Pino – Il fumetto che cerca il cuore delle macchine... e lo trova!
Le macchine possono pensare? Questo non è un tema fantascientifico, almeno, non solo. È la domanda stessa che presuppone l’esistenza dell’informatica. È la domanda che ha dato vita all’idea che i calcolatori potessero essere qualcosa di più che semplici macchine in grado di ripetere e compiere calcoli.
Esiste un punto del calcolo che noi non riusciamo ancora a comprendere, qualcosa che va oltre il punto di “linguaggio macchina”, dove “l’essere informatico” compie i calcoli che noi chiediamo lui di compiere. Ma come è possibile? Come è possibile che ci manchi l’idea di una parte della meccanica di una macchina che noi stessi abbiamo inventato?
L’informatica è misteriosa da sempre e l’idea di Intelligenza Artificiale ci affascina, principalmente per due motivi: il primo è legato a quanto venga soddisfatta la nostra volontà di potenza quando “diamo vita” a una creatura che in qualche modo potrebbe sviluppare una sorta di libero arbitrio, ponendo noi, umani, allo stato di dei; la seconda invece è che l’idea di avere qualcosa come noi, ma che non è noi, che ci imita e ci guarda, in cui rispecchiarci, ci affascina e appassiona.
La creazione di un simulacro di noi stessi, o meglio, di ciò che noi crediamo di essere, o meglio, di ciò che noi vorremmo essere e probabilmente non siamo. Nell’automa da noi creato vediamo noi stessi perché non siamo in grado di fare altro, tutto passa dal nostro sguardo, e noi vogliamo che le cose ci somiglino in qualche modo. È quello che facciamo da sempre con l’arte, ed è quello che fa Pino di Takashi Murakami, in Italia per J-Pop Manga.
In questo mondo futuristico l’umanità è riuscita a sviluppare un'intelligenza artificiale dotata di singolarità. L’I.A. Pino viene impiegata per una serie di compiti molto importanti, soprattutto di ricerca e studio su virus e altre attività pericolose per gli esseri umani. Pino vive da solo in un laboratorio in cui alleva, cresce, accudisce e infine viviseziona cavie. Quando il programma di sperimentazione viene dismesso, però, Pino agisce in modo inaspettato. Il luogo di sperimentazione in cui vive verrà fatto saltare in aria e il robot, invece di lasciarsi distruggere dall’esplosione, si ribella, non per salvare la propria vita, ma quella delle cavie di laboratorio che per anni e anni ha allevato e che rappresentano tutto il suo mondo.
Il sospetto è che Pino abbia sviluppato un'anima senziente, ovvero che egli possa provare in qualche modo dei sentimenti.
Proprio da questo presupposto parte una storia che si dipana in maniera tentacolare per raccontare il rapporto fra uomo e macchina. Murakami conferma quella prassi della fantascienza di utilizzare la macchina per indagare l’essere umano. Il robot Pino, attraverso il suo percorso, si trasforma non tanto per via di quelle che sono le mutazioni che la storia gli apporta, ma per via di come viene umanizzato da coloro che lo circondano. Pino diviene un bimbo vero perché gli altri riversano in lui quei sentimenti che gli vengono attribuiti. Le sue azioni vengono collegate a una gamma di reazioni emotive che non sono espressione del robot ma dei soggetti che lo circondano, ed è proprio questo che fa sviluppare in Pino quel qualcosa che Murakami chiama cuore, ma che noi, occidentalizzando, potremmo definire anima.
Pino quindi viene creato una seconda volta, non perché viene istruito, ma perché la sua empatia viene allenata, o per meglio dire creata, in quello spazio di calcolo che gli esseri umani non riescono a comprendere, messa alla prova e in rapporto con ciò che lo circonda. Proprio come succede agli esseri umani.
Ciò che probabilmente è più interessante però è un concetto che l’autore dà per scontato: intelligenza e “cuore” (ovvero i sentimenti) non sono la stessa cosa. I sentimenti secondo Murakami derivano da una sostanza differente rispetto a quella che forma i pensieri. Il pensiero qui è calcolo, previsione, adattamento, è qualcosa di replicabile e razionale. Il sentimento invece è un “mana” qualcosa che proviene da una dimensione differente e che collega tutti gli uomini come una seconda sfera dati, un programma aggiuntivo che collabora col sistema dell’intelligenza.
Quello che l’autore mette in campo richiama un dibattito accesissimo nella comunità scientifica. I neuroscienziati provano da tempo a trovare una risposta a cosa siano i sentimenti, e in parte sono riusciti a svelare l’arcano, a codificarlo in qualche modo. Capirlo, invece, comprendere perché ci innamoriamo nel modo in cui ci innamoriamo, cosa sia quella strana sensazione che proviamo quando piangiamo, cosa sia davvero, al di la delle ovvie conseguenze fisiche ed evolutive. Questo rimane un mistero che la scienza di per sé non riesce a sondare, probabilmente perché il suo metodo, utilissimo per la maggior parte delle materie trattate, si arresta di fronte al paradosso di dover razionalizzare ciò che noi, per antonomasia, definiamo l’irrazionale.
Pino ci mette di fronte a ciò che siamo mettendoci in discussione, chiedendoci cosa ci rende umani e soprattutto Pino, con delicatezza, parla del valore che ha la morte. Sembra essere la morte la chiave della comprensione dei sentimenti, l’architrave che tiene insieme il sistema simbolico di un essere umano. La morte qui non è utilizzata in termini nichilisti, anzi, tutt’altro: la morte, attraverso la sua presenza, dona valore, senso e verso alle cose della vita, alle attività dell’inconscio umano, lo forma, per certi versi, come una forza passiva e primigenia.
Questa meravigliosa indagine umanistica viene corredata da un comparto grafico che esprime dei volti dolcissimi e rotondi, attraverso poche linee che riescono a rendere perfettamente l’identità e l’emozione nei volti dei personaggi. Gli sfondi sono coerenti e ben composti e la regia tiene un tempo lento e scandito che però non annoia mai il lettore grazie a un incedere continuo della storia che si muove velocemente e lascia continui incisi emotivi che trattengono il lettore.
Pino è un'opera importante nella sua estrema semplicità. Se cercate un fumetto sci-fi in senso puro, ne resterete delusi, non è questo un mondo coerente e scientificamente corretto né ha interesse ad esserlo. Se invece cercate un'indagine umanistica, se avete voglia di sfogliare un catalogo di umanità e trovare il buono che alberga in ogni essere umano, quel cuore che, a prescindere da cosa prova, è buono in quanto sente, è collegato con un tutto più grande, allora avete trovato un piccolo capolavoro.
Alessio Fasano
Pino
Vol. Unico
Editing: Federico Salvan
Lettering: Vibrrant IT







