Letture seriali: La ricerca dell'Uccello del Tempo
Fantasy, fantasy in ogni dove.
Come se poi fosse mai andato via. Ma è anche vero che per questo genere il periodo è quanto mai florido e ricco di proposte, tra Anelli e Draghi, tra epica e intrigo, tra spade impugnate contro il male e coltelli conficcati nella schiena, tra luoghi incantevoli e palazzi del potere: ogni gusto incontra il suo personale favore, per la gioia di tutti (e relativa discussione social di turno).
È in questo clima che Mondadori, nella sua collana Oscar Ink, propone quello che è, senza possibilità di errore, un grande Classico, punta di diamante della Bande Dessinée, ovvero La ricerca dell'Uccello del Tempo di Serge Le Tendre e Régis Loisel.
Quello raccolto nel corposo cartonato è, nello specifico, il primo ciclo, composto da quattro volumi nell'edizione originale e qui riproposto nella traduzione di Alessandro Editore. Piuttosto che perderci in tecnicismi di sorta, meglio farlo tra le pieghe di questa avventura fantastica, che si potrebbe riassumere così.
Siamo nel regno di Akbar, terra sconfinata, affascinante e pericolosa (ma non lo sono tutte, in fondo?). Qui veniamo a conoscenza che un grave pericolo incombe, perché il malvagio dio Ramos sta per risvegliarsi, pronto a liberarsi dalla conchiglia nella quale è stato imprigionato in tempi immemori, nella notte del cambio di stagione.
Peccato che simile evento sia praticamente dietro l'angolo, e solo un Eroe degno di questo nome può affrontare la quest che potrebbe fermare Ramos, la... beh, Ricerca dell'Uccello del Tempo (in effetti, il titolo è abbastanza chiaro in proposito).
Così, Mara, principessa e strega, manda la sua procace e un poco ingenua figlia, Velissa, a cercare e convincere il prode Bragon a compiere questo periglioso viaggio. E nonostante gli anni siano passati, e i capelli si siano fatti brizzolati, il Nostro accetta, imbarcandosi con la ragazza e un misterioso cavaliere senza nome nel disperato tentativo di salvare Akbar prima che sia troppo tardi.
Credetemi, sto riducendo volutamente all'osso, perché di cose in questo bel tomo ne succedono parecchie, al punto che lascio che siano i suoi stessi autori a dirlo, con questa citazione da una didascalia della storia.
"Lotte, inseguimenti, stanchezza, fame, piedi gelati, litigi e riconciliazioni. Senza dimenticare, naturalmente, una punta o due di erotismo."
Che è esattamente quello che vedrete, al punto da farmi decidere di ospitare La Quête de l'Oiseau du Temps qui sulle Letture Seriali.
Perché quello di Le Tendre e Loisel è un Fumetto, è un Fantasy, è sopratutto la felice commistione di suggestioni, dal clangore delle armi alla sensualità della sua protagonista, dalle architetture affascinanti alle paludi irte di insidie, dai colpi di scena, magici e sentimentali, sempre con quella nota di audacia, che non perde in freschezza nonostante gli anni trascorsi dalla prima pubblicazione. Parliamo infatti del 1983/1987.
Solitamente, qui nella rubrica, sono lieto di consigliare questa o quella novità, ma questa riedizione è stata l'occasione perfetta per potermi guardare un poco più indietro, perché "viva il nuovo", ma spesso è anche più bello riscoprire opere come questa, che hanno posto le basi per tanto altro venuto dopo, e non solo nel fumetto francese.
Bragon, Velissa, Bulrog, il "prode" sconosciuto, e poi ancora i Grigi Gracili, il Fol di Dol e il Rige, tutti caratteri pulsanti di vita ed espressione, Eroi di una storia che non sfigurebbe in un film, specialmente d'animazione, medium capace di restituire tutto il prisma giocoso, colorato, anche del rosso del sangue, che questa "Ricerca" ha da offrire.
Il racconto non scade mai nel ritmo, così come mai nella volgarità, pur quando decide che a scatenare un sano effetto comico siano le curve di Velissa oppure che a risolvere la situazione sia un'affascinante guardiana semi nuda. Tutto richiama ad una purezza d'intenti propria del Fantasy, quello più eroico, fatto di ardimento in terre lontane e senza ritorno.
Ci sono sia la Spada che la Stregoneria, ci sono i colori vidivi e forti dell'Immaginazione che sa quando prendere le briglie di un lopvento e far volare la storia dove deve andare, perché la Ricerca dell'Uccello del Tempo è solo una scusa per ricercare qualcos'altro, qualcosa di ancora più antico, qualcosa di ancora più felice, che è un racconto appassionante intorno al fuoco, di quelli che ti sanno rapire, che fanno brillare gli occhi di ragazzino e sorridere quelli di adulto, forti e vincenti di un fascino che non conosce età.
Il disegno di Régis Loisel è chiaro, pienamente leggibile, pura scuola francese dell'Avventura (e non è un caso che abbia lavorato ai concept dei disneyani Mulan e Atlantis), elegante nelle forme, curato nei dettagli e nelle espressioni di volti che recitano costantemente.
Il Tempo, ci viene spesso ricordato, stringe sui nostri Eroi, la minaccia incombe e bisogna esser lesti, eppure agli autori questo non importa, perché sanno che l'Avventura corre seguendo una clessidra tutta sua, come dimostra anche il lasso di tempo nella pubblicazione originale dei quattro capitolo qui raccolti, perché è escamotage narrativo per fargli compiere il viaggio, e mai come in questo caso è vero che conta più della destinazione.
Sulle note finali, i nodi vengono al pettine, twist inattesi ed emozioni si sprecano, ma il cammino per arrivare sin a quel punto... oh, è lì che risiede la magia del Fumetto stesso.
È Fantasy Alto, ma che non vuole mai sovrastare il lettore, ma anzi rimane sempre alla sua altezza, lo guarda negli occhi, come si fa con un compagno d'arme che decide di fidarsi e seguirti in questo cammino, cosa non scontata oggi come non lo era 40 anni fa.
Indubbiamente, sortisce uno strano effetto anche in chi scrive, tessere un'elegia di un'opera la cui importanza parla talmente da sola da rendere queste mie come un'eco. Ma al tempo stesso, tale è la gioia nel poter stringere tra le mani questo volume, nel riaffrontare questa lettura anche alla luce della personale cultura, quella che oggi più di ieri riconosce riferimenti, strizzate d'occhio ed ispirazioni di genere, tra le più forti, tra le più disparate, influenze che hanno dettato regole, che poi Le Tendre e Loisel hanno saputo fare proprie a loro volta. Come quella Morte Rampante che appare dalle sabbie di un deserto infuocato, e che fa pensare a Dune ben diverse e più pericolose.
In questo particolare momento, in questo frangente in cui si guarda a questo genere con sana fame di letture, che si guarda a ciò che è stato con riverenza e al nuovo con cipiglio critico, scoprire opere come la Ricerca è quasi un dovere, per chi dice di amare la Nona Arte, e desiderare costruire il proprio sapere con ogni pietra miliare che può metter insieme sul suo personale percorso di appassionato.
Questa saga è una di quelle che creano solide fondamenta, che si leggono e si rileggono d'un fiato, tanto da passare ore anche solo a sfogliare, guardando con ammirata attenzione quella particolare vignetta oppure rileggendo quell'ancor più particolare dialogo, che ci trasporta, brandendo un'enorme ascia oppure facendo schioccare una frusta ardente, in terre così incantate da spingerci a saperne di più, fosse anche costruendone noi la storia con la nostra Fantasia.
Chiudo dichiarandomi invidioso di tutti voi che conoscerete Bragon e Velissa per la prima volta (sperando di avervi convinto a farlo!), felice di averli rivisti, di aver riletto del loro ardimento, di essermi divertito ancora in loro compagnia, e di essermi emozionato, ma forse a parlare in questo caso, è quel male unico che si chiama "Nostalgia", la stessa che ti coglie quando ripensi alle tante, bellissime storie, che hai avuto il piacere di incontrare.
E questa è una di quelle che non si dimentica, credetemi!