DYLAN DOG #344 - Recensione
«Una ragazzina scomparsa nel nulla,
una persona morta ingerendo dell’acido del quale non è rimasta traccia e
un’altra gravemente ustionata in modo incomprensibile. Tre casi irrisolti,
privi di spiegazione logica... Che cos’hanno a che fare con un antico ciondolo
fatto di un metallo estremamente raro, più prezioso del platino e resistente
agli acidi, il rodio? Come se non bastasse, all’interno del pendaglio si cela
un minuscolo cristallo di zolfo… La puzza di satanismo è forte. A Dylan non
resta altra scelta che ricorrere all’aiuto di un super esperto, in materia di
Alchimia: Hamlin».
Saremo sinceri, tanto lo siamo sempre. Questa
presentazione ufficiale non ci aveva entusiasmato molto! Quando c’è di mezzo Hamlin, il sinistro proprietario del
negozio Safarà, le storie alla fine
non si rivelano poi così audaci (salviamo solo Gente che scompare, n.
59, di Sclavi e Coppola, anche perché appare lì per la prima volta). Se poi
considerate che il tratto personalissimo del buon Giorgio Pontrelli (al suo esordio sulla serie regolare, dopo la sua
primissima prova sul Maxi Dylan Dog Old Boy di febbraio,
con la storia A
volte non ritornano, su testi di Giancarlo Marzano,) per alcuni può essere non eccessivamente appetibile, la situazione
non migliora di certo. Aggiungeteci che, come iniziamo a sfogliare l’albo, troviamo
qualcuno che canticchia Hit ‘em up della buonanima di 2Pac – e il rap non è proprio nelle
corde audaci – e il quadro, assai poco rassicurante, sarà completo.
Ma
– assai poco audacemente – stavamo tralasciando un particolare fondamentale: la storia
è scritta da Gigi "Gigione" Simeoni, autore dell’ultimo e splendido Nel fumo della battaglia, che tanto ha fatto sognare noi dylaniati
miltoniani! Il nostro uomo è uno dei più capaci sceneggiatori in circolazione, su
questo non si discute, e anche in questa storia – lo diciamo subito, non il suo
capolavoro – riesce a tenere il lettore con l’occhio attaccato alla pagina fino
alla fine.
Al centro dell’indagine dell’Indagatore dell’incubo ci sono tre diversi casi, dicevamo: una ragazza scomparsa, un’altra che muore per aver bevuto – apparentemente – dell’acido e un uomo che muore in seguito alle ustioni dovute anch’esse al contatto con dell’acido. Questa volta, però, non c’è nessuna bella cliente che va da Dylan a chiedere di lavorare per lui ma è l’affascinante e ben gentile sergente Rania Rakim a ricorrere all'intuito e al quinto senso e mezzo del buon Dylan per farsi aiutare per risolvere il caso.
Al centro dell’indagine dell’Indagatore dell’incubo ci sono tre diversi casi, dicevamo: una ragazza scomparsa, un’altra che muore per aver bevuto – apparentemente – dell’acido e un uomo che muore in seguito alle ustioni dovute anch’esse al contatto con dell’acido. Questa volta, però, non c’è nessuna bella cliente che va da Dylan a chiedere di lavorare per lui ma è l’affascinante e ben gentile sergente Rania Rakim a ricorrere all'intuito e al quinto senso e mezzo del buon Dylan per farsi aiutare per risolvere il caso.
Il
polo principale su cui far ruotare tutta la storia è un ciondolo indossato da una delle vittime “preso” in un negozio di
Portobello Road, chiamato The Shadow
Corner; l’ombra di un antico alchimista dal nome decisamente rivelatore, Van Heller, aleggia vendicativa e
carica di malignità; una terribile minaccia chimica si profila all’orizzonte
per l’inconsapevole popolazione londinese… Gli elementi sono tanti!
Una
delle sequenze più belle è quella del ricordo dell’asta del ciondolo, al centro
delle indagini di Dylan: Hamlin – al quale il nostro old boy si rivolge ben presto – racconta del misterioso compratore
(che ricorda il Donald Sutherland de
La
migliore offerta di Giuseppe Tornatore)
che gli aveva impedito di aggiudicarsi il monile fatto di radio e zolfo.
Davvero
in forma, ormai non è più un caso isolato, l’amato Groucho: splendide le sue gag su Freud, i suoi giochi di parole
con Rania e la battuta su - udite udite! - Martin
Mystère!
Bisogna
voler bene a Simeoni per l’impegno nella scrittura e nella cura del dettagli
tecnici: infatti, in occasione del nostro ultimo incontro in quel di Torino
Comics, l’autore bresciano ci ha rivelato di essersi dedicato molto alla
ricerca delle informazioni scientifiche.
I
disegni di Pontrelli ben si adattano alla sceneggiatura: la loro pulizia e
l’esilità del tratto nero sembrano quasi voler riprodurre la liquidità
dell’elemento principale della storia, l’acqua appunto.
Continuiamo
a dare fiducia a Dylan, insomma, perché se lo merita!
RolandoVeloci
“Il sapore dell’acqua”
SERIE: DYLAN DOG
NUMERO: 344
DATA: aprile 2015
SERGIO BONELLI EDITORE
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Gigi Simeoni
SERIE: DYLAN DOG
NUMERO: 344
DATA: aprile 2015
SERGIO BONELLI EDITORE
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Gigi Simeoni
DISEGNI E CHINE: Giorgio Pontrelli
COPERTINA: Angelo Stano