L'autobus incantato ~ Il pensiero libero fa tremare i regimi

La storia vera di un viaggio che si trasforma in un incubo: Majid Bita racconta il coraggio di chi lotta per la libertà di pensiero


Ci sono cose che fanno paura a tuttə, come la guerra, le armi, la violenza, il dolore e le malattie, per esempio.
E poi c'è una cosa che fa paura ai regimi, dovunque nel mondo, in qualsiasi momento storico: le persone che hanno idee diverse, libere dall'obbligo all'obbedienza, e che le mettono su carta, o le dipingono su una tela, o le raccontano in un film, sfidando imposizioni, leggi e divieti.
L'autobus incantato di Majid Bita, autore già conosciuto e apprezzato per Nato in Iran, racconta proprio la storia di ventuno intellettuali coraggiosi e dissidenti e di un regime terrorizzato dalle loro parole. Una storia vera, avvenuta negli anni Novanta, misconosciuta in Occidente ma paradigmatica della quotidianità sotto il governo degli āyatollāh.

Le prime tavole riassumono in modo tanto esaustivo quanto agghiacciante l'atmosfera degli ultimi decenni del secolo scorso, la scena è veloce e sconvolgente: un uomo cammina per strada, forse per rientrare a casa dal lavoro, quando si accorge di essere seguito da un paio di figure con gli occhiali scuri e abiti anonimi. Nella strada deserta si consuma il suo omicidio brutale. Il suo sangue si mescola a quello che scorre a fiumi nel silenzio omertoso delle vie delle città, che si secca sull'asfalto e sui muri, ricopre per sempre parole che non saranno mai più scritte, idee che mai si realizzeranno.


La narrazione, poi, inizia a scorrere su due piani paralleli: i primi anni '90, il periodo dell'attentato e gli anni successivi, in cui - sparsə in paesi diversi, in fuga o in esilio - le vittime di quel viaggio spaventoso raccontano la loro storia.
Una storia che inizia quasi per caso, con un invito a partecipare a un convegno di scrittorə in Armenia. Qui iniziamo a conoscere lə protagonistə di questa storia, intellettuali, giornalistə e scrittorə tenutə d'occhio dagli uomini del regime. Fin dall'inizio, le loro parole spostano il velo sull'onnipresenza della minaccia e dell'oppressione: carceri e incidenti, documenti sequestrati e lavori vietati. Poco lontano, qualcuno li spia.

Viaggiare in aereo diventa impossibile per chi si è visto sottrarre un passaporto o per chi vuole evitare il più possibile di dare troppo nell'occhio, così decidono di andare in Armenia in autobus. Da questo momento in poi, la vicenda prende sempre più i toni del thriller, il tono si fa ansiogeno e sincopato, il ritmo si allunga in pause cariche di tensione, mentre i volti tradiscono un turbinare di emozioni. Anche il più piccolo contrattempo viene vissuto come un segnale d'allarme, come la scoperta di un tradimento.
Fino al momento in cui il tradimento si compie, ormai atteso e inevitabile.


La matita di Majid Bita è pesante, sporca, veloce, spigolosa, e si mischia nelle tavole a fotografie con i contrasti così elevati da confondersi spesso con gli elementi di pura grafica. La realtà si fa palcoscenico per la narrazione, l'interpretazione dell'artista trasforma l'oggettività degli spazi insegnando allə lettorə un modo nuovo di guardarli. Attraverso i disegni di Bita, l'oppressione del regime si fa tangibile e visibile, una cappa catramosa di nero asfissiante che macchia i fogli, restringe gli spazi, inquina la luce.


Bita rende omaggio a chi, solo per le sue idee, ha vissuto sotto la costante minaccia degli arresti illegali, della tortura e della detenzione, di chi ha dovuto abbandonare il suo Paese solo per poter finalmente esprimere un pensiero. Racconta il suo Iran ma celebra lə pensatorə liberə di tutto il mondo e di ogni epoca, il loro coraggio e la determinazione delle loro parole.

Claudia Maltese (aka clacca)

L'autobus incantato

Testi e disegni: Majid Bita
Editore: Canicola
Collana: I Quindici
Data di pubblicazione: ottobre 2025
Formato: 352 pagine in bianco e nero, 17×24
Prezzo: 26 €

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