BLADE RUNNER: prequel
"Ma gli androidi sognano pecore elettriche?:
Polvere alla polvere"
Avvertenza per i non amanti della fantascienza: potete leggere.
Anche se in ciò che segue citeremo frequentemente androidi, guerre e fine del mondo, le tematiche potranno rivelarsi accattivanti anche per chi odia “Star Trek” o “Star Wars”. Garantito.
Avvertenza per tutti: non prendetevela coi poveri Chris Roberson (testi) e Robert Adler (disegni); il bizzarro titolo "Ma gli androidi sognano pecore elettriche?" (in originale "Do Androids Dream of Electric Sheep?") è frutto del genio puro di Philip K. Dick, che, a parte un gusto nella scelta di titoli stravaganti, è oggi ritenuto uno degli autori fondamentali della letteratura fantascientifica. Il suo libro è stato lo spunto per quel capolavoro cinematografico di ogni tempo che risponde al nome di "Blade Runner" (regia di Ridley Scott, 1982, su cui non ci dilungheremo se non consigliandovi tassativamente di vederlo se già non lo conoscete a memoria).
La casa editrice GP Publishing quest'anno ha presentato in Italia due serie di volumi: alcuni che rappresentano l'adattamento a fumetti del romanzo (cosa che ha francamente scatenato nel sottoscritto alcuni dubbi riguardo la necessità di un'ulteriore trasposizione della stessa storia, ma tant'è)…Inoltre qualche mese fa sono spuntati i due volumetti di cui parleremo, "Polvere alla polvere", che costituiscono un prequel “ufficiale” al romanzo, ambientati qualche anno prima rispetto alle avventure del cacciatore di androidi Rick Deckard (interpretato dall'integerrimo Harrison Ford nel film), che qui non appare.
Gli esseri umani in questo futuro distopico hanno già fatto tutti gli errori possibili e immaginabili: guerre nucleari con esiti devastanti come l’estinzione di tutte le specie animali per via della famigerata “polvere” del titolo. Polvere assassina, diciamo. Ma non è questo il nocciolo della vicenda. Il punto è che gli umani hanno avuto anche la brillante idea di creare in laboratorio degli androidi che facessero il “lavoro sporco”, che andassero in trincea al posto dei viventi e che eseguissero il tutto senza dire “bah”. Sei di loro, però, si ribellano e fuggono, e il compito di rintracciarli spetterà all’enigmatico Charlie Victor (di cui non vi diciamo altro per non rovinarvi la lettura) e a Malcolm Reed, sorta di sensitivo (schizofrenico, tra l’altro) che riesce a distinguere gli umani dagli androidi perché questi ultimi non provano emozioni.
O almeno, così dovrebbe essere. Perché sono proprio gli androidi a ribellarsi, a porsi interrogativi interessanti sull’umana condizione, sull’eventuale beneficio nel farsi guidare dalle proprie pulsioni.
Terzo personaggio-clou è la dottoressa Samantha Wu, che in realtà è una scusa per introdurre un “traditore” che rapirà il povero Malcolm. Inoltre, incontriamo la Wu dopo che è venuta a contatto con una “scatola empatica”, sorta di tramite per entrare in contatto con Wilbur Mercer e la sua religione (il Mercerianesimo).
Questa religione, dai contorni un po’ bizzarri, rientra a pieno regime nelle trovate “alla Philip K. Dick” (infatti è rintracciabile anche nel romanzo); i credenti seguono questa sorta di “virus mentale” che si propaga grazie a volantini, libricini e scritte pubblicitarie, vivendo esperienze mistiche dagli effetti simili in qualche modo a stati onirici o all’assunzione di droghe (quest’ultima associazione è ancora più esplicita nel fondamentale romanzo “Le tre stimmate di Palmer Eldritch” di Dick). Qui emergeva una precisa critica nei confronti di taluni culti dall’approccio pesantemente mediatico molto in voga in territorio statunitense.
Tutto intorno, incessante è la sensazione di fine del mondo imminente. Un po’ perché gli androidi fuggitivi vogliono sterminare la razza umana, un po’ perché tutta l’ambientazione riproduce molto le caratteristiche bianco/nero genere hard-boiled, con poche sfumature.
Ovviamente, come è giusto che sia, molta importanza viene data al tema dell’identità (uno dei leit-motiv di racconti e romanzi dickiani), con personaggi che ancora non sanno fino in fondo chi sono e altri che semplicemente non lo mostrano ai lettori se non tramite astuti colpi di scena.
Chris Roberson è uno di quegli autori da tenere d’occhio del mercato USA attuale. La sua “Cenerentola” (appartenente all’universo di “Fables” creato dall’ottimo Willingham) è stata una piacevole sorpresa, così come la deliziosa serie “iZombie”, disegnata dall’insostituibile Mike “Madman” Allred.
In “Polvere alla polvere” Roberson si conferma scrittore capace e in grado di mantenere un certo standard qualitativo (di sicuro sentiremo ancora parlare di lui…). Approfondisce i personaggi il giusto, ci fornisce le loro motivazioni, scorci sul passato e brevi didascalie in prima persona, tutto il necessario a farci entrare a dovere nella storia, che prosegue con pathos.
Robert Adler invece è un autore polacco praticamente al suo debutto (quindi non chiedeteci cosa ha disegnato da bambino perché lo ignoriamo!). Il suo stile tratteggiato, apparentemente insicuro e acerbo, in sostanza è piacevole e spartano, mai sopra le righe.
Chiudendo, potremmo dire che era un'operazione molto difficile, visto il successo della pellicola e il fanatismo di molti nei confronti di quel famoso "Ho visto cose che voi umani..."; rappresenta, però, uno sforzo di andare oltre l'opera d’origine e raccontare qualcos’altro con personaggi del tutto nuovi.
Questione difficile, dicevamo, e resa ulteriormente più ardua dalla recente riscoperta delle tematiche dickiane: come molti sapranno l'opera di Dick è stata a lungo sottovalutata, salvo poi rendersi conto in vari ambiti (editoria ecc.) delle mille sfaccettature e della visionarietà dei suoi spunti. Ora è adorato, ed era facile deludere i “puristi”. Invece, gli autori hanno lavorato egregiamente. E se qualcuno dovesse avvicinarsi ai libri di Dick grazie alla lettura di questi due volumi, allora…come già dicevamo alcuni giorni fa riguardo “Mytico”, avremmo fatto l’en plein!
Giuseppe "Giuppo" Lamola
in breve >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
"Ma gli androidi sognano pecore elettriche?: Polvere alla polvere" Vol. 1 e 2
• Testi: Chris Roberson
• Matite: Robert Adler
• Colori:Andres Lozano e Javier Suppa
• Copertina: Trevor Hairsine
• Editore: Gp Publishing (negli USA pubblicato dalla BOOM!)