Il Dylan Dog di Tiziano Sclavi - Il cervello di Killex

Un altro capolavoro della coppia Sclavi-Casertano




Continuano, senza sosta, le uscite targate Il Dylan Dog di Tiziano Sclavi che ci regalano la preziosa occasione di rileggere una volta di più le magnifiche storie scritte dall'ideatore della serie e, in attesa della nuova collana di inediti di Sclavi, siamo più che felici di rinfrescarci la memoria con questi super classici.
Il cervello di Killex è uscito originariamente come numero 80 della serie regolare, un mese prima del mitico Johnny Freak (recensito audacemente qui), ed è la cinquantunesima storia di Tiziano Sclavi pubblicata sulla serie regolare ed è anche la quinta storia disegnata dal maestro Giampiero Casertano su Dylan Dog.
La pubblicazione della storia dedicata a Christopher Killex conferma che l'inossidabile coppia formata da Sclavi & Casertano, insieme per la quarta volta su questa collana, dopo Attraverso lo specchioMemorie dall'invisibile e Dopo mezzanotte, ha costituito (e continua a costituire, se pensiamo a Dopo un lungo silenzio) un sodalizio artistico di primaria importanza all'interno della storia editoriale dylaniata (e non solo).

[Dopo 24 anni e mezzo, il reato di spoiler va in prescrizione!]


L'episodio, che ha riscosso all'epoca notevole successo tra i fan, ha avuto anche un seguito all'interno della serie regolare, Il ritorno di Killex (Dylan Dog #129 di Sclavi e Corrado Roi), preannunciato con lungimiranza nei dialoghi di una delle scene finali per bocca dello stesso Killex e nell'editoriale del numero 80 nel 1993.
La trama è ispirata in maniera abbastanza evidente a Il silenzio degli innocenti, film del 1991 diretto da Jonathan Demme e interpretato da Jodie Foster e Anthony Hopkins, vincitore di cinque premi Oscar, a sua volta ispirato dall'omonimo romanzo dello scrittore Thomas Harris, pubblicato nel 1988 (in anni dylaniati, quindi).

Lo spunto, a quanto ci è dato di sapere, veniva dallo stesso Casertano, il quale suggerì a Sclavi di realizzare una storia di Dylan Dog che riprendesse l'atmosfera del film di Demme.
Come già in vari altri casi, non è tanto l'originalità del plot a fare davvero la differenza nel Dylan di Sclavi, quanto la sceneggiatura che dimostra, invece, tutta la profondità sclaviana nell'affrontare temi complessi come il rapporto tra la scienza, l'etica e la morale, miscelandoli a tematiche di natura quasi filosofica come la ricerca dell'anima.
Non manca la parte più classica della ricerca del killer, così come non lascia a desiderare la componente splatter, imprescindibile in quegli anni in una storia di questo tipo.

Figura centrale della storia è il dottor Christopher Killex, un ricercatore e un genio oscuro che si è spinto talmente oltre nella sua sete di conoscenza da trasformarsi in uno degli esseri più pericolosi al mondo.



Tante le citazioni più o meno evidenti che Sclavi dissemina per tutto l'albo. Ad esempio, Groucho cita il drammaturgo francese Eugène Labiche e nomina un "certo" uomo d'affari statunitense chiamato Donald Trump, figura a oggi decisamente alla ribalta. Nel suo ultimo dialogo Dylan parafrasa, invece, Giugno '73 di Fabrizio De André con il suo "è stato meglio lasciarci che non esserci mai incontrati...", trasformando "incontrati" con "amati" e rendendo evidente, ancora una volta, la forte componente sentimentale ed emozionale che non ha mai abbandonato l'Old Boy.

Venendo al lavoro di Giampiero Casertano, si nota come l'artista milanese si trovi qui in una fase differente della sua carriera rispetto agli altri tre albi de Il Dylan Dog di Tiziano Sclavi che portano la sua firma.
Pur mantenendo inalterata la riconoscibilità del suo stile, Casertano utilizza in alcune tavole un'inchiostrazione più sporca che si avvicenda al suo caratteristico tratteggio. Va sottolineato l'inedito (per Casertano) utilizzo del pennello a secco, come suggerisce con grande modestia lo stesso autore nel testo conclusivo di questa edizione, utilizzato soprattutto nelle bellissime scene finali per rappresentare un elemento evanescente e misterioso come l'anima.
Rimane impressa la grande umanità dei personaggi, la loro carica espressiva e l'eviscerazione dei tumulti che li attraversano.
Questo lavoro è in sostanza una testimonianza delle continue evoluzioni di Casertano e della volontà di non ripetere pedissequamente i risultati ottenuti fino a quel momento.



Degna di nota anche la cover inedita di Gigi Cavenago che, come già per l'illustrazione originale di Angelo Stano, mostra lo sguardo inquietante e magnetico di Killex. Qui, piuttosto che sullo sfondo, il volto di Killex (per buona parte coperto) è in primo piano e dal suo cervello sembrano emergere le figure di Dylan e di un ombroso assassino dotato di ascia.
Un manifesto pop e ben calibrato per una storia indimenticabile.

Per concludere, una piccola riflessione sui nomi dei personaggi di questa storia, sempre significativi in Sclavi.

Christopher Killex. Il nome di battesimo del genio malvagio protagonista della storia contiene il nome Cristo e il verbo latino fero, che significa "portare": quindi portatore di Cristo. Perché?
Forse perché lo scienziato, proprio come Gesù portava la luce della parola del Signore agli uomini di buona volontà, porta o, meglio, cerca di portare, la luce della scienza nella vita umana con il bel risultato di diventare un pluriomicida braccato e temuto dalle forze dell'ordine di tutto il regno di sua maestà...
Il suo cognome è un evidente riferimento al termine killer, assassino, in inglese: e rappresenta quello che il dottore è in realtà, un assassino sanguinario.

Joy Freeman. È la fidanzata di turno di Dylan. In italiano suonerebbe come Gioia Uomolibero. È l'avvocatessa di Killex e lo difende, non capiamo quanto, appassionatamente o quanto per effetto del terribile plagio mentale del medico psicopatico. Lei fa di tutto per rendere Killex un uomo libero, freeman appunto.

Robert Frost. Il cognome di questo spregiudicato medico chirurgo del General Hospital (centro nel quale si tentano esperimenti contro la legge dell'uomo e di dio) significa "gelo" e indica, perciò, freddezza e premeditazione. Proprio le caratteristiche tipiche di un villain che si rispetti. Il fatto che esista un poeta, ormai quasi del tutto dimenticato, con lo stesso nome e cognome non deve trarci in inganno: in lui non c'è niente di poetico, fidatevi. 

Giuseppe Lamola & RolandoVeloci


"Il cervello di Killex"
SERIE: Il Dylan Dog di Tiziano Sclavi #8
DATA: dicembre 2017
SERGIO BONELLI EDITORE

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Tiziano Sclavi
DISEGNI E CHINE: Giampiero Casertano
COLORI: GFB Comics e Luca Bertelè
COPERTINA: Gigi Cavenago






Per le immagini: © 2017 Sergio Bonelli Editore.

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