DYLAN DOG #250
L’omaggio audace a Bruno Brindisi e Tiziano Sclavi e al loro Ascensore per l’inferno
A
volte narrare ciò che accade quando incontri un autore dal vivo non è
sufficiente. È giusto soffermarsi sul suo lavoro, sulle sue opere, sviscerarne
almeno una, per completare il quadro. Questa recensione infatti è stata pensata
per celebrare un artista incontrato dagli Audaci
in quel di Lucca 2013: Bruno Brindisi,
presente in tale sede per presentare
la riedizione del sedicesimo Texone, “I predatori del deserto”, da lui
disegnato per i testi di Claudio Nizzi (e pubblicato ora da NPE).
Il
nostro si è dimostrato, come scritto in altra sede, un uomo davvero
straordinario per simpatia e disponibilità. Ma perché stiamo recensendo proprio Ascensore per l’inferno, il Dylan Dog n. 250,
albo a colori uscito nel luglio 2007 per i testi dell’immenso Tiziano Sclavi? Perché questo e non Finché morte non vi separi?
O Il
Male? O Il numero duecento? O qualcuno dei tantissimi altri capolavori
firmati da Brindisi?
La scelta è caduta su questo miracolo fumettistico per due ragioni. La prima è che questo è stato uno degli albi che abbiamo selezionato audacemente per farci fare la dedica dal maestro Brindisi; la seconda è che in pochi, ahiloro! poveretti!, ancora oggi, dopo tanti anni, si sono resi conto di quale immenso capolavoro sia.
La scelta è caduta su questo miracolo fumettistico per due ragioni. La prima è che questo è stato uno degli albi che abbiamo selezionato audacemente per farci fare la dedica dal maestro Brindisi; la seconda è che in pochi, ahiloro! poveretti!, ancora oggi, dopo tanti anni, si sono resi conto di quale immenso capolavoro sia.
Uno
degli ultimissimi lavori dylaniati dell’ideatore della serie, paroliere,
romanziere, poeta e genio letterario Tiziano Sclavi: basterebbe questo per fare
di Ascensore per l’inferno un fumetto
da acquistare, leggere, rileggere e conservare tra le cose più care per un
appassionato di grande letteratura. Ma c’è molto, molto di più!
Con Sclavi non c’è solo la grande letteratura (in questo caso quella novecentesca più inquietante, quella a firma Kafka; quella più geniale, a firma Joyce; quella dall’andamento irregolare, jazzato alla Miller e alla Fitzgerald), ma anche grande poesia e grande cinema. Sclavi è sempre stato un maestro nell’assimilare quanto di meglio le varie arti hanno saputo proporre al genere umano e ha saputo riversare tutto il suo sapere nei suoi lavori. Un po’ ci fanno pena quelli che maltrattano quest’albo dicendo che si tratta di un lavoro stanco in cui Sclavi fa il verso a se stesso. Evidentemente non hanno mai visto Il posto delle fragole di Ingmar Bergman (film capolavoro – uno tra i tanti, eh! – del maestro svedese) oppure ascoltato Sogno numero 2 di Fabrizio De André (canzone incantevole – una delle tante! – del poeta genovese): certo, perché queste due gemme artistiche sono solo due tra le tantissime citazioni inserite da Sclavi in questo incubo nell’incubo, a voi di trovare le altre!
Con Sclavi non c’è solo la grande letteratura (in questo caso quella novecentesca più inquietante, quella a firma Kafka; quella più geniale, a firma Joyce; quella dall’andamento irregolare, jazzato alla Miller e alla Fitzgerald), ma anche grande poesia e grande cinema. Sclavi è sempre stato un maestro nell’assimilare quanto di meglio le varie arti hanno saputo proporre al genere umano e ha saputo riversare tutto il suo sapere nei suoi lavori. Un po’ ci fanno pena quelli che maltrattano quest’albo dicendo che si tratta di un lavoro stanco in cui Sclavi fa il verso a se stesso. Evidentemente non hanno mai visto Il posto delle fragole di Ingmar Bergman (film capolavoro – uno tra i tanti, eh! – del maestro svedese) oppure ascoltato Sogno numero 2 di Fabrizio De André (canzone incantevole – una delle tante! – del poeta genovese): certo, perché queste due gemme artistiche sono solo due tra le tantissime citazioni inserite da Sclavi in questo incubo nell’incubo, a voi di trovare le altre!
Ma non
siamo qui per elogiare solo il genio di Sclavi (questo ci ripromettiamo di
farlo in futuro in modo molto più analitico e organico, con maggiore rigore).
Questa è principalmente la celebrazione di uno dei più grandi disegnatori
italiani viventi, Bruno Brindisi. Questo albo, con numerose tavole prive di baloon e dialoghi, ha permesso al
disegnatore campano di esprimersi al meglio mettendo in mostra il suo
impareggiabile talento narrativo. E sì, perché bisogna essere dei mostri di
bravura per poter realizzare sequenze come quelle da pag. 28 a pag. 34 (occhio
alla citazione bergmaniana) e da pag. 54 a pag. 59 (quel galeone che naviga nel
cosmo è impagabile).
Brindisi ha un tratto delicatissimo, riconoscibile e, proprio per questo, è stato scelto per realizzare graficamente molti degli appuntamenti più importanti e celebrativi della storia editoriale di Dylan Dog, nonché le copertine della riedizione a colori della serie per il Gruppo La Repubblica-Espresso. In questo numero 250 il suo lavoro viene impreziosito ulteriormente dai colori dello Studio di Emanuele Tenderini (preambolo di straordinaria qualità al lancio di lì a poco del primissimo Dylan Dog Color Fest nell’agosto 2007).
Brindisi ha un tratto delicatissimo, riconoscibile e, proprio per questo, è stato scelto per realizzare graficamente molti degli appuntamenti più importanti e celebrativi della storia editoriale di Dylan Dog, nonché le copertine della riedizione a colori della serie per il Gruppo La Repubblica-Espresso. In questo numero 250 il suo lavoro viene impreziosito ulteriormente dai colori dello Studio di Emanuele Tenderini (preambolo di straordinaria qualità al lancio di lì a poco del primissimo Dylan Dog Color Fest nell’agosto 2007).
Insomma,
un Brindisi divino, insuperabile, all’apice del suo talento creativo; uno
Sclavi visionario come nella migliore tradizione onirica dylaniata; una storia
inquietante con un numero inesauribile di rimandi ad altre avventure già
vissute da Dylan, con il ritorno di tanti, tantissimi personaggi – ma non sono
proprio loro, o sì?! – che abbiamo già incontrato in passato…
Non ci
resta che augurarvi buona (ri)lettura e buona discesa (o salita?) verso il
vostro personale inferno.
Albo
fondamentale. La vera letteratura disegnata.
Rolando Veloci
DYLAN DOG #250
“Ascensore per l’inferno”
Data di pubblicazione: Luglio 2007
Editore: Sergio Bonelli Editore
Soggetto e sceneggiatura: Tiziano Sclavi
Disegni e chine: Bruno Brindisi
“Ascensore per l’inferno”
Data di pubblicazione: Luglio 2007
Editore: Sergio Bonelli Editore
Soggetto e sceneggiatura: Tiziano Sclavi
Disegni e chine: Bruno Brindisi
Colori: Studio Tenderini
Copertina: Angelo Stano