SUPERMAN #1 (daccapo)
Tre testate, tanti autori e tante idee per un nuovo inizio!
Non ha più le mutande rosse sui calzoni.
Ecco, l'abbiamo detto, in audace differita rispetto a tutti gli altri media del mondo che ne hanno parlato alla fine del 2011, quando la Dc ha deciso di far ripartire l'intero universo in cui agiscono i suoi personaggi portando sugli scaffali 52 nuovi numeri uno!
Ora, dopo aver detto ciò che dovevamo, possiamo andare avanti a parlar di cose serie, senza timore di dimenticarci che stiamo parlando di un personaggio nato nel ‘38, mica ieri, quindi a volte dei cambiamenti risultano opportuni.
Il restyling grafico prevede un costume quasi del tutto azzurro per le storie ambientate nel presente (e ciò rende il supereroe molto più Kryptoniano), mentre in quelle ambientate nel passato c’è da evidenziare un mantello meno lungo e….i jeans (!), che ben rendono l’aria “sbarazzina” (solo apparente) di questo Young Superman.
Forse, però, più interessanti sono i mutamenti sostanziali e contenutistici presentati in “Action Comics” n.1, storia che occupa il primo terzo di questo albo edito in Italia dalla Rw-Lion, impreziosita dalle “chicche” architettate da quel folle di Grant Morrison per il suo esordio alle redini dell’Uomo d’Acciaio. Lo scrittore scozzese, solo per restare in ambito Dc, è già stato il regista delle avventure di Batman dell'ultimo lustro, da lui concepite come un’unica storyline onnicomprensiva, a dir poco contorta.
Inoltre, Grant aveva già sapientemente dato prova di sé con l'Azzurrone in “All-Star Superman”, prodotta insieme al fido Frank Quitely (tra i pochi disegnatori a supportare degnamente le pazzie architettate da Morrison), considerata tra le opere più importanti del fumetto americano dell'ultimo decennio.
Se poi questa nuova “Action Comics” è disegnata da Rags Morales, è ovvio che le aspettative fossero alle stelle.
Inoltre, Grant aveva già sapientemente dato prova di sé con l'Azzurrone in “All-Star Superman”, prodotta insieme al fido Frank Quitely (tra i pochi disegnatori a supportare degnamente le pazzie architettate da Morrison), considerata tra le opere più importanti del fumetto americano dell'ultimo decennio.
Se poi questa nuova “Action Comics” è disegnata da Rags Morales, è ovvio che le aspettative fossero alle stelle.
Chi è Rags? È nientepopodimenoché l'illustratore di “Identity Crisis”, una delle saghe della maturità dei comics americani, vera pietra miliare capace di imprimere un’impronta drammatica alle vicende di Batman & co.
il "primo" costume. I cosplayer low-cost ne abuseranno. |
Ma ora basta parlare del passato. Cosa c'è in questo numero 1?
La storia racconta di un Superman arrivato a Metropolis da poco, sei mesi appena, ma che già si è fatto conoscere in città e ha iniziato a fare rispettare la giustizia con i suoi modi non proprio ‘ortodossi’, provocando l’ira dell’ispettore Blake che cerca di arrestarlo a ogni occasione considerandolo un pericoloso sovversivo.
Ma la gente di Metropolis è già con lui tanto da fargli da scudo davanti ai carri armati dei militari, anche se - alla fine dell’albo - sembra che la diabolica coppia formata da Luthor e dal generale Lane (padre della splendida reporter Lois) siano sul punto di farlo prigioniero!
Intanto Morrison decide di offrirci la sua versione del personaggio, andando alle fondamenta dell’idea di Superman ed iniziando a mostrarci cosa vuol tirarne fuori. Come aveva già fatto con gli X-Men e con Batman, stila una sorta di manifesto programmatico, organico e puntiglioso, sulla direzione che vuol far prendere al personaggio. Non è un caso, probabilmente, che due tra le proposte più interessanti tra questi nuovi numeri 1 (cioè “Action Comics” n.1 e “Justice League” n.1 presentato sulla testata omonima) narrino avventure ambientate nel passato, descrivendo quindi il nuovo universo a mo’ di prequel o di 'origini'.
Operazione difficile ma sicuramente interessante, considerando però che le proposte legate al presente narrativo, come il “Superman” scritto e disegnato dal veterano George Pérez, non reggono affatto il confronto.
Il presente risulta scialbo e con meno attrattive, non si riesce davvero a giustificare la ripartenza (o reboot come dicono negli Usa) forse per la mancanza di idee nuove.
La vera sorpresa dell'albo, lasciatecelo dire, è l'ultima storia.
Intanto, perché in origine la Lion aveva progettato di inserirci la serie di “Superboy”, personaggio che ha sempre una certa presa sui lettori nonostante il nome non proprio epico; solo che poi si è deciso di dirottare SB verso il 'fragile' albo dei “Giovani Titani” per 'rinforzarlo' un po’ (so’ giovani, so’ ragazzi!).
Per cui, qui troviamo l'altrettanto giovane bionda 'cuginetta' Supergirl, in una veste quanto mai inedita. Il suo racconto infatti (ri)parte con dei presupposti abbastanza intriganti che ricordano un po’ il “Superman: Red Son” di Mark Millar: un supereroe la cui navicella atterra non in America ma… in Russia. Immancabile il tema dello spaesamento, dell'incomprensione, dell'alienazione (in senso letterale!), con un certo 'parente' che appare nella splash page finale. Ovviamente non c'è traccia della questione politico-filosofica tratteggiata da Millar in Red Son, ma magari per Supergirl sarebbe stata una caratteristica bizzarra.
Poi, anche qui, 22 pagine sono pochine per giudicare, ma se gli autori (Michael Green e Mike Johnson ai testi e Mahmud Asrar alle matite) nei prossimi numeri si giocano bene le carte a disposizione, si può sperare in una lettura quantomeno piacevole.
Giuseppe ‘Giuppo’ Lamola
(con l’impercettibile intromissione di ROLANDOVELOCI)
Recensione dell’albo SUPERMAN #1, maggio 2012, Lion/RW edizioni
• Serie: Action Comics
• Numero: 1
• Data: Novembre 2011
“Superman contro la città del domani”
• Testi: Grant Morrison
• Matite: Rags Morales
• Chine: Rick Bryant
• Colori: Brand Anderson
• Serie: Superman
• Numero: 1
• Data: Novembre 2011
“Che prezzo ha il domani?”
• Testi e schizzi: George Pérez
• Matite e chine: Jesús Merino
• Colori: Brian Buccellato
• Serie: Supergirl
• Numero: 1
• Data: Novembre 2011
“L’ultima figlia di Krypton”
• Testi: Michael Green e Mike Johnson
• Matite: Mahmud Asrar
• Chine: Dan Green e Asrar
• Colori: Dave McCaig