Cuore di Lupo

"Le Storie" di Carlo Ambrosini 


Carlo Ambrosini non lo scopriamo certamente noi Audaci, né tantomeno in questa sede. Il nostro è uno dei più grandi talenti del fumetto italiano e ha alle spalle un curriculum così corposo e prestigioso che ci vorrebbe un trattato solo per elencare i suoi lavori più celebri. Di recente l'abbiamo intervistato, ma anche recensito più che positivamente per il suo ultimo Dylan Dog, il numero 325, Una nuova vita, albo che ha dato il via alla nuova fase della vita dell’Indagatore dell’Incubo ideato da Tiziano Sclavi.
I lettori più affezionati alla nuova serie bonelliana de "Le Storie" ricorderanno senza dubbio il suo immenso talento messo su carta per la realizzazione del n. 4, No Smoking (per i testi di Ruju), anch’esso recensito dagli Audaci.

Ma veniamo a questo suo nuovo lavoro, Cuore di lupo. Ad Ambrosini piace il genere giallo ma anche il noir, questo è risaputo. Ma quello che sorprende ogni volta è come egli riesca a donare a una nuova storia una sfumatura diversa rendendo un unicum irripetibile l’albo fresco di stampa. Per questa occasione Ambrosini è andato ad attingere da un tema coraggioso, poco noto (anzi, noto ma poco attraente) dal punto di vista mediatico: quello relativo alla condizione dei nativi americani superstiti e relegati, oggigiorno, ai margini dell’esistenza. Un popolo condannato all’emarginazione dalle amministrazioni indifferenti che non si preoccupano di migliorare una situazione che risulta essere drammatica sotto tanti punti di vista. I nostri fratelli (gli esseri umani sono tutti legati, come ci ricordava Gianfranco Manfredi chiudendo le introduzioni agli albi di Magico Vento con le parole Lakota "Mitakuye oyasin") continuano a non trovare una loro collocazione in un mondo che continuano a non comprendere (e non sono i soli) e per evadere dallo squallore quotidiano troppo spesso trovano nell’alcol la loro valvola di sfogo oppure, se va bene, sono costretti a lasciare le rispettive famiglie per andare lontano in cerca di lavoro e di riscatto sociale e umano.



Questo è il quadro della situazione che Ambrosini denuncia con forza e sdegno: dalle sue tavole – alcune davvero di bellezza indescrivibile – si leva forte il grido di giustizia che sembra cadere nel vuoto orizzonte di un futuro che non sembra essere in grado di portare novità positive. 
Cuore di lupo è la triste storia di Tankee e del suo fratellino Woobi, due giovani costretti a scappare di casa per via della difficile situazione nella quale si trovavano a vivere (padre violento e alcolizzato che picchia la madre malata e costretta a letto). Ma, purtroppo per loro, i due giovani si trovano coinvolti in un massacro legato alla criminalità internazionale e vengono a contatto con degli spietati e loschi personaggi che non esitano a vendere la vita di un uomo per pochi dollari o non pensano due volte se sparare o meno. Per loro fortuna, Jeff Cardiff giornalista del New Jersey (con un passato tutto da scoprire, pagina dopo pagina: a voi il piacere di farlo!) riesce con il suo coraggio e la sua prontezza a salvarli.

Il mondo che Ambrosini delinea è un mondo marcio, corrotto, sporco, squallido… eppure un barlume di speranza, un filamento di luce si scorge nelle parole del saggio Malakawe, personaggio di straordinaria forza intellettuale che sarà una gioia ricordare come uno dei più silenziosi e commuoventi di sempre. Imprimente nella vostra memoria questo suo monologo:

«La psiche umana non fa distinzioni etniche o territoriali. I bianchi hanno creduto di poter assimilare una cultura come quella del mio popolo senza cedere niente della loro… Una pretesa assurda che da un lato condanna le popolazioni dei nativi alla frustrazione e all’inerzia, e che, dall’altro, le società occidentali pagano in perdita di senso e degrado spirituale… La psiche aspira al cielo, ma le società degli uomini lo hanno capovolto ed è diventato un abisso… Il cielo andrebbe rifondato in un cielo solo, capace di accogliere tutti.» 



Ci sarebbe ancora molto da dire. Sulla personalità di Jeff, sulla sua incapacità di trovare un posto nel mondo, sul suo non sentirsi mai a casa da nessuna parte, sul suo rifiuto della società attuale, sul suo rapporto con la collega Diane (non stereotipato, come spesso nelle storie di Ambrosini) e la bella Lisette (che si intravede solo per tre vignette, a p. 106), e – soprattutto – sul lupo che lo segue (lo segue?) ovunque e che nessuno sembra riuscire a vedere… 

Tutti elementi volutamente lasciati in sospeso dal sapiente Carlo in vista, noi Audaci lo speriamo tantissimo, di una nuova Storia Bonelli con protagonista proprio Cuore di Lupo.

Un’altra gemma. Grazie Carlo.

Rolandoveloci









“Cuore di Lupo”
SERIE: Le storie
NUMERO: 14
DATA: Novembre 2013
SERGIO BONELLI EDITORE

SOGGETTO, SCENEGGIATURA, DISEGNI E CHINE: Carlo Ambrosini
COPERTINA: Aldo Di Gennaro


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