Dylan Dog #378
Ghost story
Il Dylan Dog di fine febbraio segna il ritorno ai testi di Gigi Simeoni, per i disegni di Giovanni Freghieri. Dormire, forse sognare è una storia di spettri nella quale l'inquilino di Craven Road deve indagare sulla misteriosa presenza di una bambina fantasma.
"Bimbi e cani hanno in comune una cosa molto preziosa: l'innocenza", afferma Dylan, difensore dei più deboli ma anche uomo sensibile, in grado di prendere a cuore i casi sui quali lavora. L'Indagatore dell'incubo descritto da Gigi Simeoni non è una semplice macchietta ma un personaggio tridimensionale che, anche nei piccoli dettagli, dimostra i propri pregi e difetti.
I testi di quest'albo testimoniano uno sviluppo coerente con la natura e l'evoluzione dei personaggi, a partire appunto dallo stesso Dylan ma anche Groucho, Rania e l'ex Ispettore Bloch. In questo caso sono però le voci secondarie a fare la differenza, i personaggi non protagonisti, i quali si esprimono con naturalezza, esternando drammi personali e piccoli grandi orrori.
Non è la prima volta che notiamo quanto le sceneggiature di Gigi Simeoni siano cariche di umanità e dotate di una sensibilità rara. Simeoni riesce ad affrontare tematiche complesse in modo non superficiale ma anche a scrivere dialoghi molto credibili e adatti sia alle circostanze che alla caratterizzazione dei personaggi. Proprio grazie a questo suo approccio, l'autore bresciano finora è stato uno degli interpreti più appropriati nella stagione attuale della serie, in grado di lasciare la propria impronta nel "nuovo corso" dylaniato: a titolo esemplificativo citiamo Nel fumo della battaglia (Dylan Dog #343), episodio da lui scritto e disegnato, che viene nominato anche nella pagina introduttiva di quest'albo anche per via di una comunanza tematica non marginale, ovvero il tema dell'infanzia.
Al suo fianco troviamo Giovanni Freghieri, storico disegnatore della testata, qui in forma straordinaria. Freghieri accantona la notevole classicità che ha caratterizzato buona parte della sua produzione recente per proporre tavole che potremmo definire "sperimentali". L'ottimo lavoro sulla miniserie Hellnoir, su testi di Pasquale Ruju, sembra aver seminato infatti nella mente del disegnatore piacentino il desiderio di continuare a osare, provando a proporre qualosa di lievemente differente rispetto al solito. Freghieri utilizza infatti stili differenti non solo per i flashback e per le scene lasciate volutamente ed efficacemente a matita, ma anche per rappresentare le ombre. Accanto alle chine classiche caratterizzate da un ampio tratteggio, troviamo dunque matite su fogli ruvidi, grigi acquerellati e retini con forme geometriche. Il risultato è una resa più corposa e intensa, che conferisce un'atmosfera diversa alle scene.
Se a tutto questo aggiungiamo una delle cover artisticamente più riuscite di Gigi Cavenago, otterremo un albo di tutto rispetto, che riesce incredibilmente a non sfociare in un'eccessive banalità (cosa non semplice, vista la tematica abbastanza abusata) e ci lascia con buone prospettive per l'episodio in uscita a fine marzo, nel quale Simeoni collaborerà con un altro disegnatore simbolo della serie, ovvero Bruno Brindisi.
Ma questa, come ci piace ripetere spesso, è un'altra storia.
Il Dylan Dog di fine febbraio segna il ritorno ai testi di Gigi Simeoni, per i disegni di Giovanni Freghieri. Dormire, forse sognare è una storia di spettri nella quale l'inquilino di Craven Road deve indagare sulla misteriosa presenza di una bambina fantasma.
"Bimbi e cani hanno in comune una cosa molto preziosa: l'innocenza", afferma Dylan, difensore dei più deboli ma anche uomo sensibile, in grado di prendere a cuore i casi sui quali lavora. L'Indagatore dell'incubo descritto da Gigi Simeoni non è una semplice macchietta ma un personaggio tridimensionale che, anche nei piccoli dettagli, dimostra i propri pregi e difetti.
I testi di quest'albo testimoniano uno sviluppo coerente con la natura e l'evoluzione dei personaggi, a partire appunto dallo stesso Dylan ma anche Groucho, Rania e l'ex Ispettore Bloch. In questo caso sono però le voci secondarie a fare la differenza, i personaggi non protagonisti, i quali si esprimono con naturalezza, esternando drammi personali e piccoli grandi orrori.
Non è la prima volta che notiamo quanto le sceneggiature di Gigi Simeoni siano cariche di umanità e dotate di una sensibilità rara. Simeoni riesce ad affrontare tematiche complesse in modo non superficiale ma anche a scrivere dialoghi molto credibili e adatti sia alle circostanze che alla caratterizzazione dei personaggi. Proprio grazie a questo suo approccio, l'autore bresciano finora è stato uno degli interpreti più appropriati nella stagione attuale della serie, in grado di lasciare la propria impronta nel "nuovo corso" dylaniato: a titolo esemplificativo citiamo Nel fumo della battaglia (Dylan Dog #343), episodio da lui scritto e disegnato, che viene nominato anche nella pagina introduttiva di quest'albo anche per via di una comunanza tematica non marginale, ovvero il tema dell'infanzia.
Al suo fianco troviamo Giovanni Freghieri, storico disegnatore della testata, qui in forma straordinaria. Freghieri accantona la notevole classicità che ha caratterizzato buona parte della sua produzione recente per proporre tavole che potremmo definire "sperimentali". L'ottimo lavoro sulla miniserie Hellnoir, su testi di Pasquale Ruju, sembra aver seminato infatti nella mente del disegnatore piacentino il desiderio di continuare a osare, provando a proporre qualosa di lievemente differente rispetto al solito. Freghieri utilizza infatti stili differenti non solo per i flashback e per le scene lasciate volutamente ed efficacemente a matita, ma anche per rappresentare le ombre. Accanto alle chine classiche caratterizzate da un ampio tratteggio, troviamo dunque matite su fogli ruvidi, grigi acquerellati e retini con forme geometriche. Il risultato è una resa più corposa e intensa, che conferisce un'atmosfera diversa alle scene.
Se a tutto questo aggiungiamo una delle cover artisticamente più riuscite di Gigi Cavenago, otterremo un albo di tutto rispetto, che riesce incredibilmente a non sfociare in un'eccessive banalità (cosa non semplice, vista la tematica abbastanza abusata) e ci lascia con buone prospettive per l'episodio in uscita a fine marzo, nel quale Simeoni collaborerà con un altro disegnatore simbolo della serie, ovvero Bruno Brindisi.
Ma questa, come ci piace ripetere spesso, è un'altra storia.
Il sommo audace