Mangiami, un thriller psicologico

Una storia ambientata in una piccola comunità in cui si è portati a dubitare di tutto

Nato durante il lockdown come pitch per una serie televisiva da un’idea di Mario Pasqualotto e Francesca Tassini, Mangiami è stato poi sviluppato in graphic novel da Francesco Matteuzzi e Gregorio Di Angilla per la collana Prospero’s Books di Tunué.

La storia segue le vicende di Giada, una ragazza nata e cresciuta in un piccolo paese di provincia a cui fa ritorno dopo una breve parentesi milanese che l’ha vista inseguire un sogno purtroppo rimasto tale. Al suo ritorno trova le stesse dinamiche familiari disfunzionali che aveva lasciato ed un opprimente senso di tensione che attraversa tutta la comunità. 

Di natura schiva e restia ad aprirsi con gli altri, noterà presto che il comportamento euforico dei compaesani nasconde in realtà qualcosa di più viscerale e morboso della semplice voglia di divertirsi.

Pagina dopo pagina, rivelazione dopo rivelazione, la verità verrà a galla in un crescendo di tensione e claustrofobico terrore, fino ad un finale forse non imprevedibile ma sicuramente di grande effetto.

Mangiami è un thriller psicologico ambientato in una piccola comunità e dunque segue le tracce dei tanti predecessori illustri (The Village, The Blair Witch Project ecc.) che ne hanno tratteggiato i contorni: la sindrome da accerchiamento, il disturbo paranoide di personalità e tutta quella vasta gamma di disturbi della percezione che contribuiscono a mettere in dubbio continuamente la veridicità della realtà che circonda i protagonisti in favore di spiegazioni più semplici e razionali, come allucinazioni o disordini da stress, che possano spiegare gli strani avvenimenti.

Si è quindi costantemente invitati a mettere in dubbio tutto quello che Giada vede e percepisce come semplice frutto della sua mente turbata.

I disegni, dal tratto deciso ed essenziale, insieme alla disposizione delle vignette ordinata e sequenziale, contribuiscono a creare la suggestione di essere spettatori di un film.

Sono i dettagli, a volte evidenti ma più spesso nascosti, a dare maggior peso ai sospetti di Giada ed alla creazione di un quadro generale sempre più inquietante e macabro, fino ad arrivare al finale che chiude il cerchio sulle vicende mostrate e sulle paure della protagonista. 

Mangiami è un volume che si presterebbe davvero molto bene ad essere trasposto su schermo, forte di una struttura registica già predisposta a tal proposito e di un buon bilanciamento della suspense. 

Consigliato agli amanti del genere horror psicologico che cercano una buona lettura.

Simon Savelli


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