Alla ricerca della pecora Fassina
Questa volta voglio parlarvi di un grande fumettista
dei miei tempi e dei miei luoghi: Sergio Staino.
Il suo personaggio Bobo, dichiaratamente una caricatura dell'autore stesso, fece il suo esordio sulla rivista Linus nel 1979, anche se forse
alcuni di voi lo conosceranno per le sue vignette e inserti nel giornale l’Unità. Inutile dire che i suoi fumetti sono
di satira politica, ma a differenza di un autore come Giorgio Forattini, che pubblica vignette mettendo in ridicolo tutti i personaggi politici alla
ribalta e senza mostrare una particolare appartenenza, Staino si schiera a sinistra. Da qui nasce il libro a fumetti che ho
appena letto, Alla ricerca della pecora Fassina, nel cui sottotitolo molti si ritroveranno (Manuale per compagni incazzati, stanchi,
smarriti ma sempre compagni).
Devo premettere che mi inchino di fronte al geniale Sergio
per la freschezza del modo di trattare certi argomenti, per la semplicità nel
parlare di politica (si diverte a leggere il libro anche chi non si intende di questioni parlamentari) e perché riesce a far capire bene certi concetti che a volte i
politici rendono (appositamente) incomprensibili.
La storia prende il via da quando Matteo (Renzi, ovviamente), disegnato come un pastore di greggi, contando le sue pecore si
accorge che ne manca una e insieme a Bobo scopre che è la pecora Fassina ad
essere scappata dall’ovile. Matteo dice che una pecora così è meglio perderla
che trovarla ma Bobo cerca di farlo riflettere rispondendo che ogni pecora è
preziosa e che, tenendo conto della parabola, bisogna lasciare le novantanove pecore per mettersi a cercare
quella smarrita. Matteo se ne lava le mani e lascia a Bobo il compito di
trovarla. Comincia così una serie di incontri e avventure politiche in cui sarà
aiutato da un ragazzino di un campo nomadi, che ha sorpreso a rubare ma che
tenta di riportare sulla retta via cercando di convincerlo ad iscriversi al PD.
Ne esce fuori il quadro di un Bobo che tenta in
tutti modi di farsi piacere Renzi perché è il capo del suo partito. Cerca conferme che possano giustificarlo dal
costante confronto che viene fatto fra lui e Berlusconi. Si rivolge persino a un cartomante (Sabino) per sciogliere il suo dubbio e rimane contento nel
sentirsi dire che “ …se dico Berlusconi esce fuori la carta dell’ingannatore
e se dico Renzi esce fuori quella del primo della classe…”. Passerà guai di
tutti i tipi. Finisce a casa di Beppe Grillo che gli fa bere una pozione per
costringerlo a diventare grillino, troverà Gianni Cuperlo che declama l’Amleto e il
padre di Amleto è Massimo D’Alema che intima a suo figlio di uccidere Matteo. Incontra Eugenio Scalfari seduto su una panchina a parlare da solo, va a casa di Romano Prodi che
dispensa consigli a tutti come un santone e rimane sconvolto nel vedere Walter Veltroni che ormai rincorre assurdi sogni cinematografici. Quando il
ragazzino nomade che gli è rimasto al fianco gli chiede perché nonostante tutto
Bobo vuole ancora restare nel PD quest’ultimo gli risponde “Certo che rimango
mica sono uno che si arrende, io”. Questo per ribadire il suo concetto: Il peggiore dei governi di sinistra è comunque sempre migliore del miglior
governo di destra.
Bellissime sono le tavole ambientate vent’anni
dopo, nel 2035. Bobo in carrozzella canta: “…si esce poco la sera
compreso quando è festa e c’è chi ha messo dei sacchi di sabbia davanti la
finestra…”, citando L'anno che verrà di Lucio Dalla. Si scopre cosa è successo dopo tutti questi anni ad alcuni
personaggi politici (ma non voglio dire niente per stuzzicare la vostra
curiosità).
Sergio Staino oltre che un grande fumettista è
sceneggiatore e regista. Ha ricevuto diversi premi nel corso della sua lunga carriera.
Sul suo modo di disegnare non c’è molto da dire: usa esclusivamente il bianco e
nero, i suoi tratti di matita sono curati e le ombreggiature sono date con una
tecnica ad aerografo. Riesce con pochi tratti a rendere l’idea del personaggio
in maniera spontanea e non calcando pesantemente la caricatura, come spesso fanno altri autori quali Forattini.
Quindi sembra di vedere i politici in carne ed ossa senza che
siano per forza ridicolizzati all’estremo.
Vi consiglio dunque la
lettura di questo libro anche se credete di non capire niente di politica: sono certa che vi
divertirete ugualmente.
E nel finire con la solita frase di una canzone mi è
d’obbligo scegliere Francesco Guccini, sia perché è di sinistra e sia perché è citato dallo stesso Bobo nel libro. Ho scelto una frase dalla canzone Addio.
…A chi si dichiara di sinistra e democratico però è amico di tutti perché non si sa mai e poi anche chi è di destra ha i suoi pregi e gli è simpatico ed è anche fondamentalista per evitare guai…
Alla prossima.
Adelaide
Manuale per compagni incazzati, stanchi, smarriti ma sempre compagni
Testi e disegni: Sergio Staino
Editore: Giunti
Data: Maggio 2016
Testi e disegni: Sergio Staino
Editore: Giunti
Data: Maggio 2016