Letture seriali: Una giusta sete di vendetta

Il crime/thriller firmato da Rick Remender e André Lima Araújo

Una giusta fame di buon Fumetto.

Perché non puoi intitolare la tua serie Una giusta sete di vendetta e sperare che io resista alla tentazione di cercare il piccolo gioco di parole, ma la verità è che era per me impossibile non parlare qui su Letture Seriali di questa mini Image Comics, proposta in due volumi, di cui ora Saldapress ha mandato alle stampe il primo.

Perché quella firmata da Rick Remender e André Lima Araújo è a tutti gli effetti un'opera che calza a pennello con lo spirito di questa rubrica, che spesso va dove la porta il mio cuore di lettore, spesso sembra quasi che io forzi un poco la mano al concetto di adattamento per il grande o piccolo schermo, ma in questo caso, nel caso specifico di A Righteous Thirst for Vengeance tutto grida Cinema a pieni, carichi, felici polmoni.

Ok, facciamo anche "Miniserie HBO/Showtime", per tutti voi che amate invece la serialità televisiva, tanto non devo certo spiegare a voi come la Qualità di entrambi i medium stia rivaleggiando quasi ad armi pari da anni, e qui... beh, andiamo, basterebbe solo la copertina.


Siete lì che tenete in mano il brossurato proposto dai Saldatori e fissate senza sosta quel volto sulla cover, chiedendovi ossessivamente dove lo avete già visto, perché vi ricorda qualcuno.. un attore, magari? E perché nella testa continua a ronzarvi Doctor Strange?

Forse perché il protagonista di questa storia è marcatamente, quasi inequivocabilmente, modellato sulle sembianze di Benedict Wong, il popolare interprete di Wong nel MCU. Ma del resto - e questo fa capire quanto non sia davvero una coincidenza - non è forse vero che Benedict Wong era anche nel cast della sfortunata prima stagione di Deadly Class, la serie SYFY tratta dall'omonimo fumetto scritto dallo stesso Remender?

E così, eccoci qua, già con la testa rivolta ad un ipotetico live action, con l'incipit che continua a corroborare quest'idea, mai così lucida e ricercata in ogni sua vignetta.

Le prime venti pagine sono infatti talmente introduttive da sfidare da subito la pazienza del lettore: nulla ci viene detto, i dialoghi sono esigui e quasi votati ad una sorta d'ironia di fondo, con quest'uomo che si muove, di mezzo pubblico in mezzo pubblico, per le vie di Vancouver. Non ne conosciamo il nome (lo scopriremo solo proseguendo la lettura, Sonny), ma ne capiamo un poco il carattere. È un buono, di quelli che cercano, provano e forse riescono a fare sempre la cosa giusta, anche quando questo va a discapito del loro stesso interesse. Che sia far salire due vecchietti sul bus, prendendosi la pioggia, oppure dare fine alle sofferenze di un povero piccione sul ciglio di una strada.

Si sa, nessuna buona azione resta impunita, ma è anche vero che ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, ma ci arriveremo, tranquilli.

Fatto sta che questa narrazione muta prosegue di pagina in pagina, con un ritmo che, seppur non dichiaratamente, percepiamo come teso, avvincente. Dove sta andando Sonny? Che accidenti sta facendo? Perché si prende tutta questa briga di arrivare sino ad una isolata ed elegante casa ai margini della città? Nessuno ce lo spiega. Remender e Araújo stuzzicano la nostra curiosità come il gatto con il topo, sornioni e cattivi.

Cattivi come il finale del primo capitolo. Perché Sonny trova gli abitanti della casa brutalmente assassinati, dopo esser stati, come è palese nella sua efferatezza grafica, torturati da qualche pazzo sadico. E ancora una volta le domande si moltiplicano all'ennesima potenza.

Arrivati a quel punto, che lo vogliate o no, siete prigionieri di questa storia crime, volete avere le vostre dannate risposte, non importa quanto ci vorrà, non importa cosa, tutto ancora sta per accadere. Voi, in fondo a tutto questo, volete arrivarci tanto quanto Sonny, magari senza lo sguardo impaurito, ma con quel cipiglio di sfida che si scatena spesso tra autori e lettore, coi primi che impostano la partita e il secondo che spera di non cadere troppo in scacco.

L'artista di Spidey e Generation Gone lavora a questo storyboard su carta, tenendo a mente due cose: il proprio stile e il fatto che questo thriller ha tutta l'intenzione di essere adattato, fosse anche solo per i precedenti illustri a cui fa riferimento, opere come Leòn o Era Mio Padre, storie di violenza, certo, di assassini, assolutamente, ma anche di protagonisti indimenticabili, di personaggi che si muovono sulla scena, letali per le emozioni tanto quanto per le loro vittime, cattivi senza mai esserlo veramente, mai senza speranza.

Ma Sonny, a differenza di Jean Reno, non è un killer provetto, è solo mosso da un personale, profondamente umano e corretto desiderio di giustizia, nel senso di fare la cosa giusta, anche... esatto, a discapito del suo stesso interesse.

Tenendo ben chiaro tutto questo in mente, Araújo fa una delle cose che meglio gli riesce: fa recitare i personaggi con i loro occhi. Sgranati dalla paura, impauriti dal timore di essere scoperti, accecati dalla sorpresa e pieni di lacrime di ansia e preoccupazione, freddi come l'abisso che li muove e perversi come chi ha tutto e non vuole perderlo, anche al costo di schiacciare come formiche tutti coloro che potrebbero ostacolarlo.

Ci aggiungerei anche i miei, innamorati di questo fumetto e sfuggenti, mentre cerco di resistere all'inganno di poter spoilerare troppo, perché Remender è particolarmente ispirato a questo giro (anche se va detto che raramente non lo è, soprattutto con il creator-owned).

Potrei infatti dirvi che il voler fare la cosa giusta di Sonny lo porterà ad incrociare il suo cammino con quello di altre due persone, due persone innocenti, due persone che devono fidarsi di questo corpulento uomo che promette loro di portarle in salvo, ma a quel punto dovrei svelarvi i loro nomi, dovrei addirittura spingermi a spiegare quanta importanza una di loro avrà nel futuro di questa mini, quello che andrete a leggere nel secondo e conclusivo volume, ma a quel punto non avrei più il coraggio di guardarvi in faccia.

Preferisco invece volgere lo sguardo al lavoro di Araújo, a come lui e lo sceneggiatore abbiano lavorato sul ritmo, sulla cadenza e la struttura delle vignette. Non pensiate infatti di poter decidere voi come leggere Una Giusta Sete di Vendetta. È il racconto stesso a dirvi quando rallentare e quando accelerare, quando girare col cuore in gola la pagina successiva e quando invece "rilassarvi" leggendo un dialogo o un articolato monologo, che con "relax" non ci fa in realtà neanche lontanamente rima.

Ad aiutarli, con la sua tavolozza, Chris O'Halloran, colorista che ha già dimostrato di padroneggiare sfumature e accostamenti con un certo Diavolo del Cavallino Nero, e qui alla continua ricerca di una qualità "fotografica", inteso come la fotografia di un film, miscelando i colori e le sensazioni che questi trasmettono, valorizzando le ombre e la luce, il modo in cui i fari di una macchina si riflettono sul nero asfalto o sugli occhi di uno spietato killer, e come il loro illuminare sia diverso da quello delle tenue lampada elettrica di un appartamento.

Anche questa attenzione trasuda voglia di Cinema, di Serialità, desiderio di "vendere" (sta al vostro cinismo togliere o meno le virgolette) questo prodotto allo schermo più adatto per coivolgere quanto più pubblico possibile, consegnando uno script su carta raramente così efficace e diretto nei suoi intenti artistici.

Non è un fumetto prettamente scacciapensieri, questo, eppure è di diritto una delle letture d'intrattenimento migliori (a patto ovviamente che abbiate una predilezione per il crime/thriller) su cui ho messo le mani in questo 2022 che volge alle battute finali, e non potevano che essere i Saldatori a portarlo nel Nostro Paese, sempre attenti alle letture di genere.

Una Giusta Sete è un perfetto esempio di come, sapendo come scrivere e disegnare, anche un canovaccio solo in apparenza "classico" possa avere ancora da dire, e dirlo splendidamente.

Anche perché, come spesso si dice, questa "Vendetta" ha tutto: una bella scrittura, un eccellente disegno, violenza presente ed efferata ma mai gratuita, una buona dose di sospensione dell'incredulità e sopratutto personaggi che, con poche battute indovinate, dicono tutto quello che devono e conquistano il lettore, disposto a seguirli sino all'ultima pagina, consci che i colpi di scena saranno il contraltare che porterà equilibrio in mezzo alle tante emozioni diverse che proveremo. Un menù eccezionalmente ricco, gran gourmet nascosto nella cucina di una tavola calda, racconto popolare ma per palati attenti e finissimi.

Perché vendicarsi sarà anche dissetante, ma la nostra fame di letture, Seriali ma sopratutto di Qualità, è insaziabile! (sì, avevo intenzione di sfruttare il gioco di parole sino alla fine, sorry!)

Il Nerdastro


Una giusta sete di vendetta - vol. 1

saldapress, 2022


Testi: Rick Remender
Disegni: André Lima Araújo


Post più popolari