Orfani: Sam #1
L'albo intitolato Nemesi inaugura la sesta e ultima stagione di Orfani, che si svilupperà nell'arco di dodici episodi. In questa storia, oltre al susseguirsi di lotte, esplosioni e dialoghi a effetto, assistiamo all'inizio di una nuova epopea che ingrana la marcia, avvincente e inarrestabile.
Ai testi torna Roberto Recchioni, autore praticamente di tutti i soggetti della serie finora ad eccezione di quelli di Terra, qui coadiuvato da Michele Monteleone. I disegni, così come la copertina, sono ad opera di un artista molto atteso e apprezzato quale Carmine Di Giandomenico, con il fondamentale contributo di Alessia Pastorello ai colori.
[Spoiler blandi e auspicabilmente non fastidiosi.]
L'episodio è ambientato diversi anni dopo la morte della Presidentessa Juric: tale evento, avvenuto al termine della terza stagione e accompagnato dalla dipartita di Rosa e compari, ha segnato una sorta di spartiacque per l'intera serie. Il distacco temporale permette ora di dare origine a nuove ambientazioni e dinamiche relazionali. Vengono dunque presentate sin dalle pagine iniziali le diverse fazioni attualmente in campo sulla colonia chiamata Itaca (proprio come la patria di Ulisse): il governo (rappresentato dal governatore Garland), l'esercito (impersonificato dal generale Petrov) e i cosiddetti "figli della madre severa", che in qualche modo sembrano adorare la figura della defunta Juric, quasi come una Mater Domini cristiana. In mezzo a queste fazioni, due ragazzini, Perseo e Andromeda, che sappiamo avere legami di sangue con Ringo, Juric e Rosa. La loro discendenza indica che plausibilmente i due giocheranno un ruolo determinante in questa nuova stagione e i loro nomi costituiscono un altro forte richiamo alla mitologia greca. Lo stesso titolo dell'albo, Nemesi, più che un richiamo all'accezione corrente di antitesi tra due personaggi, sembra rievocare la dea dispensatrice di giustizia della mitologia classica.
Last but not least, va citata ovviamente Sam, che qui viene mostrata come una sorta
di incrocio tra Robocop e Wolverine, selvaggia quando serve e dotata di
pericolosissimi artigli, un'armatura possente e quei caratteristici
raggi rossi che fuoriescono dal casco e permettono a Carmine Di
Giandomenico e Alessia Pastorello di realizzare giochi di luce
straordinariamente efficaci (su cui torneremo a seguire).
Sul
piano narrativo, Recchioni e Monteleone si dilettano a
fare assumere significati sempre nuovi e diversi a elementi già presentati
in precedenza. Così Sam, che avevamo col tempo assimilato a una sorta di "mastino" della Presidentessa Juric, assume il ruolo di tutore dei due infanti, in maniera del tutto simile a quanto aveva dovuto fare Ringo nel corso della seconda stagione con Rosa, Seba e Nuè. Come già accennava Lorenzo Barberis nella sua analisi dell'albo, ciò dà vita a tutta una serie di parallelismi tra la stagione dedicata a Ringo e questa incentrata su Sam, a partire dal distacco temporale rispetto agli archi narrativi precedenti e proseguendo con la fuga dei protagonisti dalle forze governative ecc. Poi, se all'inizio della prima stagione gli "Orfani" in
armatura potevano essere considerati i buoni, quelli per cui parteggiare, ora osserviamo nuovamente un ribaltamento delle parti e guardiamo la storia dal punto di vista di chi viene braccato da squadre che indossano le medesime armature di Ringo e soci, e risulta quasi impossibile non
parteggiare per Sam e i due giovani Perseo e Andromeda.
Viene poi fatto un nuovo importante accenno alla tematica dell'oppressione dell'omosessualità all'interno di regimi simil-dittatoriali: agli omosessuali non era stato permesso infatti di raggiungere Nuovo Mondo, in un evidente intento di epurazione basato sui gusti sessuali; un tema che sembra poter tornare anche nei numeri successivi.
Viene poi fatto un nuovo importante accenno alla tematica dell'oppressione dell'omosessualità all'interno di regimi simil-dittatoriali: agli omosessuali non era stato permesso infatti di raggiungere Nuovo Mondo, in un evidente intento di epurazione basato sui gusti sessuali; un tema che sembra poter tornare anche nei numeri successivi.
Ma la storia non è solo concettuale, bensì caratterizzata da tanta azione e da un ritmo molto sostenuto, con qualche intermezzo di dialoghi ben piazzati.
Impossibile poi non tenere conto dell'imponente aspetto grafico dell'episodio. Di Giandomenico realizza alcune tra le tavole più spettacolari dell'intera serie. L'impostazione delle tavole è molto variegata, mai statica, e conferisce sin dalla struttura un importante dinamismo. Tavole a sviluppo orizzontale si intervallano a vignette verticali, splash page (anche doppie) si susseguono a tavole con ampi sfondi su cui si stagliano vignette dal calibro differente. Il trait d'union è il forte impatto, con una particolare attenzione al mantenere inalterata la leggibilità. L'artista di Teramo, noto per la velocità e per l'essere particolarmente versatile, non nega così la sua matrice di autore ormai al vertice del comicdom statunitense da oltre un decennio.
Sin dalla copertina si possono intravedere rimandi al fumetto
statunitense dei primi anni Novanta, nello specifico al Todd McFarlane
di Spider-Man #1, con una posa più volte ripresa nel corso degli anni da vari artisti, nonché dallo stesso McFarlane (vedi immagine sotto).
Inevitabile per il sottoscritto avvertire indistintamente anche echi del grande Frank Miller, maestro di gran parte dei fumettisti emersi negli ultimi tre decenni, a partire da alcuni dettagli (il fulmine in stile Dark Knight Returns, alcuni straordinari giochi d'ombre ecc.) ma anche nell'impostazione di alcune tavole e persino nella resa dei volti di alcuni personaggi (pensiamo principalmente al generale Petrov e al governatore Garland, ma non solo). Questo aspetto può essere visto come un ulteriore punto di contatto con Orfani: Ringo, che in alcuni passaggi rendeva omaggio a Miller (indimenticabile il Ringo/Dark Knight reso graficamente da Carlo Ambrosini in Città aperta, vedi qui) e al fumetto di stampo supereroistico in generale, non solo graficamente ma anche a livello narrativo, nella definizione ed evoluzione della parabola narrativa di un Pistolero vicino al crepuscolo. Tutto questo non deve però fuorviare rispetto all'apprezzamento di un percorso autoriale come quello di Carmine Di Giandomenico, che sin dalle sue prime opere ha dimostrato uno stile unico e del tutto personale, in grado di travalicare i generi e di giungere oggi con questo Sam #1 a una definitiva consacrazione anche nell'ambito del fumetto seriale bonelliano (dopo le prove molto valide su Dylan Dog, sia su storie brevi che come copertinista).
Il merito di questo risultato va conferito anche alla colorazione, davvero di alto livello: Alessia Pastorello sembra aver interpretato in maniera ineccepibile ogni piega del volto, ogni sfumatura emotiva, ogni luce e soprattutto ogni ombra. La resa di alcune ombre meriterebbe una trattazione a sé stante: in alcuni casi le ombre somigliano a tentacoli di oscurità intenti a impossessarsi delle anime dei protagonisti (come a pagg.12/13), oppure scavano solchi espressivi lungo i loro visi (vedi pagg. 23/24), o infine evocano la presenza di personaggi che non osserviamo direttamente nella scena (come Sam a pag. 44 o i due tizi in armatura nell'ultima bellissima vignetta di pag. 64). Anche se, come è ovvio, questi giochi erano già presenti nella tavola in bianco e nero realizzata da Di Giandomenico, la resa a colori definitiva riesce a rendere onore a tale perizia e minuziosità.
La
storia si chiude con un paio di colpi di scena finali, che non anticiperemo ma
che saranno verosimilmente determinanti per lo svolgimento futuro. E noi saremo lì a gustarci ogni singola pagina poiché, se ogni storia ha la medesima carica di questo esordio, ci sarà senz'altro da divertirsi.Inevitabile per il sottoscritto avvertire indistintamente anche echi del grande Frank Miller, maestro di gran parte dei fumettisti emersi negli ultimi tre decenni, a partire da alcuni dettagli (il fulmine in stile Dark Knight Returns, alcuni straordinari giochi d'ombre ecc.) ma anche nell'impostazione di alcune tavole e persino nella resa dei volti di alcuni personaggi (pensiamo principalmente al generale Petrov e al governatore Garland, ma non solo). Questo aspetto può essere visto come un ulteriore punto di contatto con Orfani: Ringo, che in alcuni passaggi rendeva omaggio a Miller (indimenticabile il Ringo/Dark Knight reso graficamente da Carlo Ambrosini in Città aperta, vedi qui) e al fumetto di stampo supereroistico in generale, non solo graficamente ma anche a livello narrativo, nella definizione ed evoluzione della parabola narrativa di un Pistolero vicino al crepuscolo. Tutto questo non deve però fuorviare rispetto all'apprezzamento di un percorso autoriale come quello di Carmine Di Giandomenico, che sin dalle sue prime opere ha dimostrato uno stile unico e del tutto personale, in grado di travalicare i generi e di giungere oggi con questo Sam #1 a una definitiva consacrazione anche nell'ambito del fumetto seriale bonelliano (dopo le prove molto valide su Dylan Dog, sia su storie brevi che come copertinista).
Il merito di questo risultato va conferito anche alla colorazione, davvero di alto livello: Alessia Pastorello sembra aver interpretato in maniera ineccepibile ogni piega del volto, ogni sfumatura emotiva, ogni luce e soprattutto ogni ombra. La resa di alcune ombre meriterebbe una trattazione a sé stante: in alcuni casi le ombre somigliano a tentacoli di oscurità intenti a impossessarsi delle anime dei protagonisti (come a pagg.12/13), oppure scavano solchi espressivi lungo i loro visi (vedi pagg. 23/24), o infine evocano la presenza di personaggi che non osserviamo direttamente nella scena (come Sam a pag. 44 o i due tizi in armatura nell'ultima bellissima vignetta di pag. 64). Anche se, come è ovvio, questi giochi erano già presenti nella tavola in bianco e nero realizzata da Di Giandomenico, la resa a colori definitiva riesce a rendere onore a tale perizia e minuziosità.
Il sommo audace
ORFANI: SAM "Nemesi"
NUMERO: 1
DATA: aprile 2017
SERGIO BONELLI EDITORE
COPERTINA: Carmine Di Giandomenico
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Roberto Recchioni e Michele Monteleone
DISEGNI E CHINE: Carmine Di Giandomenico
COLORI: Alessia Pastorello
Tutte le immagini: © 2017 Sergio Bonelli Editore, ad eccezione delle cover di Spider-Man e Spawn.
NUMERO: 1
DATA: aprile 2017
SERGIO BONELLI EDITORE
COPERTINA: Carmine Di Giandomenico
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Roberto Recchioni e Michele Monteleone
DISEGNI E CHINE: Carmine Di Giandomenico
COLORI: Alessia Pastorello
Tutte le immagini: © 2017 Sergio Bonelli Editore, ad eccezione delle cover di Spider-Man e Spawn.