Letture seriali: Friday, o della nobile arte dell'escapismo narrativo

Il volume conclusivo dello Young Adult di Brubaker, Martín e Vicente, pieno di... misteri & affini

«La roba davvero strana avete solo cominciato a vederla...»: parola di Ed Brubaker, che chiudeva così la posfazione al secondo volume di Friday, facendo il paio con quello che vi dissi in occasione della Lettura Seriale del primo, tempo fa, quando anticipai, senza svelare niente di più per non rovinare la sorpresa, che quello dello scrittore e Marcos Martín era un «enigma destinato a portarci in direzioni inattese (come avrete modo di scoprire in futuro)».

Ora quel futuro si è materializzato, con il terzo e ultimo cartonato, con la conclusione della storia, pubblicato sempre dal team di Saldapress, perfetta chiusura di un assurdo cerchio.

«I viaggi nel Tempo sono un ca**o di casino»: stavolta a parlare è la nostra protagonista, Friday Fitzhugh, e ne ha ben donde di dirlo, visto dove l'hanno portata gli ultimi accadimenti. Quella che sembrava una "classica" indagine per scoprire chi avesse ucciso il suo migliore e unico amico, Lancelot Jones, l'aveva condotta alla più incredibile delle scoperte, ad un mostro da eliminare e ad un dispositivo che l'aveva riportata a quella fatale notte.

Esatto, proprio la notte in cui era ritornata a Kings Hill, New England, per trascorrere il Natale in famiglia, e proprio la notte in cui Lance era... beh, morto.

Per anni, Friday e "il ragazzo più intelligente del pianeta" avevano risolto crimini tra i più surreali e svariati, qualcuno sfociato allegramente nel soprannaturale.

Ma questo era tutto un altro livello di grattacapo: ok, hai la possibilità di cambiare le cose, il primo istinto è sicuramente quello di salvare Lancelot... ma dovresti farlo? Se c'è una cosa che quella maledetta farfalla col suo "effetto" ci ha insegnato, è che non si gioca col tempo, giusto? In breve, un ca**o di casino, appunto.

Come Friday scoprirà nel sempre più rutilante epilogo, viaggiare a ritroso è davvero l'ultimo dei colpi di scena, perché c'è ancora qualcosa che va oltre nel mistero della Dama Bianca, e stavolta, sotto il mascherone del cattivone, potrebbe realmente celarsi l'impossibile...

Qui oltre non vado, anzi forse ho già detto troppo, ma la verità è che il terzo volume di Friday non solo è una conclusione debitamente folle della storia, ma anzi, a dare la vera vertigine è il modo in cui Brubaker ha sapientemente depistato i lettori, pianificando indizi sin dal primo capitolo, usando Martín come complice e creando un omaggio come nessuno.

Chi segue le mie Letture Seriali da tempo sa quanto apprezzi questo scrittore, quanto il suo saper scavare con una pala d'oro nella letteratura di genere finisca ogni volta per portarci in territori particolari, attraverso punti di vista talmente obliqui da ribaltare ogni aspettativa e farci leggere qualcosa di familiare quanto inatteso al tempo stesso.

Con Friday non ha fatto eccezione: partendo dai romanzi Young Adult con protagonisti giovani detective alle prese con "Misteri & Affini" (anche adesso, a terzo volume letto e riposto in libreria, nessuno mi leva da testa che quegli occhiali di Friday siano un richiamo a Velma Dinkley), ha costruito sia un romanzo di formazione sia un'ode al lato più giocoso di quell'escapismo narrativo che da sempre domina in queste storie.

Voglio dire, quanto mai può essere credibile il fatto che la polizia si faccia aiutare da dei ragazzini per risolvere dei crimini? Quanto può essere realistico che, per quanto folcloristica e in qualche modo cristallizata in un eterno presente, una cittadina come Kings Hill sia ogni volta teatro di tutti questi misteri misteriosi? Sono sospensioni dell'incredulità che accettiamo di buon grado proprio per come ci permettono di scappare dalla realtà.

Così Brubaker cala l'asso, prende quella sospensione e la stressa con una poesia e quella proprietà del linguaggio fumetto di cui è "Maèstro" (per citare la collana in cui i Saldatori hanno pubblicato la miniserie), per regalarci una spiegazione che ha senso, a patto di accettarne le incredibili regole, a patto di vedere che quel racconto di formazione è ancora tutto lì, solo nascosto sotto un semplice cappuccio e non solo sotto coltri di neve natalizia.

Friday è sempre la voce narrante, i pensieri che leggiamo sono sempre i suoi, i dubbi, le paure, le lacrime versate - non importa più se di dolore o gioia - quella volontà di non arrendersi, neanche di fronte all'evidenza, sono rimaste intatte sin dal primo volume.

La nostra protagonista è ancora lei, solo che, al pari di noi lettori, adesso la vita e quella noiosa piccola cittadina ci sembrano tutto meno che piccole e noiose. Adesso Friday è pronta ad affrontare tutto e anche di più, capendo molto di sé e di chi la circonda.

E questo è d'altronde uno dei principi primi di ogni romanzo Young Adult.

Così Brubaker, con Martín e Vicente, ha impiegato cinque anni per costruire una storia che potesse piacere in primis ai lettori, certo, ma prima di tutto sincerandosi che avrebbe potuto conquistare il sé ragazzino, quello che si era approcciato alle letture di genere proprio con quelle trame, assurde eppure così vicine al suo gusto, piene di.. "Misteri & Affini", appunto.

Perché crescere può essere un'esperienza fantastica e terrificante al contempo, e allora perché non rendere chiara la metafora, non solo oltre ogni ragionevole dubbio, ma anche trasformandola in parte integrante di una trama dove ogni pezzo va alla fine al suo posto?


Tutto questo però non avrebbe avuto lo stesso impatto senza i disegni, magnifici, di Marcos Martín e la tavolozza, così attenta alle sfumature, di Muntsa Vicente.

Dell'impatto di lavorare ad un'opera come Friday lascio che siano loro stessi a raccontarvelo, nella bella intervista che Giovanni Campodonico ha realizzato in quel Lucca Comics & Games 2025 (e che leggerete presto proprio sulle pagine audaci), ma mi ha colpito il breve "P.S." che il disegnatore ha scritto in coda all'ultima postfazione di Brubaker. Di come, in questo lustro, lavorare attivamente su questo fumetto lo abbia aiutato anche a livello personale, ed io gli credo senza troppo sforzo.

Perché si nota quanto amore ha riversato in ogni singola tavola, in ogni singola linea, di come abbia prestato il suo tratto, quel modo di raffigurare i volti e le figure, apparente cartoon ma in realtà pienamente votato all'uso dell'espressione e del dinamismo, per visualizzare Friday e il suo mondo come qualcosa in cui perdersi, qualcosa che, nessuno escluso, ci riporta indietro a quel tempo in cui tutto - e dico tutto - ci sembrava possibile.

Brubaker, nella succitata nota di chiusura, rievoca una particolare sequenza del secondo volume, a riprova di questo concetto, ma anche in questo terzo, per azione ed uso delle inquadrature, ci sono alcune delle migliori pagine di comic book viste da tanto, proprio per la pulizia, l'attenzione quasi maniacale nel rispettare quel copione imbastito dallo scrittore.

Anzi, mi spingo a dire che, per il disegnatore di Batgirl, Spider-Man e The Walking Dead: Lo Straniero, questo si può ben considerare come uno dei picchi di una splendida carriera.

Altrettanto attento e senza sbavature è il lavoro sui colori di Muntsa Vicente: il disegno di Martín sarebbe stupendo, per chiarezza, anche in bianco e nero, ma a renderlo ipnotico, a farti rimanere sopra le pagine quei secondi in più del solito, è proprio la cromia della brava colorista, forse anche lei contagiata da tanta premura e minuzia artistica.

Per fare un esempio, quando avrete il volume tra le mani (non vi posso dire ciò che accade per non spoilerare), concentratevi sulla sequenza che va da pagina 32 alla 49 e prestate molta attenzione ai singoli dettagli, dai fari di una macchina alle lenti degli occhiali di Friday.

Solitamente, quando vi ho parlato di Brubaker qui nella rubrica, è sempre stato in concerto col suo "partner in crime" Sean Phillips. E "crime" è la parola chiave per questa coppia. Quelle particolari inclinazioni sono la loro cifra stilistica, e questo non cambierà.

Ma per Friday, per questa sua atmosfera, per questo suo particolare - e diverso dal suo solito - incedere nostalgico di Brubaker, la scelta di Martín come "partner in fantasy" è stata felicissima, arrivando a regalarci un autentico nuovo classico.

Una storia che, ne sono certo, potrebbe conquistare anche ben altro pubblico, quello di altri media, di altre forme espressive, come il cinema o la serialità televisiva. A patto però che chi se ne occuperà riesca a catturare con polso fermo la stessa magia, riesca a farci sentire quella "nostalgia", e non solo per il gusto di saperla canaglia!

Il Nerdastro


Friday - Volume 3 (di 3): È di nuovo Natale

(Titolo originale: Friday - Book Three: Christmas Time is Here Again)

Copertina: Marcos Martín
Soggetto e sceneggiatura: Ed Brubaker
Disegni e inchiostrazione: Marcos Martín
Colori: Muntsa Vicente
Traduzione: Stefano Formiconi
Lettering: Alessio Ravazzani
Casa editrice: Saldapress
Data di pubblicazione: 18 Aprile 2025
Formato: Cartonato
Prezzo: 21€

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