Letture Audaci: Dylan Dog #381, Capitan America #97, The Spirit The Corpse-makers

Il Dylan Dog di maggio, il rilancio di Capitan America e The Spirit di Francesco Francavilla


Eccoci a una nuova puntata delle Letture Audaci, i nostri brevi pareri su fumetti di recente uscita che hanno destato il nostro interesse. Parliamo stavolta di Tripofobia, albo di Dylan Dog ad opera di Giovanni Eccher, Paolo Armitano e Davide Furnò, del rilancio di Capitan America realizzato da Mark Waid e Chris Samnee e del volume di The Spirit interamente realizzato da Francesco Francavilla e pubblicato di recente da Editoriale Cosmo.
Buone letture!


Dylan Dog #381 - Tripofobia di Giovanni Eccher, Paolo Armitano e Davide Furnò (SBE)

Le dinamiche che hanno animato finora il nuovo corso di Dylan Dog hanno trovato un inedito compimento nel precedente albo della serie mensile, Nessuno è innocente, realizzato da Paola Barbato e Franco Saudelli con un focus in particolare sui rapporti tra Dylan, Carpenter e Rania. Fisiologicamente questo Tripofobia mostra in parte le ripercussioni di tali avvenimenti, importanti nell'ottica della continuity della testata, ma si basa sostanzialmente su spunti autonomi e autoconclusivi. 
Come suggerito dal titolo e dalla cover di Gigi Cavenago (un'illustrazione più classica del solito, che ricorda peraltro, oltre all'ovvio e indimenticabile Angelo Stano, lo stile del maestro Fernando Tacconi), l'episodio prende spunto dal concetto di paura patologica nell'osservare pattern ripetuti di piccoli buchi o protuberanze (ad esempio un alveare): ne soffre Lydia, la ragazza della quale il nostro Indagatore dell'incubo si è innamorato e che durante un concerto ha una crisi.
Lo sceneggiatore Giovanni Eccher, visto finora sulle pagine di Nathan Never e de Le Storie (nonché su un Dylan Dog Color Fest e, proprio questo mese, in edicola sul primo numero di Nathan Never Generazioni) è qui in team con i disegnatori Paolo Armitano e Davide Furnò, due artisti che spesso lavorano in coppia (come nel recente Mani Nude, scritto da Paola Barbato). Tra citazioni citazioni ad H.P. Lovecraft e momenti lievemente prevedibili, la storia scorre via in un soffio, godibile e a suo modo nostalgicamente rassicurante dall'inizio alla fine. 





Capitan America #97 di Mark Waid e Chris Samnee (Panini Comics)

Punto d'inizio ideale per nuovi lettori (e per chi non legge storie Marvel da tempo), il numero d'esordio del Capitan America di Mark Waid e Chris Samnee incarna egregiamente lo spirito di Legacy, operazione editoriale della Casa delle Idee partita a maggio in Italia "dove ogni saga è un evento": l'eredità delle grandi storie del passato incontra la necessità di ritrovare il "vero" Steve Rogers, eroe perduto dopo gli eventi di Secret Empire.
Del resto, il navigato sceneggiatore Mark Waid era già stato chiamato circa vent'anni fa a "ricostruire" il personaggio, subito prima del discusso rilancio de La rinascita degli eroi di Rob "Anatomia" Liefeld: lì Waid, insieme a Ron Garney, aveva dato vita a un ciclo di storie acclamato da pubblico e critica. Per lo story arc di Legacy, intitolato La patria dei coraggiosi, torna a far coppia con Chris Samnee, autore dallo stile superbo che riesce a coniugare un gusto squisitamente retro con una capacità di raccontare per immagini molto moderna e una straordinaria bravura nello storytelling.
Un'ottima lettura per tutti quelli disposti a (re)innamorarsi di uno dei personaggi più iconici della Casa delle Idee.




The Spirit: The Corpse-makers di Francesco Francavilla (Editoriale Cosmo)

Francesco Francavilla non manca occasione per dimostrare il suo amore per il pulp e il noir. E cosa c'è di più pulp/noir nel fumetto di The Spirit? Ecco dunque nascere un connubio (sulla carta) perfetto, dal momento che Francavilla si è assunto l'ingrato e difficilissimo compito di proporre nuove storie del personaggio di Will Eisner, occupandosi di sceneggiatura, disegni, colori e lettering originale (quello di questa edizione è invece ad opera di Maria Letizia Mirabella).
The Corpse-makers parla di un'indagine su alcune morti e sparizioni avvenute a Central City. Una trama lineare, forse sin troppo, per un fumetto che purtroppo promette più di ciò che dà: il suddetto connubio perfetto dà origine a un volume imperfetto, che aggiunge poco all'universo narrativo ideato da Will Eisner (al quale è dedicata la storia, oltre che a Darwyn Cooke), con disegni evocativi ma incostanti e che hanno il loro maggior pregio in una colorazione fuori dal comune, in grado di rendere appieno l'atmosfera.
Una nota per l'edizione italiana della Cosmo, migliorata rispetto alle uscite precedenti di volumi analoghi sia per la resa su carta che per i materiali di stampa, mentre rimane qualche piccola perplessità sulla grammatura della copertina e soprattutto sull'assenza assoluta di editoriali introduttivi (ma questa è una piccola battaglia personale audace riguardo opere come questa che meriterebbero quanto meno cenni di contestualizzazione).




Il sommo audace

Arrivederci alla prossima puntata!

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