The Frontier, il piccolo gioiello weird-western di Paliaga e Fioriniello
Spesso quando discutiamo di fumetto ci troviamo a parlare della staticità delle opere pop italiane contemporanee. Eppure qualcosa sembra star cambiando
Immaginate di entrare in una fumetteria di provincia, una delle tante che ci sono in Italia. Ci sono tre tipi, al centro di uno dei corridoi, che discutono animosamente. Parlano dei soliti temi ricorrenti del mondo dei fumetti, cosa è meglio di cos’altro, oppure cosa diavolo è successo a questa o quella testata che non è più quella di una volta e infine si arriva al discorso che viene fatto ogni volta, sembra di sentirlo dire a uno dei tre: “Perché ci servirebbe una roba tipo i giapponesi, capito? Dinamica!”
La scena di cui sopra si è ripetuta per anni parlando di fumetto italiano: si è sempre immaginato un fantomatico fumetto che unisse lo stile all’italiana a una regia giapponese, di modo da generare il fumetto definitivo, che avrebbe posto fine a tutti i fumetti.
In realtà si è sempre trattato di una stortura, una di quelle contraddizioni che più di tutte segnano il nostro tempo, ovvero il vizio da parte degli spettatori (in questo caso lettori) di credere di sapere ciò che desiderano. Per anni ci sono stati titoli italiani che richiamavano a quel tipo di regia, che riprendevano quella dinamicità, ma non hanno mai avuto grandi vendite, non sono mai diventati iconici e non hanno mai fatto guadagnare più di altri alle aziende che, essendo aziende, li hanno trattati poi al pari degli altri prodotti che non vendono. Dov’erano quei tre della scenetta iniziale, quando c’era da andare a comprare il fumetto che tanto era necessario, che tanto “ci voleva” per il mondo del fumetto italiano?
Un esempio perfetto di questo tipo di fumetto, che meriterebbe particolare attenzione, è The Frontier, di Jacopo Paliaga e Alessio Fioriniello per Edizioni BD.
The Frontier è esattamente il fumetto di cui parlano i personaggi della nostra scenetta iniziale. Un racconto veloce e comprensibile, con un comparto grafico estremamente valido e dinamico, e allo stesso tempo un western pregno di schiaffoni e pistolettate, con personaggi assurdi e sopra le righe. Il tutto all’insegna di una regia dinamica che mescola pulizia negli sfondi a un tratto che sa adattarsi e diventare nervoso quando serve.
Il fumetto racconta la storia di una strana compagnia, assoldata per salvare la città di Caldwell da una tempesta che non sembra avere a che fare con gli eventi atmosferici del posto. La tempesta è qualcosa di sovrannaturale, ovunque passa procura morte e distruzione che non sono equiparabili a quelle di una comune tromba d’aria.
Jane, Butch, Kaya, Clint e Notte, sono la frontiera, una leggenda del vecchio west, uomini e donne che hanno fatto un patto con la morte e ora scontano con essa un debito per le cattive azioni compiute in passato. I nomi sopra citati faranno immediatamente pensare a una serie di pistoleri famosi o attori iconici del cinema western, e l’omaggio è volutamente vistoso.
Ciò che preme far notare è l’abilità di Paliaga alla sceneggiatura: l'autore riesce a raccontare i personaggi e i loro caratteri, e allo stesso tempo contestualizzare alla grande il panorama narrativo in pochissime tavole, concedendoci la possibilità di iniziare a seguire una storia che si rivela essere ben più complessa di come si presentava all'inizio. La Tempesta fa parte dei piani di qualcuno, e i piani di quel qualcuno fanno parte di un disegno molto più grande, qualcosa di oscuro, un patto siglato col sangue degli innocenti.
La trama di The Frontier si nutre da diversi immaginari, da quello estetico del western fino alle profondità di lovecraftiana memoria e una buona dose di fumetto supereroistico americano, riferito ad esempio all'Universo DC della seconda metà degli anni ‘90, ma lo fa seguendo una propria strada e instaurando una propria identità definita.
Se la sceneggiatura è interessante, il vero punto forte è il comparto grafico, che si ricollega strettamente all’inizio di questa nostra analisi. Fioriniello adotta per quest'opera in tre volumi una commistione di stili interessantissima che dà al fumetto un'identità visiva eccellente, prendendo il meglio da tante scuole di fumetto diverse. Ecco allora che ci ritroviamo a leggere un fumetto in cui i personaggi hanno un design che richiama uno stile franco-belga, muovendosi in una gabbia che alterna il più classico dei fumetti italiani al dinamismo e alla libertà delle tavole dei manga. E questo è un punto estremamente interessante di questo fumetto: botte da orbi credibili e moderne, schiaffoni contemporanei, ben lontani dalla staticità a cui certo fumetto italiano ci ha abituati.
The Frontier è un piccolo gioiellino del fumetto italiano, una lettura che dimostra come sia possibile fare del fumetto in Italia imparando dal mondo circostante senza diventarne parodia e delineando le grandi capacità di chi lo ha creato. Quei tre ipotetici lettori di cui raccontavamo all’inizio qui trovano pane per i loro denti, ma la vera domanda è: leggeranno The Frontier? O resteranno a lamentarsi di questo mondo che tanto poco ha da proporre loro? Con la paura di conoscere la risposta non ci resta che sperare nei bei fumetti come questo.
Alessio Fasano