DYLAN DOG #358
Carne cruda
Periodo di grande attività e presenza in edicola per Fabrizio Accatino. Nell'arco di pochi mesi, dopo lo splendido Dylan Dog di gennaio, saranno pubblicati in tutto due numeri de Le Storie da lui sceneggiati (Le nebbie di Boisbonnard e L'illusionista, in uscita a luglio) oltre al remake di Diabolo il grande per il prossimo Dylan Dog Color Fest. Non è però da trascurare Il prezzo della carne, Dylan Dog #358 che vede il ritorno ai disegni di Roberto Rinaldi e che riprende un tema caro al genere horror, quello dei morti viventi, in maniera solo apparentemente convenzionale.
Il cadavere decapitato di una giovane ragazza morta e sepolta da oltre due anni riemerge in mare aperto e - coincidenza vuole che - tra gli uomini che assistono al ritrovamento c'è il padre. La polizia però non procede al riconoscimento del cadavere. Dylan Dog si reca dunque nella cittadina di Grain, "un granello di polvere sulle carte geografiche", per capire come mai i morti non riescano a rimanere nelle loro tombe. La storia sin da subito non lesina i lati più crudi e disturbanti della vicenda, inserendosi nel trend recente di ripristinare la componente splatter e di non sottrarsi dall'indagare i lati più cupi e disturbanti della natura umana. Un episodio molto "nero" in cui Accatino riprende una delle caratteristiche più incisive della sua scrittura, ovvero quel narrare sottotraccia, lasciando impressioni subliminali che spesso necessitano di una seconda lettura per essere apprezzate pienamente.
Come già annotato dal sempre attento Lorenzo Barberis (nel blog Barberist, che vi invitiamo a seguire), un esempio lampante di questo lavoro disorientante nella narrazione è il disaccoppiamento nella primissima scena tra la voce fuori campo delle didascalie e i personaggi effettivamente mostrati: verrebbe naturale supporre che i pensieri esplicitati siano espressi da uno dei marinai in scena, mentre proseguendo nella lettura si scopre che si tratta di un altro dei comprimari, motore della vicenda suo malgrado. Per il resto l'indagine di Dylan va avanti in maniera alquanto lineare e cristallina fino al momento in cui si trova a scendere letteralmente nel Purgatorio, una sequenza muta molto suggestiva e decisamente in grado di sconvolgere il lettore.
L'effetto del nuovo corso emerge poco nella prima parte dell'albo, dato che, a parte la succitata scena iniziale, tutti i personaggi agiscono in maniera consueta: Groucho riempie la testa di battute e Bloch si comporta di fatto come se fosse ancora ispettore. È però proprio la decisione presa da quest'ultimo a metà della storia (con Dylan costretto ad affermare "Il vecchio non è più quello di una volta...") a far prendere tutt'altra direzione agli eventi.
Ai disegni Roberto Rinaldi, disegnatore storico della testata. Entrato nello staff di Dylan Dog negli anni Novanta, esordì con La fata del male (Dylan Dog #79), tutt'ora ritenuto uno degli episodi migliori tra quelli sceneggiati da Claudio Chiaverotti. La sua ultima prova sulla serie regolare, I ritornanti (Dylan Dog #319) su testi di Giancarlo Marzano, risale invece a circa tre anni fa. Il suo stile dettagliato e realistico rende bene l'atmosfera della storia, esaltando quella sensazione superficiale di "convenzionalità" della sceneggiatura, che in realtà nasconde una buona manciata di elementi del tutto stranianti. Lo stile classico di Rinaldi si esalta particolarmente nella descrizione delle ambientazioni, ben curata e meticolosa.
Insomma un episodio stimolante ed efficace che inaugura un'estate alquanto promettente per il personaggio, coronata dagli annunciati festeggiamenti di fine settembre per il trentennale dall'esodio in edicola dell'Indagatore dell'incubo (attesa che ammazzeremo anche con Sul fondo, albo in uscita a luglio in cui esordirà sulla serie regolare l'ottimo Matteo Casali).
In chiusura, non possiamo terminare il pezzo senza condividere con voi Know di Nick Drake, una delle canzoni citate nell'albo, tratta dal terzo e ultimo album del cantautore inglese, melodia struggente fatta di sola voce e chitarra acustica.
Audaci (e terrificanti) saluti.
"Il prezzo della carne"
SERIE: DYLAN DOG
NUMERO: 358
DATA: giugno 2016
SERGIO BONELLI EDITORE
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Fabrizio Accatino
DISEGNI E CHINE: Roberto Rinaldi
COPERTINA: Angelo Stano
Periodo di grande attività e presenza in edicola per Fabrizio Accatino. Nell'arco di pochi mesi, dopo lo splendido Dylan Dog di gennaio, saranno pubblicati in tutto due numeri de Le Storie da lui sceneggiati (Le nebbie di Boisbonnard e L'illusionista, in uscita a luglio) oltre al remake di Diabolo il grande per il prossimo Dylan Dog Color Fest. Non è però da trascurare Il prezzo della carne, Dylan Dog #358 che vede il ritorno ai disegni di Roberto Rinaldi e che riprende un tema caro al genere horror, quello dei morti viventi, in maniera solo apparentemente convenzionale.
Il cadavere decapitato di una giovane ragazza morta e sepolta da oltre due anni riemerge in mare aperto e - coincidenza vuole che - tra gli uomini che assistono al ritrovamento c'è il padre. La polizia però non procede al riconoscimento del cadavere. Dylan Dog si reca dunque nella cittadina di Grain, "un granello di polvere sulle carte geografiche", per capire come mai i morti non riescano a rimanere nelle loro tombe. La storia sin da subito non lesina i lati più crudi e disturbanti della vicenda, inserendosi nel trend recente di ripristinare la componente splatter e di non sottrarsi dall'indagare i lati più cupi e disturbanti della natura umana. Un episodio molto "nero" in cui Accatino riprende una delle caratteristiche più incisive della sua scrittura, ovvero quel narrare sottotraccia, lasciando impressioni subliminali che spesso necessitano di una seconda lettura per essere apprezzate pienamente.
Come già annotato dal sempre attento Lorenzo Barberis (nel blog Barberist, che vi invitiamo a seguire), un esempio lampante di questo lavoro disorientante nella narrazione è il disaccoppiamento nella primissima scena tra la voce fuori campo delle didascalie e i personaggi effettivamente mostrati: verrebbe naturale supporre che i pensieri esplicitati siano espressi da uno dei marinai in scena, mentre proseguendo nella lettura si scopre che si tratta di un altro dei comprimari, motore della vicenda suo malgrado. Per il resto l'indagine di Dylan va avanti in maniera alquanto lineare e cristallina fino al momento in cui si trova a scendere letteralmente nel Purgatorio, una sequenza muta molto suggestiva e decisamente in grado di sconvolgere il lettore.
L'effetto del nuovo corso emerge poco nella prima parte dell'albo, dato che, a parte la succitata scena iniziale, tutti i personaggi agiscono in maniera consueta: Groucho riempie la testa di battute e Bloch si comporta di fatto come se fosse ancora ispettore. È però proprio la decisione presa da quest'ultimo a metà della storia (con Dylan costretto ad affermare "Il vecchio non è più quello di una volta...") a far prendere tutt'altra direzione agli eventi.
Ai disegni Roberto Rinaldi, disegnatore storico della testata. Entrato nello staff di Dylan Dog negli anni Novanta, esordì con La fata del male (Dylan Dog #79), tutt'ora ritenuto uno degli episodi migliori tra quelli sceneggiati da Claudio Chiaverotti. La sua ultima prova sulla serie regolare, I ritornanti (Dylan Dog #319) su testi di Giancarlo Marzano, risale invece a circa tre anni fa. Il suo stile dettagliato e realistico rende bene l'atmosfera della storia, esaltando quella sensazione superficiale di "convenzionalità" della sceneggiatura, che in realtà nasconde una buona manciata di elementi del tutto stranianti. Lo stile classico di Rinaldi si esalta particolarmente nella descrizione delle ambientazioni, ben curata e meticolosa.
Illustrazione di Roberto Rinaldi. |
Insomma un episodio stimolante ed efficace che inaugura un'estate alquanto promettente per il personaggio, coronata dagli annunciati festeggiamenti di fine settembre per il trentennale dall'esodio in edicola dell'Indagatore dell'incubo (attesa che ammazzeremo anche con Sul fondo, albo in uscita a luglio in cui esordirà sulla serie regolare l'ottimo Matteo Casali).
In chiusura, non possiamo terminare il pezzo senza condividere con voi Know di Nick Drake, una delle canzoni citate nell'albo, tratta dal terzo e ultimo album del cantautore inglese, melodia struggente fatta di sola voce e chitarra acustica.
Know di Nick Drake.
Il sommo audace
"Il prezzo della carne"
SERIE: DYLAN DOG
NUMERO: 358
DATA: giugno 2016
SERGIO BONELLI EDITORE
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Fabrizio Accatino
DISEGNI E CHINE: Roberto Rinaldi
COPERTINA: Angelo Stano