Dampyr #213
Alle origini di Samhain
A Lucca Comics & Games, nella conferenza stampa dedicata alla serie dell'ammazzavampiri ideato da Mauro Boselli e Maurizio Colombo, era stato annunciato che a dicembre sarebbe uscito
Capodanno Celtico, albo che segna il ritorno sulla testata di uno dei più grandi maestri del disegno italiano,
Nicola Genzianella, per i testi di Nicola Venanzetti, alla sua quarta storia dampyriana.
Dicembre - con il suo gelo e il suo carico di melancholia - è arrivato ed dunque è arrivata nelle edicole anche questa storia dal gusto neopagano che è piaciuta agli Audaci: quella che segue è una recensione - una volta tanto! - spoiler free, che speriamo vi incuriosisca almeno un po'.
Dicembre - con il suo gelo e il suo carico di melancholia - è arrivato ed dunque è arrivata nelle edicole anche questa storia dal gusto neopagano che è piaciuta agli Audaci: quella che segue è una recensione - una volta tanto! - spoiler free, che speriamo vi incuriosisca almeno un po'.
Buona lettura!
Lo sceneggiatore dell'episodio, Venanzetti, ha voluto mettere al centro della sua narrazione l'idea di dare risalto e dignità storica e antropologica al Samhain, antichissima celebrazione nordica, che cadeva tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre, da cui si è venuto a creare il contemporaneo Halloween. Dopo soli trenta giorni si torna così a percorrere le vie del folklore macabro, di un tipo meno gioioso e peculiare rispetto a quello che aveva caratterizzato l'episodio precedente sulla festa dei morti messicana (vedi qui).
Lo sceneggiatore dell'episodio, Venanzetti, ha voluto mettere al centro della sua narrazione l'idea di dare risalto e dignità storica e antropologica al Samhain, antichissima celebrazione nordica, che cadeva tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre, da cui si è venuto a creare il contemporaneo Halloween. Dopo soli trenta giorni si torna così a percorrere le vie del folklore macabro, di un tipo meno gioioso e peculiare rispetto a quello che aveva caratterizzato l'episodio precedente sulla festa dei morti messicana (vedi qui).
L'ambientazione, assai suggestiva e ricca di fascino, stavolta è in Bretagna,
luogo avvolto dalle nebbie del mistero e dell'orrore. Qui i due
consolidati pard Harlan e Kurjak dovranno muoversi su invito della
ammaliante Araxe, regina delle tenebre e vecchia conoscenza
dei nostri (la sua prima apparizione nella serie risale a Dampyr #10, Casa di Sangue, ad opera di Maurizio Colombo e Alessandro Baggi).
Ma oltre a questo c'è molto di più: è presente in tutta la sua potente
carica di contrasti il delicatissimo tema del rapporto tra vecchi e
giovani, tra tradizioni e oblio delle stesse, tra realtà fatta di
malattia e morte e desiderio di guarigione e vita eterna.
Harlan, questa volta, deve vedersela nientemeno che contro l'Ankou - ovvero, la personificazione della Morte - che prende le vite di chi non la rispetta e offre una nuova occasione a chi, sull'orlo della disperazione, è disposto a tutto pur di non lasciare questa terra. La figura di Ankou è legata ad antiche leggende bretoni ed è spesso rafffigurata come un "cocchiere della morte".
Harlan, questa volta, deve vedersela nientemeno che contro l'Ankou - ovvero, la personificazione della Morte - che prende le vite di chi non la rispetta e offre una nuova occasione a chi, sull'orlo della disperazione, è disposto a tutto pur di non lasciare questa terra. La figura di Ankou è legata ad antiche leggende bretoni ed è spesso rafffigurata come un "cocchiere della morte".
Bisogna ammettere che Venanzetti è maturato parecchio nel corso dei tre
anni che passano dal suo esordio dampyriano (con Oltre la soglia, il n. 176) a
oggi. Maggiore è l'attenzione nella costruzione della storia, più
approfondito lo scavo nella psicologia dei personaggi
(meraviglioso il lavoro fatto sul vecchio Auguste), più incisivi i
dialoghi e più serrate le scene d'azione.
E che dire del lavoro a dir poco straordinario di Nicola Genzianella? Il
disegnatore milanese, classe '67, sulla serie di Dampyr praticamente da sempre, è
arrivato alla sua ventiduesima storia e, difficile negarlo, sembra
migliorare albo dopo albo. Il suo tratto corposo
è riconoscibile immediatamente e l'uso copioso delle chine è sempre
particolarissimo, per non parlare delle sue pagine a mezza tinta (suo
punto di forza). In questo episodio Genzianella eccelle nella resa delle atmosfere nebbiose della Bretagna, soprattutto nelle scene ambientate in luoghi tetri e oscuri.
Non ci resta che invitarvi a leggere l'episodio, nuovo tuffo nel folklore e nell'orrore puro, ottimo modo per celebrare con Dampyr il Capodanno celtico!
Rolando Veloci