DYLAN DOG #359

Sull'importanza della memoria









Nell'albo inedito pubblicato a fine luglio Dylan Dog affronta il complesso caso di Holden Heckleston, ragazzo che soffre di un disturbo particolare chiamato ipertimesia che lo porta a ricordare alla perfezione ogni singolo dettaglio autobiografico. Quando però nella sua mente iniziano a confluire i ricordi di oscuri crimini commessi da altre persone tempo prima, Holden decide di rivolgersi all'Indagatore dell'incubo.



Sul fondo è frutto del lavoro di Matteo Casali ai testi e Marco Nizzoli ai disegni. Casali, tra le altre cose uno dei primi sceneggiatori italiani ad avere successo nel mercato supereroistico statunitense, solo negli ultimi mesi è stato tra i protagonisti del progetto Radium (con il ritorno di Quebrada, di cui abbiamo più volte parlato sul blog) nonché fautore della miniserie Batman Europa per la DC Comics (in collaborazione con autori del calibro di Brian Azzarello, Giuseppe Camuncoli e Jim Lee). Per lui non si tratta tecnicamente di un esordio dylaniato: l'autore emiliano si era già occupato dell'Indagatore dell'incubo lo scorso anno nel Dylan Dog Color Fest #15 con la storia breve Spore, disegnata da Luca Dell'Uomo. Questo suo primo apporto alla serie regolare riveste comunque una certa importanza, un po' per la maggior lunghezza della storia, un po' per il suo significato di probabile impegno a lungo termine. A partire da un soggetto molto accattivante, Casali redige una sceneggiatura solida, opprimente e claustrofobica, un rompicapo costruito su ricordi "sbagliati", delitti irrisolti e memorie sepolte. Dylan si ritrova suo malgrado a non potersi esimere dall'aiutare questo ragazzo ingabbiato nella sua stravagante condizione, in un'indagine che lo coinvolge sempre di più. Casali inserisce i vari comprimari, da Groucho all'ex Ispettore Bloch, da Rania a Carpenter, senza farsi soggiogare dalla loro presenza e anzi facendoli muovere come dovrebbero.


Il flusso della narrazione è poi sapientemente interrotto da una sorta di breve intermezzo, ricorrente, una scena che mostra due ragazzini inquadrati dal basso, dal fondo di un barile, altro tassello di un mosaico che si ricompone solo nel finale. Proprio la costruzione di un crescendo, con una progressione galoppante verso la conclusione, è uno degli aspetti più convincenti della storia. Durante la dolente cavalcata verso il momento in cui i misteri vengono svelati, qualcosa nel meccanismo narrativo della storia sembra però incepparsi, lasciando qualche nodo nel pettine. Comunque ciò non toglie molto all'atmosfera, all'efficacia e al clima generale di una storia alquanto stimolante, che cattura.
Anche i disegni di Marco Nizzoli hanno ben pochi punti deboli. Magistrale nella caratterizzazione dei personaggi e nella cura dei dettagli, Nizzoli mostra uno stile sobrio e mai fuori luogo, che conferisce alla storia il giusto ritmo. In un episodio così tanto giocato sul non detto, sulle difficoltà nel mettere a fuoco immagini sfocate, riesce a rendere visibile solo ciò che è funzionale alla narrazione, interpretando bene gli spunti della sceneggiatura.

Dunque Dylan Dog #359 è un albo veramente tutto da leggere e rileggere, pieno di significato, in grado di tenere incollato il lettore fino al fantomatico "Fine dell'episodio". Seppur con qualche piccola imperfezione, possiamo senz'altro considerare quello di Casali come un ulteriore ingresso convincente nel team di sceneggiatori della serie regolare, al pari dei vari Ratigher, Gigi Simeoni e Barbara Baraldi che l'hanno preceduto negli ultimi anni.


Il sommo audace

P.S. L'usuale citazione musicale stavolta ricade sui Giardini di Mirò, band italiana dal respiro internazionale (allo stesso modo, appunto, di Matteo Casali), e la loro struggente Memories.






"Sul fondo"
SERIE: DYLAN DOG
NUMERO: 359
DATA: luglio 2016
SERGIO BONELLI EDITORE

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Matteo Casali
DISEGNI E CHINE: Marco Nizzoli
COPERTINA: Angelo Stano



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