Diario di Fabrice Neaud - anatomia di una vita
Il coraggio di raccontare tutto e tutti
Diario di Fabrice Neaud è una lettura “pesante”. Sì, perché entrare così tanto nella vita di un uomo, che si mette a nudo come probabilmente mai nessuno prima di lui, è, inevitabilmente, pesante.
Il volume si presenta imponente nelle sue oltre ottocento pagine, all’interno delle quali l’autore francese ha cercato, per quanto possibile, di racchiudere un'esistenza straripante. Ciò che colpisce fin da subito è la sincerità, la schiettezza, il coraggio di mettere in scena sé stesso, come coloro che gli stanno intorno, senza veli.
Questo in particolare è un punto su cui Fabrice porrà l’attenzione più volte, anche attraverso una lunga incursione al termine del secondo dei quattro volumi che compongono l’opera.
Diario diventa così anche un atto simbolico, un attacco alla scrittura autobiografica, troppo spesso censurata ed edulcorata dagli autori stessi in primis, che se non hanno paura di mostrarsi al loro pubblico per ciò che sono, lo stesso non si può dire per le persone con cui hanno condiviso, o condividono, la vita. Il rischio, concreto, è di rovinare relazioni, rompere amicizie e, perché no, incappare in denunce e problemi legali. Ma a Fabrice questo, pare, non interessa. Non è disposto a scendere a compromessi. Nessun nome finto, nessun aspetto alterato, niente di niente. Falsificare renderebbe tutto meno sincero, meno vero, e Fabrice ci tiene che il suo “diario” sia vero.
Ecco perché non modifica di una virgola nemmeno il suo stile di disegno, tendente al realistico. Un cartooning dalla linea morbida, tonda, sarebbe di certo più comodo per mascherare, nascondere. Niente da fare.
Quando posa la matita sulla carta Fabrice sa di avere un fucile puntato alla tempia. “Raccontarsi equivale al discredito assicurato tra quelli che hai intorno! Ti farai nemici dappertutto, devi saperlo!”: questo l’avvertimento di Loic Néhou, amico e futuro editore. Se però Fabrice, come spiegato finora, non anela a compiacere coloro che gli stanno accanto, lo stesso si può dire anche per coloro che, questo “diario”, lo leggeranno. Fabrice disegna e racconta a crudo, lasciando ai suoi pensieri, spesso nervosi e aggressivi, il permesso di strabordare, inondare le tavole, accompagnati da un disegno che per stare al passo non di rado si trova “costretto” ad abbandonare il realismo.
Fabrice gioca, sperimenta, osa, reinventando costantemente la forma del suo Diario, che alterna la vita quotidiana di un giovane artista omosessuale in una piccola città di provincia a metafore e astrazioni. Lo fa quasi noncurante del fatto che qualcuno prima o poi dovrà leggerlo, il Diario, ma è qui che si trova quel solo apparente cortocircuito che rende questo fumetto un unicum. A Fabrice non interessa rendersi amabile. A Fabrice non interessa compiacere. A Fabrice interessa la verità: per questa lotta dall’inizio alla fine, ed è con questa che conquista i suoi lettori.
Sì, perché trovare qualcuno così sincero, schietto, diretto, è veramente spiazzante. Senza vergogna racconta tutto, dalle difficoltà lavorative ed economiche a quelle di una sessualità vissuta in clandestinità, passando per amori impossibili, che per definizione sono i più tormentati. A noi lettori non resta che fissare quelle pagine, rimanendo inermi di fronte a una prova di coraggio che trova pochi eguali nella storia del media, semmai ce ne fossero.
Diario di Fabrice Neaud non è una lettura semplice. Non è uno di quei fumetti che si leggono tutto d’un fiato. A volte sembra quasi respingerti, anche per come l’autore punta il dito contro tutta una serie di comportamenti apparentemente innocui, comuni a tutti, anche a coloro che si ritengono essere liberali e aperti oltre ogni ragionevole dubbio. Fabrice squarcia il velo dell’ipocrisia, facendo sentire il lettore inadeguato, goffo, e il prossimo sopporta molte cose, ma non di essere goffo, citando le parole di Paolo Sorrentino.
Procedendo lungo le pagine si ha spesso la sensazione del già detto. Parentesi che sembravano essere definitivamente chiuse e che improvvisamente si riaprono. Problematiche che sembravano essere risolte e che, come un fulmine a ciel sereno, ritornano. Omen omen, un nome un significato, e Diario di Fabrice Neaud questo è: un diario, che in quanto tale racconta la vita, che è fatta di ripensamenti, ritorni, rimuginìi, ossessioni, tarli.
Diario è una porta attraverso la quale diventiamo spettatori della vita precaria e travagliata di un uomo, che decide di “punire” la nostra intrusione mostrandoci tutto. Ma veramente tutto. Ne emerge forse l’opera a fumetti più sincera ed emotivamente vera mai disegnata.
Andrea Martinelli