Rat-Man Day: "La fine della serie, non del personaggio"
Le celebrazioni per la conclusione di Rat-Man: "Un funerale con la banda che suona jazz... E la bara è vuota!"
Rat-Man si conclude con il numero 122. Un evento che non poteva passare inosservato: ecco perché abbiamo partecipato con entusiasmo, nella mattinata di oggi, alla conferenza stampa con Leo Ortolani presso il Mondadori Megastore di Piazza del Duomo a Milano. L'incontro inaugura un'intera giornata celebrativa dedicata alla conclusione della serie da lui "scritta, matitata e inkiostrata" ininterrottamente per oltre vent'anni. Nel pomeriggio il "Rat-Man Day" culmina con un incontro con i lettori, al termine del quale è stato annunciato che "sarà mostrata un’imperdibile sorpresa per tutti i fan di Leo Ortolani".
Lupoi ha suggerito che l'ironia ortolaniana è fatta di un umorismo non tanto italiano bensì tipicamente british.
Durante la conferenza sono stati diramati alcuni dati circa le vendite della serie (100.000 copie a numero e in totale oltre 5.000.000), una collana che "ha infestato le edicole per vent'anni solo perché non sono riusciti a derattizzarle".
Tornando alla sua storia personale, Ortolani ha affermato in più occasioni di aver iniziato da piccolo a realizzare fumetti (sin da quando aveva quattro anni circa) e di essere intenzionato a non smettere mai, perché non si è mai annoiato o e non ha mai desiderato di fermarsi; gli piacerebbe fare storie di 24/48 pagine, brevi, che tengono il lettore attaccato. Da anni Ortolani ha in mente una serie interamente dedicata a Valker, che va in giro per il mondo a fare il killer.
In risposta alle domande degli addetti ai lavori presenti in sala (tra i quali il sottoscritto inviato audace), Ortolani ha aggiunto interessanti annotazioni.
Ad esempio è stato chiesto se fosse solamente una coincidenza che il finale della serie sia stato pensato per essere pubblicato praticamente in contemporanea con i cent'anni dalla nascita di Jack Kirby, da sempre fonte d'ispirazione per tanti fumettisti (tra cui, dichiaratamente, lo stesso Ortolani, che non a caso gli dedica un articolo pubblicato proprio in fondo al numero 122). L'autore ha risposto, con la solita immancabile modestia mista all'affetto per il "Re" dei comics, che si tratta semplicemente di "una coincidenza bellissima", così come il fatto che lui stesso abbia adesso cinquant'anni, ovvero la metà, e ha concluso sostenendo di essere "la metà di Kirby in tutto".
Gli è stato poi chiesto quanto aveva già in mente sin dall'inizio il finale e quanto invece la vita reale che ha vissuto nel frattempo ha influito sulla decalogia finale. L'autore ha risposto che non aveva in mente proprio tutto sin dall'inizio, "altrimenti sarebbe inquietante e patologico": aveva delle idee che si sono sviluppate negli anni e sono arrivate alla loro naturale conclusione.
Negli anni, oltre a Kirby, è stato influenzato ad esempio dalla serie Criminal di Ed Brubaker e Sean Phillips.
Riguardo l'influsso della vita reale, Ortolani ha affermato che Rat-Man parla del suo modo di vedere il mondo e i rapporti tra le persone e in questi 20 anni sono cambiati molto ma lui ha cercato sempre di raccontare tutto con leggerezza e ironia british.
Gli stato anche chiesto se c'è qualche scelta, compiuta nell'arco di questi 122 numeri, della quale si è pentito e che se tornasse indietro rifarebbe in maniera differente. Ortolani ha ribattuto di non essere pentito, ma che ci sono tante cose che farebbe diversamente; nonostante ciò, è contento si come sia stato capace di portare tutto fino in fondo.
Se potesse tornare indietro non direbbe assolutamente nulla al Leo del passato su dove sarebbe arrivato e il successo che avrebbe ottenuto, altrimenti quel "fanfarone" avrebbe poi fatto delle scelte sbagliate e combinato casini e "non avrebbe concluso nulla": gli farebbe fare gli stessi errori e provare le stesse sofferenze (però si divertirebbe a spiarlo di nascosto e a picchiarlo ogni tanto).
Altro quesito è stato se crede davvero che d'ora in poi pubblicherà davvero solo "grafic novel" (come viene suggerito durante la storia conclusiva della serie) o se per lui il fumetto seriale è una modalità espressiva insostituibile. Ortolani ha risposto che farà "di tutto": ha in mente altre serie tipo quella breve di 24/28 pagine, ma non sa ancora se e quando farà qualcos'altro di seriale. Molto probabilmente il personaggio sarà sempre la sua scimmietta (il suo Robert De Niro).
Alla conferenza milanese, oltre allo stesso Ortolani, hanno preso parte Marco Marcello Lupoi, Publishing and Licensing Director di Panini Group, e Diego Malara, Coordinatore Editoriale di Panini Comics. Un incontro, come è ovvio, sempre al confine tra il serio e il faceto, con quel velo di tristezza che ricopre inevitabilmente le celebrazioni della fine di un lunghissimo percorso.
Ortolani ha definito l'evento come "un funerale di quelli con la banda che suona jazz... E la bara è vuota!". Una precisazione importante fatta sin da subito è infatti che Rat-Man Collection #122 rappresenta "la fine della serie, non del personaggio".
L'albo conclusivo, uscito con sorprendente anticipo e già acquistabile in edicola e fumetteria, è stato pubblicato prima perché si vocifera che oggi, 23 settembre, sarebbe avvenuta la fine del mondo, dunque Ortolani ha voluto fare in modo di far leggere l'ultimo numero ai fan. Un albo speciale, dalla lunghezza praticamente doppia rispetto alla norma ma con un arco narrativo unico: l'autore ha affermato di aver lavorato molto di più per la decalogia finale, con albi tutti più lunghi del normale, per arrivare a questo finale da guinness dei primati. Ortolani ha chiarito di aver sempre voluto essere leale con se stesso e con i lettori, di aver fatto con loro un patto chiaro e aver voluto tener fede al patto.
Proseguendo su tematiche personali, Ortolani ha affermato che, se nella prima metà della vita (con Rat-Man, n.d.A.) ha fatto qualcosa di unico, ora resta da vedere cosa farà nella seonda parte della sua esistenza. Riguardo il significato profondo di Rat-Man, secondo l'autore la serie parla delle ossessioni di una persona che vuole fare il supereroe ma non lo è, del suo modo di intendere la vita e i rapporti con le persone: ad esempio, "stare in provincia è come Beautiful, stare in città è come Star Trek". L'autore ha affermato di voler realizzare una storia in cui lui si incontra con Rat-Man e sbaraccano fisicamente la serie, smontando tutto.
La vera sfida, secondo Ortolani, sarebbe creare nuovi personaggi: ha da anni in mente "il suo Tex", vorrebbe fare una storia drammatica.Lupoi ha suggerito che l'ironia ortolaniana è fatta di un umorismo non tanto italiano bensì tipicamente british.
Durante la conferenza sono stati diramati alcuni dati circa le vendite della serie (100.000 copie a numero e in totale oltre 5.000.000), una collana che "ha infestato le edicole per vent'anni solo perché non sono riusciti a derattizzarle".
Tornando alla sua storia personale, Ortolani ha affermato in più occasioni di aver iniziato da piccolo a realizzare fumetti (sin da quando aveva quattro anni circa) e di essere intenzionato a non smettere mai, perché non si è mai annoiato o e non ha mai desiderato di fermarsi; gli piacerebbe fare storie di 24/48 pagine, brevi, che tengono il lettore attaccato. Da anni Ortolani ha in mente una serie interamente dedicata a Valker, che va in giro per il mondo a fare il killer.
In risposta alle domande degli addetti ai lavori presenti in sala (tra i quali il sottoscritto inviato audace), Ortolani ha aggiunto interessanti annotazioni.
Ad esempio è stato chiesto se fosse solamente una coincidenza che il finale della serie sia stato pensato per essere pubblicato praticamente in contemporanea con i cent'anni dalla nascita di Jack Kirby, da sempre fonte d'ispirazione per tanti fumettisti (tra cui, dichiaratamente, lo stesso Ortolani, che non a caso gli dedica un articolo pubblicato proprio in fondo al numero 122). L'autore ha risposto, con la solita immancabile modestia mista all'affetto per il "Re" dei comics, che si tratta semplicemente di "una coincidenza bellissima", così come il fatto che lui stesso abbia adesso cinquant'anni, ovvero la metà, e ha concluso sostenendo di essere "la metà di Kirby in tutto".
Gli è stato poi chiesto quanto aveva già in mente sin dall'inizio il finale e quanto invece la vita reale che ha vissuto nel frattempo ha influito sulla decalogia finale. L'autore ha risposto che non aveva in mente proprio tutto sin dall'inizio, "altrimenti sarebbe inquietante e patologico": aveva delle idee che si sono sviluppate negli anni e sono arrivate alla loro naturale conclusione.
Negli anni, oltre a Kirby, è stato influenzato ad esempio dalla serie Criminal di Ed Brubaker e Sean Phillips.
Il nostro inviato audace in compagnia del grande Ortolani. |
Riguardo l'influsso della vita reale, Ortolani ha affermato che Rat-Man parla del suo modo di vedere il mondo e i rapporti tra le persone e in questi 20 anni sono cambiati molto ma lui ha cercato sempre di raccontare tutto con leggerezza e ironia british.
Gli stato anche chiesto se c'è qualche scelta, compiuta nell'arco di questi 122 numeri, della quale si è pentito e che se tornasse indietro rifarebbe in maniera differente. Ortolani ha ribattuto di non essere pentito, ma che ci sono tante cose che farebbe diversamente; nonostante ciò, è contento si come sia stato capace di portare tutto fino in fondo.
Se potesse tornare indietro non direbbe assolutamente nulla al Leo del passato su dove sarebbe arrivato e il successo che avrebbe ottenuto, altrimenti quel "fanfarone" avrebbe poi fatto delle scelte sbagliate e combinato casini e "non avrebbe concluso nulla": gli farebbe fare gli stessi errori e provare le stesse sofferenze (però si divertirebbe a spiarlo di nascosto e a picchiarlo ogni tanto).
Altro quesito è stato se crede davvero che d'ora in poi pubblicherà davvero solo "grafic novel" (come viene suggerito durante la storia conclusiva della serie) o se per lui il fumetto seriale è una modalità espressiva insostituibile. Ortolani ha risposto che farà "di tutto": ha in mente altre serie tipo quella breve di 24/28 pagine, ma non sa ancora se e quando farà qualcos'altro di seriale. Molto probabilmente il personaggio sarà sempre la sua scimmietta (il suo Robert De Niro).
Alla fine, impossibile non avere un po' il magone.
Rat-Man finisce.
Saremo tutti un po' più soli senza di lui e dovremo imparare a conviverci, a flettere i muscoli ed essere (davvero) nel vuoto.
Rolando Veloci
(con un piccolo contributo da parte del Sommo)
(con un piccolo contributo da parte del Sommo)