Guardati… sei diventata grande!
Sin dalle prime pagine di Guardati di Elisabetta Romagnoli (Tunué) sappiamo che c’è una madre solo perché assistiamo al parto dell’"ultima arrivata non prevista" e sappiamo anche che ci sono dei fratelli che "dormivano insieme in un’altra stanza" mentre a lei spetterà "lo sgabuzzino come camera da letto". E che la nostra protagonista si chiamerà Iris.
E sappiamo anche che i Red Hot Chili Peppers ci accompagneranno fino all’ultima pagina e che le storie di John Frusciante e di Iris sono legate a doppio filo.
Quasi subito nel racconto, madre e fratelli vengono messi da parte per affrontare il rapporto tra il padre e la figlia dall’infanzia all’età adulta.
Un padre che usa termini come "stronzata" e "stupida" per combattere i timori della piccola Iris che poi li elabora a modo suo in un dialogo serrato con le proprie paure.
Ed ecco di nuovo il padre che giudica - questa volta - la Iris adolescente, che non cerca di comprendere, che non chiede, che pensa di sapere tutto. Che contrasta timidi tentativi di dialogo con parole che pesano come macigni ("Non mi piace questa deriva che stai prendendo").
Un padre incapace di gestire le emozioni, che fa sentire la propria figlia inadeguata ("Non lo vedi che ti sta enorme questa camicia?"), venendo meno al suo ruolo fondamentale e non contribuendo affatto alla costruzione dell’autostima personale di Iris. Un padre che rifiuta quello che non sente appartenergli.
Assistiamo agli sforzi della ragazza di tenergli testa ("Ok… facciamo gli adulti"), fino allo scontro aperto. Iris che non riesce ad avere un rapporto equilibrato con il proprio padre ma che al contrario spicca nei gruppi di suoi pari ("Lo vedi, quando apri bocca dici cose intelligenti"). Che diventa adulta nel momento in cui si autodetermina, in cui decide per sé e lo fa senza preoccuparsi di ciò che pensano gli altri.
Belle e coinvolgenti le tavole in cui prende la decisione di lasciare l’università perché "questa fossa che mi sto scavando non è a mia immagine e somiglianza" e nonostante le affermazioni del suo fidanzato - "perché è importante per me che tu faccia l’università. Non voglio una fidanzata ignorante" - riesce finalmente a dare voce ai suoi pensieri, ai suoi desideri e alla sua individualità.
Durante il viaggio in treno Iris prende la sua forma definitiva, decide con coraggio, fa scelte per la vita, la sua, non quella decisa per lei da altri.
"Hai deciso di fare un dispetto a papà?", le chiede il fratello. "No. Piuttosto per fare un piacere a me stessa."In un confronto serrato tra i due si chiariscono finalmente i diversi punti di vista. Davanti al pragmatico padre che parla "per logica e non per favolette", la nostra Iris afferma di aver capito che "essere adulti indipendenti significa decidere per sé stessi". E compie le sue scelte con coraggio, assumendosene tutte la responsabilità e i rischi.
Belli i disegni, puliti e semplici per lasciare spazio all’espressività dei personaggi e azzeccata la palette di colori scelti.
Mai titolo fu più azzeccato e evocativo, scelto nella mancanza di accenti per rappresentare un intero percorso di vita da come ci vedono gli altri a come ci vediamo noi stessi. Iris sotto i nostri occhi imparerà a “guardarsi” e a guardare gli altri con i suoi “occhiali tondi”.
Consigliato a tutti, genitori e figli, perché è possibile che riusciate a trovare delle risposte ai vostri dubbi.
Francesca Capone