Ramsey & Ramsey

Le Storie di Alessandro Bilotta e Michele Bertilorenzi







Non è da troppo tempo che Alessandro Bilotta mancava dalle nostre pagine virtuali. Di recente il sommo Audace ha infatti recensito l'ultimo Dylan Dog Speciale da lui sceneggiato, che ha segnato un momento davvero importante per la storia futura dell’Indagatore dell’incubo. Il pubblico audace sa bene quanto i vostri affezionatissimi seguano con attenzione l’opera dell’autore romano, il quale, in quel di Lucca Comics & Games 2015, ha annunciato una storia che vedrà come protagonisti proprio Dylan Dog e il suo Valter Buio. Elettrizzati da questa buona nuova, eccoci puntuali a scrivere un’audace recensione nella speranza di stuzzicare la vostra curiosità: si tratta di Ramsey & Ramseyquinto titolo del talentuoso autore per la collana Le Storie, a quasi un anno di distanza da Mercurio Loi. Ad accompagnarlo un disegnatore dallo stile morbido e pulito, anch'egli assolutamente non nuovo per i frequentatori del nostro blog: Michele Bertilorenzi.







Ecco la sinossi con la quale la stessa Sergio Bonelli Editore presenta il lavoro di Bilotta e Bertilorenzi:

«Jack lo Squartatore è tornato! Questo, almeno, è ciò di cui sono convinti a Scotland Yard, ma il giovane ispettore Philip Wisdom la pensa diversamente… Per lui, però, la strada è in salita, perché il killer sembra inafferrabile e gli indizi scarseggiano. Sarà l’incontro con i misteriosi gemelli Arthur e Jack Ramsey – tenaci e astuti investigatori – a cambiare il corso dell’indagine…»
Il saggio (mai nomen è stato tanto poco omen) e giovanissimo ispettore Philip Wisdom si è appena insediato in una Scotland Yard decisamente caotica; egli si trova a indagare su diversi casi di omicidio che vedono come vittime delle giovani prostitute in una Londra vittoriana e delirante che sembra uscita dalla penna dell’allucinato mago delle lettere scozzesi Robert Louis Stevenson. Tutti – soprattutto quel pallone gonfiato del commissario – sono convinti che l’autore dei delitti sia ancora Jack lo Squartatore (Jack the Ripper, in inglese: chi ha pensato ai Judas Priest?!), il fantomatico assassino che tra l’estate e l’autunno del 1888 ha ucciso – in modo orribile – almeno cinque donne nel quartiere di Whitechapel

Le sue indagini, ambientate sei anni dopo i sanguinosi fatti descritti poco sopra, sono rese ancor più difficoltose dall’inettitudine e dalla goffaggine della squadra di collaboratori che lo affianca; unico a salvarsi – almeno dal punto di vita professionale - il tenero e ingenuo Harold Bloch, il quale accetta di passare dal lavoro di ufficio all’indagine su strada. 

Molto presto, però, nella sua vita iniziano a insinuarsi due figure ambigue: sono i due gemelli Arthur (come Conan Doyle?) e Jack (come the ripper?) Ramsey, investigatori privati coinvolti nello stesso caso da Gemma Redgrave, detta Desiree, la maîtresse delle ragazze uccise.




Dotati di uno straordinario talento per la riflessione Arthur e di istinto per l’intuito Jack (ma sarà proprio così?!) i due (sicuri?!), con i loro stili di vita opposti e inconciliabili, conducono Wisdom e il lettore per mano lungo l’abisso dell’introspezione e dello scavo interiore. Apparentemente è un’indagine ambientata a Londra, ma, in realtà, è una discesa nel gorgo della psiche umana, labilissima e sempre fedifraga; quindi, solo chi avrà il coraggio di guardare in faccia la Medusa riuscirà a riemergere dal baratro più buio e profondo che ci sia, quello dell’io.

Ancora una volta Bilotta riesce dove altri falliscono: cioè fa letteratura, non intrattenimento. I suoi non sono fumetti per passare piacevolmente tre quarti d’ora, o meglio, sono questo e molto di più, solo che serve avere occhi buoni per leggerli come meritano. La sua è un’opera aperta, un continuum letterario e artistico che da sempre racconta dell’alterità, dell’inquietudine che ci portiamo dentro, delle azioni fatte e – soprattutto – degli atti mancati, dei lapsus rivelatori, dell’apparenza che è sempre ingannevole e del prezzo che bisogna pagare se si vuole guardare nel fondo dell’abisso…




Se abbiamo potuto godere di questa bella storia, il merito grafico è tutto di Michele Bertilorenzi. Nato a Carrara, classe ’77, alunno dell’immenso Simone Bianchi, dopo diverse prove per il mercato americano dei comics (DC, Vertigo e Marvel), è tra gli autori coinvolti nel rilancio di Quebrada per l'etichetta Radium (ex Atomico) e nel ritorno di Kriminal previsto per il prossimo anno. Per la casa delle Idee di via Buonarroti questo è il suo primo lavoro e ci auguriamo sia solo l'inizio di una lunga serie. Il tratto delicato ma preciso del nostro è riuscito a rendere alla perfezione le atmosfere fumose e inquietanti della Londra di fine XIX secolo, tanto da farci rivivere visivamente gli stessi brividi che i grandi della letteratura gotica dell’epoca hanno saputo farci provare con le loro parole sanguinanti.


Forse ci ripeteremo, ma non temiamo di andare molto lontano dal vero quando affermiamo che quando sulla copertina di una storia a fumetti si legge il nome di Alessandro Bilotta si va incontro a storie che non si dimenticano e che compongono un'opera unica sull'inconscio umano. Non possiamo non citare le storie di Valter Buio e soprattutto L’impostore, Dylan Dog #317; e ancora Il lato oscuro della luna, Nobody, Friedrichstrasse, Mercurio Loi e, da oggi, Ramsey & Ramsey… Siamo onesti: chi può vantare una simile sequela di storie così ben concepite e realizzate?! 

Lunga vita a Bilotta!


Rolandoveloci


“Ramsey & Ramsey” 
SERIE: Le storie 
NUMERO: 38
DATA: novembre 2015 
SERGIO BONELLI EDITORE 

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Alessandro Bilotta 

DISEGNI E CHINE: Michele Bertilorenzi 
COPERTINA: Aldo Di Gennaro

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