MORGAN LOST #3
Un sinistro sogno in
rosso sangue
Ritorna l’ultimo nato di casa Bonelli. Morgan Lost si propone al
suo pubblico, dopo il successo della prima storia doppia, con uno degli albi
più freudiani, lynchiani, dylaniati e poetici mai concepiti da Claudio Chiaverotti.
Tutto parte da una melodia apparentemente allegra…
Il vostro affezionatissimo
era poco più che un adolescente quando, per la prima volta, ascoltò il brano
che dà il titolo all’albo che stringiamo tra le mani. La versione non era
quella originale delle The Chordettes,
bensì quella più “movimentata” dei Blind
Guardian, maestri dello speed metal teutonico. Degli incubi – altro che
sogni! –, cui questo pezzo inquietante ha fatto da colonna sonora, nel corso di
oltre quindici anni, il povero Rolando ha ormai perso il conto, ma quello che
rimane è il senso di isolamento, di abbandono e di tristezza che le parole
della canzone trasmettono, a prescindere dalla veste sonora che le accompagna. E
chi, meglio del divo Claudio Chiaverotti
– il signore degli incubi -, poteva fare sue le atmosfere malate che
aspettavano di diventare immagini per continuare a turbarci meglio il sonno? Questo
il disperato refrain, la
dichiarazione di aiuto di una persona sola che cerca nel sogno quello che non ha
nella vita reale e lo chiede all’uomo dei sogni:
Sandman, I’m so alone
Don’t have nobody to call my own
Please turn on your magic beam
Mr. Sandman, bring me a dream
A dare corpo a questo
incubo su 94 tavole è stato il mitico Giovanni
Freghieri, colonna portante di Dylan Dog. Non apprezzavamo così
tanto il lavoro delicato e raffinatissimo di Freghieri da parecchio: poi è
arrivata la miniserie Hellnoir (recensita qui e qui) e ora
questo numero di Morgan Lost che ce lo consegna nelle inedite sfumature di
rosso e grigio e bisogna ammettere che la resa è davvero memorabile!
Soprattutto colpiscono i suoi nudi: quanti e quanto funzionali! Mai una
concessione al voyerismo, per carità! Tutto è funzionale a mettere a nudo i due
protagonisti i quali, dopo un passato burrascoso, cercano, o pensano e sperano,
di ritrovare se stessi aprendosi all’altro. Complimenti a Freghieri!
I riferimenti principali
che abbiamo individuato sono Sigmund Freud, David Lynch e Dylan Dog: vediamo di che si
tratta!
La storia è freudiana: come non pensare al Der
Sandman di H.T.A. Hoffmann
(tra i più importanti artisti del Romanticismo tedesco ed europeo del XIX
sec.)? Il Racconto del 1815, particolarmente ricco di significati nascosti e
sinistri, è stato inserito, poco più di cento anni dopo, da Sigmund Freud nel suo saggio Il
perturbante, del 1919. E proprio le teorie psicanalitiche freudiane,
che da sempre accompagnano i parti artistici chiaverottiani, si fanno
particolarmente manifeste in queste pagine bagnate di rosso sangue. Freud parla
di animazione dell’inanimato, del doppio, della ripetizione ossessiva di un
gesto, del ritorno dei morti: nelle pagine di questo albo – e in quelle dei
precedenti - lo scrittore torinese
traduce il tutto in letteratura disegnata. Chi sono gli assassini seriali se
non i maestri della ripetizione di un gesto ossessivo, di un rituale che ha
senso solo per loro? L’abbiamo visto in precedenza con l’ex dolce metà di Morgan e lo vediamo in questa sede con
il killer di turno, Samuel Wenthworth. Questo cattivo – Mr.
Sandman – sembra apparentemente imbattibile proprio perché potrebbe trattasi di
un morto che ritorna (dunque come Lizbeth)
e, proprio come il Sandman di Hoffmann, è un soggetto in bilico tra il reale e
l’onirico, ma le sue azioni hanno ripercussioni nel mondo concreto e provocano
dolore e sofferenza all’altro da sé. E, nonostante le similitudini tra racconto
e fumetto non si esauriscano qui (in Hoffmann c’è l’acquisto del fatale
binocolo, in Chiaverotti c’è la visita di Morgan all’osservatorio astronomico
nel quale lavora Sarah; nell’autore tedesco c’è la torre che avrà un ruolo
determinante, in quello torinese c’è l’appartamento di Morgan che è il suo
corrispettivo), andiamo oltre…
Storia lynchiana, dicevamo. Sì, perché solo
chi ha letto con minore attenzione non avrà colto i numerosi riferimenti a quelli
che sono i due pilastri della filmografia del regista americano: Lost
Highway (1997) e Mullholland
Dr. (2001). Il «silenzio» urlato da Mr. Sandman a p. 82 è figlio
diretto dell’ormai mitico:
«Silencio... No hay
banda. È tutto registrato. È tutto un nastro. È solo un’illusione.»
in Mullholland Dr.;
mentre i continui riferimenti alla sedia elettrica e alle vite, alle relazioni
e alle storie mentali mai avvenute realmente, ma non per questo meno importanti
(anzi!) per le nostre esistenze, sono un chiaro riferimento a Lost Highway, e a quanto accade a Fred Madison mentre arrostisce sulla sedia elettrica.
Dylaniato? Sì, perché questo albo è debitore, in qualche misura, a
storie come Dopo mezzanotte o Accadde domani. I deliri sono
proprio quelli, finalmente! Le vite sospese, gli amori impossibili (e
all’interno dell’ucronia tutto è allo stesso tempo possibile e impossibile!),
le schegge di follia (con Sandman che capovolge Cartesio e il suo cogito ergo
sum e lo trasforma nel macabro «uccido
dunque esisto»), i barlumi di sanità mentale, le pulsioni autodistruttive:
tutto riconduce alla serie che ha consacrato il talento di Claudio Chiaverotti
poco meno di trent’anni fa.
Poetico, infinitamente
poetico e romantico. Come definirlo altrimenti? Dove lo trovate in giro,
oggi!, un altro fumetto che vi fa piangere inserendovi in una centrifuga di
emozioni contrastanti? Quanta poesia c’è nella storia d’amore di quest’albo?
Ciò che resta è l’incontro tra Morgan e Sarah, davvero degno di essere
ricordato come uno dei più belli degli ultimi anni… il loro, come quello di Romeo
e Giulietta, è un amore così totalizzante da risultare
devastante e autodistruttivo al solo pensiero di lei.
Per dirla con Gozzano:
«Il mio sogno è nutrito d’abbandono, di
rimpianto.
Non amo che le rose che non colsi.
Non amo che le cose che potevano
essere e non sono state...»
Anche
così, scomodando Montale, è
stato lungo il “loro” breve viaggio.
E noi ce lo ricorderemo…
Grazie, Claudio.
RolandoVeloci
MORGAN LOST “Mister Sandman”
NUMERO: 3
DATA: dicembre 2015
SERGIO BONELLI EDITORE
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Claudio Chiaverotti
NUMERO: 3
DATA: dicembre 2015
SERGIO BONELLI EDITORE
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Claudio Chiaverotti
DISEGNI E CHINE: Giovanni Freghieri
COLORI: Studio Arancia
COPERTINA: Fabrizio De Tommaso