DYLAN DOG #368
Gigi Simeoni torna a firmare un Dylan Dog come autore completo, dopo l'epico e memorabile Nel fumo della battaglia del marzo 2015 (quello con l'iconica copertina scura di Angelo Stano), e lo fa splendidamente con una storia dalle tinte fosche, fortemente inserita nella nuova continuity dylaniata.
[Spoiler lievi e danzanti.]
Torna, infatti, protagonista la bella e decisa Rania Rakim, il sergente braccio destro di un ispettore Carpenter quanto mai umano e fragile: torna e lascia il segno sull'indagine e sulla sua storia con Dylan (e attendiamo, a questo punto, ulteriori sviluppi).
Un intreccio ricco, quello orchestrato da Simeoni, che mette insieme episodi di vita di adolescenti sotto pressione, sogni di gloria frustrati, nazismo e storie di guerra, esoterismo, magia nera e - perché no? - amori proibiti che vedono protagonista il nostro bel Dylan; ma al centro di tutto... lei, l'arte cara a Tersicore: la Danza.
La storia si svolge quasi interamente presso una prestigiosa scuola di ballo londinese, la London Ballet School, all'interno della quale due giovani ragazze sono morte. Il Preside e la professoressa Wilson sostengono si tratti di suicidi dovuti alla mancanza di personalità delle due studentesse, non in grado di sostenere l'esame di fine anno, la cui prova consiste nell'eseguire alla perfezione il difficilissimo "Volo dell'angelo ribelle".
Dylan si ritrova a indagare dopo essere stato "assunto" da una giovanissima fanciulla, la quale lo ha messo sul chi vive raccontandogli di alcune proprie sensazioni sinistre avvertite in quella scuola...
Simeoni si dimostra uno dei pochissimi autori che sanno sempre che cosa dire su Dylan e lo sanno fare con stile ed efficacia.
Insomma, dopo Anarchia nel Regno Unito e Nel fumo della battaglia, Simeoni ci regala un altro piccolo gioiellino dylaniato: questo Il passo dell'angelo - con la copertina di Gigi Cavenago, che lo rappresenta degnamente - è sicuramente l'albo più bello degli ultimi mesi... Vi basta?
RolandoVeloci
P.S. A proposito della stupenda copertina di Cavenago, Dylan assume la medesima posa che ha nel logo del trentennale. Ma questo probabilmente l'avrete già notato...