Diasporaiser di Ondori Nukui: gli anni Novanta al potere

Un'opera piena di mostri e combattimenti, che non si limita ad essere uno stereotipo

Mostri giganteschi e cattivissimi con storie commoventi da raccontare! Se vi parlassimo di un manga del genere ci sarebbero diversi titoli dagli anni Novanta ad oggi a cui potremmo riferirci e che citeremmo con molto piacere. Si tratta di un filone narrativo costante nel mondo del manga, quello dello smascheramento del mostro, del suo rivelarsi diverso da quanto il suo aspetto suggerirebbe. Da Ushio e Tora a DanDaDan, da Hunter x Hunter a One-Punch Man gli esempi si sprecano: il mostro si converte e cambia forma, richiamato da una missione più alta, da qualcosa per cui distinguersi.

Diasporaiser di Ondori Nukui per Dynit Manga sembra essere proprio questo tipo di narrazione:  Tatsukuni è un alieno che appartiene a una civiltà che si è evoluta con l’utilizzo della magia, a differenza di quella umana (cresciuta attraverso lo sviluppo tecnologico). Gli scopi del protagonista non sono ben chiari all’interno di questo primo numero del racconto. Ciò che capiamo immediatamente, però, è quanto egli sia alieno non solo in senso estetico ma anzitutto sul piano morale. Tatsukuni non vuole distruggere la Terra, non sembra avere intenzioni maligne così come la sua natura suggerirebbe. Allo stesso tempo egli resta un alieno potentissimo che cela il suo potere dietro l’aspetto di un innocuo ragazzino.

La sua storia comincia quando incontra il vecchio Clearly, un uomo anziano che difende la Terra dalla minaccia aliena. Clearly è un alienato in altro senso rispetto al nostro protagonista, una figura reietta, un uomo solo che vive la sua vita seguendo una missione troppo grande per le sue possibilità. Il viaggio dei due comincia per caso e in maniera rocambolesca:: vengono immediatamente calati nella loro avventura, forse in modo un po' troppo brusco. I due si trovano involontariamente spalla a spalla a combattere le creature aliene e allo stesso tempo a preservare la sicurezza delle stesse dagli occhi degli esseri umani. La guerra che i due combattono infatti, per quanto sanguinosa e rocambolesca, deve rimanere silenziosa.

Nukui struttura la sua storia in modo molto classico, con un tipo di sceneggiatura che ricorda il manga anni Novanta: balloon pieni ma ben calibrati, con dialoghi densi che alternano buoni tempi comici a momenti di massima serietà, per una sceneggiatura che si lascia leggere e che può divertire tutti quei lettori che apprezzano un determinato modo di fare manga. 

Dal punto di vista grafico l’artista realizza in modo estremamente personale le sue tavole. La gabbia è piuttosto fitta rispetto al canone corrente per quanto riguarda le fasi più statiche e dialogiche, ed esplode nelle scene d’azione grazie al tratto piuttosto violento dell’autore, che non ha paura di usare un effetto pennarello secco laddove possa risultare efficace e di riempire di nero i suoi personaggi. Se c’è qualcosa in cui Diasporaiser mostra il fianco è forse il character design, che si presenta estremamente derivativo per le creature e piuttosto anonimo per gli umani. I mostri di Nukui sono piuttosto gradevoli, ma allo stesso tempo guardandoli è difficile non cogliere diversi omaggi ad artisti del passato e a tutta la cultura Super Sentai. Questo di per sé non è propriamente un difetto, ma potrebbe stancare il lettore appassionato del genere che si trova spesso invaso da questo tipo di personaggi, tanto da arrivare, alle volte, a confonderli fra di loro.

Diasporaiser è un'opera che non vanta una particolare profondità, né la volontà dell’autore sembra tendere a questo obbiettivo. È uno di quei fumetti che sembra non voler fare altro che divertire e divertirsi, raccontare la storia per come è stata concepita dall’autore, senza troppi fronzoli, senza prendersi troppo sul serio, facendo il suo lavoro in modo onesto nei confronti del lettore. 

La storia Clearly e Tatsukuni è appena cominciata, e leggendo questo primo numero è davvero complesso riuscire a capire che cosa potrebbe diventare. Ora come ora, nel mondo costruito da Nukui, tutto è possibile e la storia di questi personaggi è ancora tutta da fare. Ciò che preme sottolineare è che già da questo primo volume sembra emergere una grande personalità: Diasporaiser spicca nella massa per via della sua “non-rassegnazione” al canone attuale del mondo del manga che impone tavole vuote e ritmi esasperati e, per questo, merita una lettura da parte degli amanti del genere.  

Alessio Fasano

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