DYLAN DOG #362 - Dopo un lungo silenzio
Dylan e il demone della caduta di Tiziano Sclavi
"Dopo un lungo silenzio"
SERIE: DYLAN DOG
NUMERO: 362
DATA: ottobre 2016
SERGIO BONELLI EDITORE
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Tiziano Sclavi
DISEGNI E CHINE: Giampiero Casertano
COPERTINA: Nessuno
Tutte le immagini © 2016 Sergio Bonelli Editore.
Copertina bianca,
caratterizzata solo in alto dal logo – rosso sangue – del trentennale e in
basso dal titolo della storia, Dopo un lungo silenzio. In mezzo,
l’annuncio, in blu:
SCRITTO DA TIZIANO SCLAVI.
All’interno, il bianco domina
sovrano: non c’è spazio né per il redazionale, né per l’Horror club e
non c’è neanche la solita immagine del frontespizio… Torna a scrivere dopo un lungo silenzio,
appunto, che durava dal luglio 2007 (Ascensore per l’inferno, Dylan Dog #250), l’ideatore della serie, Tiziano Sclavi: non c’è spazio per tutto il
resto.
Ma non ci deve essere gioia per
questa riemersione di Sclavi dall’abisso del silenzio: sia perché questa storia
non costituirà un vero e proprio ritorno definitivo del papà di Dylan Dog come
tutti speravamo, sia perché – effettivamente – non c’è nessuna gioia in questo
ritorno. È un ritorno che più triste non si poteva… Un lancio preparato da una
propaganda ai limiti del voyeurismo e dell’osceno: strillato in ogni sede,
instillato nella mente dei lettori, trasformato in fatto commerciale prima di
essere apprezzato come fatto artistico in sé (sono già pronte edizioni
cartonate, con l'intera sceneggiatura dello stesso Sclavi…), insomma: tutto molto poco
nello stile di Sclavi. E cosa ha fatto l’autore lombardo? È andato – come
sempre – contro corrente: ha sfornato una storia così lacerante, toccante e
vera nella quale non c’è spazio né per mostri, né per fantasmi, ma solo per
tanta e orribile umanità.
Sclavi ritorna ed è come se non
se ne fosse mai andato. Con lui non servono continuity, restyling,
nuovi font, cervellotiche trovate sull’infanzia del protagonista (tremo
per il prossimo numero!), John Ghost, pensionamenti, intrighi e macchinazioni…
Dopo un lungo silenzio è quello che dovrebbe essere studiato nei corsi di
sceneggiatura.
Una storia dolorosa ma
asciutta, essenziale. Larghissimo l’impiego di Sclavi di tavole mute ma che in
realtà urlano di disperazione… Parte del merito va al pesantissimo tratto di
Giampiero Casertano (specchio riflettente la pesantezza sclaviana) che ha avuto
il privilegio di disegnare in modo magistrale questa storia. Una storia
sull’alcolismo e sulla solitudine, ma anche sulla depressione e sull’assenza di
Dio e sull’impossibilità di trovare negli altri un conforto e di comunicare loro il proprio malessere. Una storia che lascia l’amaro in bocca e che
si beve tutta d’un fiato come un bicchiere di rum o di whisky da due soldi…
Tiziano Sclavi ritorna e gli altri nomi –
i nomi di quelli che hanno imbrattato e imbrattano la serie con le loro storie
che non hanno nulla a che vedere lo spirito del personaggio e del suo autore
principe – scompaiono: ogni paragone appare improponibile, ogni penna appare
sbiadita, ogni trovata posticcia e fasulla. Messo da parte Claudio Chiaverotti
– il quale non è stato minimamente coinvolto nel nuovo ciclo dylaniato e rimane
l’unico, in tutta la storia della testata, ad aver scritto un numero
consistente di storie in grado di competere con quelle di Sclavi – restano
soltanto a poter dire qualcosa su Dylan e il suo mondo Roberto Recchioni (il
curatore della serie) e Alessandro Bilotta (tenutario dello speciale annuale dedicato al Pianeta dei morti).
Tiziano
Sclavi è tornato a scrivere sulla serie regolare di Dylan Dog. L’evento
è di quelli che fanno epoca e di questo – almeno di questo – chiunque abbia mai
amato Dylan Dog o almeno letto una sola storia dovrà essere sinceramente
grato al nuovo curatore della testata, il tanto chiacchierato quanto talentuoso
Roberto Recchioni.
Se esultiamo per il ritorno di
Sclavi, versiamo lacrime amare per l’addio di Angelo Stano, straordinario
copertinista della seria, sostituito dal giovane e formidabile Gigi Cavenago,
autore delle cover del Maxi Dylan Dog Old Boy e autore dei mirabili
disegni del penultimo numero, Mater Dolorosa.
Insomma, un ritorno che sa più
di funerale… Un ritorno che è un nuovo, tristissimo e al tempo stesso meraviglioso e perfetto addio. E solo Sclavi poteva regalarcelo. Per questo
ulteriore regalo noi rendiamo grazie.
Rolando
Veloci
"Dopo un lungo silenzio"
SERIE: DYLAN DOG
NUMERO: 362
DATA: ottobre 2016
SERGIO BONELLI EDITORE
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Tiziano Sclavi
DISEGNI E CHINE: Giampiero Casertano
COPERTINA: Nessuno
Tutte le immagini © 2016 Sergio Bonelli Editore.