Come fosse successo: una riflessione sull’amore
Come fosse successo, scritto da Lorenzo Coltellacci e disegnato da Tamara Tantalo, edito in Italia da Tunué, è il racconto di una storia d’amore.
Il sipario si apre sulla monotonia, sui gesti ripetitivi e lenti di un uomo ormai avanti negli anni. Un uomo che appena sveglio, quasi con gli occhi chiusi prende il cellulare e va in bagno, così come molti di noi ogni mattina.
Per prima cosa, dopo aver guardato una foto dei festeggiamenti per il suo pensionamento, l’uomo apre Facebook. La sua faccia, prima completamente inespressiva, si trasfigura nel dolore per la notizia appena appresa: «La famosa autrice Sophie ci ha lasciati». Nessun cognome.
Inizia così un continuo alternarsi tra presente e passato della vita di Francesco, questo è il nome dell’uomo. Che non ha cognome. Due persone, che come tanti vivono la loro storia fatta di dubbi, slanci improvvisi, pensieri inespressi.
E così assistiamo al primo incontro tra Francesco e Sophie e al primo appuntamento, durante il quale i due iniziano a conoscersi e si delineano i rispettivi caratteri. «Quindi più pavido che abitudinario», dice Sophie a Francesco. Ma lei sembra non esserlo e senza imbarazzo prende l’iniziativa. Dopo la loro prima appassionata notte d’amore, Francesco cerca di “spiegare” a parole le emozioni che lo agitano mentre Sophie ricorre costantemente a concetti legati all’arte per evitare di farlo - «Mi hai chiesto perchè mi piace l’arte, prima. La risposta è che l’arte non ha bisogno di parole per dirti ciò che deve».
Prosegue il continuo alternarsi tra presente e passato, rappresentato da vignette che scorrono in parallelo, caratterizzate da colori differenti e da una delicatezza ed eleganza notevoli. Il passato fluisce senza ostacoli nel presente grazie al giallo ocra che lo contraddistingue, al contrario di Louise, che irrompe inaspettatamente con effetti dirompenti nella vita di Francesco.
Questa storia ha anche una colonna sonora – come tutte le storie d’amore – perfettamente incardinata nel racconto, parte integrante della narrazione, che va dai The Killers ai Talking Heads, dai Bombay Circle a Paolo Conte.
Le vignette che rappresentano il fine settimana trascorso dai due nel sud della Francia, sono poi delle piccole bellissime istantanee che fermano nel tempo i luoghi – si vedrà poi fondamentali nello sviluppo della trama - le loro espressioni e gli atteggiamenti. È il momento in cui Francesco e Sophie si confrontano sui loro sentimenti. Sophie è determinata a rimanere sulle sue posizioni che ribadisce con affermazioni del tipo che «a volte le cose sono belle proprio perché al di fuori dell’ordinario ed è meglio non avere qualcosa per non perderla». Al contrario Francesco vorrebbe sapere cosa sono l’uno per l’altra, per riuscire a convivere con la loro relazione.
Bellissime dal punto di vista grafico anche le splash page, come quella in cui il passaggio tra passato e presente è rappresentato dal cielo azzurro e dal sole.
Lorenzo Coltellacci è davvero bravo con le parole; toccanti in modo particolare i confronti telefonici tra Francesco e Sophie nel passato e tra Francesco e la moglie Giulia nel presente. Quest’ultima mette in chiaro tutto il “non detto” e porta anche il lettore verso una riflessione profonda… «Il rimorso si trasforma in rimpianto. Lo sappiamo entrambi quanto sono brutti i rimpianti».
Tutto si chiude con le parole scritte da Sophie in una lettera che è una vera e propria confessione - «forse, alla fine, ero proprio io la più vigliacca dei due» - e come fosse successo, con le scene scritte e disegnate sulle pagine di un quaderno con la copertina giallo ocra di quello che sarebbe potuto essere ma non è stato.
Ma in fondo cos’è l’amore? Questo libro è una delle risposte possibili. Struggimento e passione.
Francesca Capone