No sleep till Shengal e la via di Zerocalcare per il graphic journalism

Alcune considerazioni sull'ultimo reportage a fumetti di Zerocalcare

Mentre attendiamo l'arrivo della sua nuova serie animata (Questo mondo non mi renderà cattivo, in uscita su Netflix nel 2023), torniamo un attimo a riflettere sullo Zerocalcare a fumetti e in particolare sui reportage.

Sono molte le considerazioni scaturite dalla lettura di No sleep till Shengal, che, insieme a Kobane Calling di cui è il seguito ideale, possiamo includere tra le sue opere più interessanti.

È la nuova dimostrazione che la scelta del reportage, del graphic journalism alla sua maniera, può risultare efficace senza annoiare né riempire la testa di informazioni, anzi riuscendo a incuriosire e dare spunti di riflessione, con quel mix di leggerezza e di improvvisi lampi di toccante profondità che sono il suo marchio di fabbrica e il suo modo di coniugare l'intrattenimento con l'esigenza di affrontare argomenti delicati che non racchiudi in due parole. 

Zerocalcare non parte dall'idea di insegnare qualcosa, quanto piuttosto dal punto di vista di chi è disorientato e cerca riferimenti per interpretare temi complessi, accantonando l'istinto di mostrare di saperne di più e dando spazio a un racconto corale, dove emergono anche i pensieri e le motivazioni delle persone direttamente coinvolte. Per questo si reca in Iraq e realizza un approfondimento a fumetti che vada oltre la rapida fruizione delle news che caratterizza i nostri tempi, utilizzando la propria popolarità (ormai senza confini) per mettere in luce storie che in quelle news puntualmente non vengono nemmeno riportate.

Volumi come questo servono anche a ricordarci che non dobbiamo soffermarci sulla superficie delle cose. E senza essere un trattato di geopolitica sul Medio Oriente, il suo reportage nell'enclave irachena degli Ezidi - popolo sopravvissuto al genocidio dell'ISIS e minacciato per l'aspirazione al Confederalismo democratico - è prezioso, ma è altrettanto importante che la lettura venga accompagnata da un minimo di contestualizzazione e di aggiornamento continuo.

Lo stesso Zerocalcare si dimostra consapevole di avere a che fare con una realtà cangiante: nella postfazione sottolinea come il tempo trascorso tra i fatti narrati e l'arrivo del fumetto in libreria rischia di rendere tutto già obsoleto. Si parla di situazioni in continua evoluzione e spesso anche chi è interessato a queste tematiche fatica a starci dietro. Ma ugualmente questo è un buon motivo per provare ad andare oltre e cercare di comprendere la realtà che viviamo.

(Giuseppe Lamola)

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