Le Mantidi, l'esordio di Sara Dealbera

Nella sua opera prima come autrice completa, Sara Dealbera ci porta in una cascina sperduta nella campagna di inizio Novecento

“Un gruppo di donne sole nella campagna. Esseri feriti, abbandonati da tutto. Alcune sono scappate. Stanche del dolore e della fatica della vita, speravano di lasciarsi morire in un campo. Invece si sono trovate. Trovarsi è stata una fortuna, un attimo di luce in un universo grigio. Un paio di mani calde nel freddo della campagna infinita. Sono tutte uguali, vecchie o giovani, ferite o arrabbiate. Sono tutte in cerca di un luogo protetto dove vivere lontane dalla crudeltà degli uomini.”

Un gruppo di donne, stanche, ferite, abbracciate a occhi chiusi come se posassero per un quadro, una Pietà non convenzionale dove tutte sono vittime e testimoni insieme dello stesso dolore. Intorno, la campagna, vasta e silenziosa, lontana dalle case, dalle famiglie che non sanno farsi rifugio. Insieme, queste donne troveranno una cascina, che verrà ribattezzata Tetti Lupa, la rimetteranno in sesto, diventeranno l’una per l’altra quella famiglia, quel rifugio che non hanno mai conosciuto. Se gli uomini sono stati crudeli con loro, adesso vivranno facendo a meno di loro.

Inizia così, in poche, significative tavole, il fumetto di Sara Dealbera, qui al suo esordio come autrice completa per la collana Ariel di Tunué curata da Simona Binni. La protagonista della storia, Caterina, la incontriamo poche pagine dopo: è una bambina piena di vita, solare e innocente, una scintilla di luce che spicca tra i volti cupi delle donne di Tetti Lupa. Che l’utopia di un mondo senza uomini non sia perfettamente riuscita è chiaro fin da subito, ma c’è anche altro a turbare l’armonia della faticosa vita di campagna, qualcosa di taciuto che serpeggia nell’atmosfera.

Terzo è il migliore amico di Caterina, l’unico bambino maschio di un mondo di sole donne. Per lui, Caterina è l’unica consolazione lì dove nessuna ha mai un momento di dolcezza o di gentilezza da offrirgli, dove è facile essere castigato per qualsiasi motivo, persino il più sciocco e futile, e finire rinchiuso nel fienile. I giochi con Terzo, le pecore al pascolo, le favole raccontate dalle più anziane intorno al fuoco: sono questi i momenti che scandiscono i giorni di Caterina, i ricordi della sua infanzia.

Fino a quando qualcosa non cambia irrimediabilmente e a Caterina tocca diventare grande dall’oggi al domani. Sono i colori delle tavole a scandire il ritmo delle stagioni, i tratti di matita a nascondere nell’ombra o lasciare respirare lә personaggә in pieno sole.

In questo alternarsi di luce e buio, Caterina inizia a venire messa a conoscenza dei segreti della sua famiglia di sorelle, a essere trattata come una donna. Gli uomini sono banditi da Tetti Lupa ma la loro utilità è innegabile: senza di loro è impossibile mettere al mondo altre figlie, altre sorelline, per far sì che la comunità cresca e prosperi, ma nulla più di questo. Vanno allontanati prima che possano ferirle ancora una volta, vanno attaccati prima che possano attaccare. E quando Caterina si ritroverà a conoscere la realtà fuori dalla cascina e a incontrare qualcuno che le farà mettere in discussione tutta le sue verità, Tetti Lupa mostrerà il suo vero, spaventoso volto…

Sara Dealbera firma una storia densa e profonda, giocando a ribaltare i ruoli di vittima e carnefice, svuotando e dando un nuovo senso alle parole di ogni giorno e alle favole che raccontano di mariti crudeli e stanze proibite. Le Mantidi mostra come l’estremismo e il rifiuto del dialogo e della collaborazione nascano dall’odio, dalla paura e dalla violenza; come li rinnovino e li alimentino, mutandone la forma ma lasciandone inalterata la sostanza. Le donne di Tetti Lupa, che un tempo sono fuggite lontane dalla crudeltà degli uomini, adesso sono diventate vittime di loro stesse e delle loro paure, incattivite dal timore di rivivere le sofferenze mai dimenticate.

E lì dove non sembra esserci alcuna soluzione, dove scivolare in quella spirale di violenza e abuso pare essere l’unica alternativa, Caterina scopre che, a volte, la strada da percorrere bisogna tracciarla passo per passo lì dove non esiste ancora, inventandosi nuove regole che tolgano spazio e legittimità a quelle vecchie. Che, tra le uniche due possibilità che il mondo sembra metterci a disposizione, possiamo costruirne una terza capace di realizzare i nostri desideri.

Claudia (aka Clacca)

Post più popolari