio né per la redenzione né per il perdono. Marzano delinea personaggi dal destino segnato: Hyppolita, anziana signora per la quale Dylan perde la testa, personaggio destinato a restare nella memoria dei lettori per via della sua adolescenza triste e del suo presente nebuloso; il Giardiniere, assassino inizialmente senza volto e senza nome ma alla fine "vittima" proprio delle ricerche di Dylan; Tyron e Rania, impiegati pubblici stritolati dalla routine quotidiana e meno attenti al lato umano della vicenda (scarsa considerazione per le vittime, stanchezza per il proprio ruolo).

Una storia cupa, che si lascia leggere con piacere e che, almeno nella prima parte, attrae in un intrigo funesto.
ll finale, sinceramente non troppo convincente e un po' frettoloso, è alla fine in linea con altre incongruenze presenti nell'albo, la più grossa delle quali ci è parsa quella relativa agli anni passati nell'istituto da Hyppolita: la donna afferma di essere rimasta incinta a 16 anni e di essersene andata a 18 anni dall'istituto religioso in cui ha vissuto e nel quale, nel frattempo, ha partorito. Intanto le religiose che gestivano la struttura le hanno tolto il figlio, il quale viene mostrato come un bimbetto più grande che le portava i fiori (cosa difficile per un bambino di uno o due anni).


Incongruenze a parte, in generale il mood della prima parte della storia non ci è dispiaciuto e forse è anche per merito dei disegni di Piero Dall'Agnol, qui coadiuvato da Francesco Cattani. Dall'Agnol, mitico disegnatore di alcuni degli episodi più belli e amati dell'intera storia dylaniata, è un autore che lascia il segno e porta sempre a schierarsi: o lo si ama o lo si odia. Noi propendiamo per il primo schieramento, considerando il maestro uno degli artisti più completi nel panorama italiano. Va detto che questa prova, spigolosa e con figure e tratteggi che spesso sanno di non finito, non è a parere di chi scrive da annoverare tra le sue migliori in assoluto, nonostante il supporto di Cattani. L'autore di Barcazza e Luna del mattino, qui alla sua seconda incursione bonelliana dopo uno splendido numero di Mercurio Loi, rappresenta una scelta non banale, ennesimo "ponte" tra l'universo del fumetto seriale e il mondo delle graphic novel.

Merita una parentesi la cover realizzata da Gigi Cavenago: uno spettacolo immaginifico di notevole fattura per un artista che ormai ci sta viziando con le sue opere di grande valore.


In definitiva, un gustoso antipasto prima della storia di fine novembre che, si spera, ci faccia vivere belle emozioni.

Rolando Veloci
(con l'impercettibile e pleonastico contributo del Sommo)


"Hyppolita"
SERIE: Dylan Dog
NUMERO: 386
DATA: ottobre 2018
SERGIO BONELLI EDITORE

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Giancarlo Marzano
DISEGNI E CHINE: Piero Dall'Agnol e Francesco Cattani
COPERTINA: Gigi Cavenago




Tutte le immagini © 2018 Sergio Bonelli Editore.

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