Letture seriali: Dolores

Note dolenti


Ci ho provato, sapete? A non iniziare questa recensione di Dolores, il bel volume biografico realizzato per Edizioni BD da Micol Arianna Beltramini e Francesca Ciregia, facendo leva sui miei ricordi personali di quel maledetto 15 Gennaio 2018.
Ma penso che, per tutti quelli della mia generazione, sia impossibile ripensare a Dolores O'Riordan e lasciare fuori dall'equazione una buona dose di emotività. Perché questa donna, questa voce irlandese ha lasciato un'impronta indelebile, ha solcato come unghie affilate le nostre esperienze più vere, quelle più brucianti. Pelle d'oca che ancora oggi ci smuove qualcosa, che non smette di stringerci alla gola. E noi felici, quasi, di lasciarla fare.


Eppure, per potervi parlare di questo fumetto, un minimo di obiettività bisogna recuperarla, bisogna essere critici, attenti, puntuali, nel cogliere ciò che le autrici hanno voluto dire.
Indubbiamente, sono due firme dotate di forza e di talento, con la disegnatrice che ha già dato prova del suo stile, come ben sanno ad esempio i lettori de Il Confine di Bonelli, e la sceneggiatrice ha saputo dimostrare quanto ama il rapporto tra fumetto e musica, prima con lo splendido tributo a Jeff Buckley, Last Goodbye (sempre catalogo Edizioni BD), e poi con le Murder Ballads insieme a Daniele Serra (in questo caso, Mondadori, Oscar INK), ma di quest'ultimo tomo ho già ampiamente parlato in una precedente Lettura Seriale.

È con questo stato d'animo, da lettore attento e pronto a soffermarmi su testi e disegni, che ho aperto Dolores e... niente, tempo poche pagine e l'obiettività si è ricordata di avere un appuntamento: doveva scappare via e così mi ha lasciato solo con le mie emozioni, che mi guardavano appoggiate alla porta della stanza, con quel sorriso un poco triste di chi sa che sta per affrontare un viaggio pieno di sensazioni sepolte sotto il tappeto dei ricordi.
Bastano le prime tavole, quelle del prologo, ad impostare il ritmo di un racconto che è sopratutto biografia, omaggio ad un'artista straordinaria e una donna fragile, perché mentre il mondo ascoltava ad occhi chiusi ed orecchie tese la sua musica, lei affrontava demoni di cui è difficile parlare, e che è ancor più difficile tenere dentro.


Demoni che lentamente l'hanno divorata, che ne hanno corrotto l'anima pura di musicista eccezionale, conducendola verso un abisso che sarebbe culminato in una camera di albergo.
Potrei dire che la Beltramini "ha fatto i compiti" nel ripercorrere le tappe della vita e della carriera della O'Riordan, ma sarebbe come fare ironia, sarebbe come cercare di chiamare l'obiettività al telefono per sapere quando torna a casa (e quella ti chiude la chiamata).
No, perché Dolores non è un racconto freddo, non è una semplice sequenza di eventi, è un biopic dal taglio poetico e dall'impostazione filmica, è un sentito ed appassionato ritratto di un'anima fragile, dei suoi dolori e dei suoi rimpianti, delle sue fragilità e di quanto, con le sue parole trasformate in musica, abbia lasciato all'Arte un'eredità universale, forte di messaggi che lei stessa sentiva sulla sua pelle di essere umano, ricco di carattere e di contraddizioni.

Gli fa eco, con la sua matita, la Ciregia, che firma qui tavole che sono cima importante, di quelle che ti aprono portoni futuri, perché dotate di una bellezza che trascende il limite del cartonato che stringi tra le mani e si fanno diapositiva fissa nella retina.


Non oso immaginare la quantità di reference, per volti ed espressioni, a cui deve aver fatto riferimento per restituirci, con qualità al limite del fotografico, una Dolores così vera, così autentica, senza farci dimenticare mai che questo non è ricalco, ma ritratto.
Proprio come la musica dei Cranberries, così potente, evocativa e graffiante, queste tavole regalano una potenza nell'uso dei neri così come del colore, nel riprodurre la copertina di un album per poi farla bruciare di fiamme che si stagliano contro il buio, o nel riprodurre i toni acidi di un video musicale dai significati nascosti oppure ancora nel dipingere, in senso quasi letterale, un finale in sfumatura di giallo, come un faro che guida la nostra lacrima (quella che abbiamo tenuto come un velo sugli occhi per tutta la lettura).

Un ritratto di Donna firmato da due donne, e forse è anche questa sensibilità al cubo a restituire tutta la qualità altissima di questo volume, perché entrambe, chi con la penna chi col pennino, affrontano Dolores con tutto il rispetto possibile, senza cadere mai vittima di facili scappatoie né cercare giustificazioni forzate.
A parte un paio di dettagli, di cui uno fortemente autentico ed intelligente nel suo essere romanzato, licenza poetica perfetta, tutto quello che leggiamo è documentato, reso appassionante sceneggiatura e fumetto: è stata Dolores stessa, e chi le è stato accanto, a raccontarcelo, attraverso le canzoni oppure parlando a cuore - anzi, dolore - aperto con un giornalista.


Ecco, "Dolore", dal latino "Dolores". Anche qui, far notare questo nomen omen sarebbe solo cinico umorismo da strapazzo, ma è anche vero che la O'Riordan questo sentimento lo ha conosciuto, ne è stata anche sopraffatta, ha vissuto appieno le sue sensazioni, le ha incanalate nel suo canto, affrontando difficoltà, traumi impossibili da dimenticare, di quelli che ti segnano l'anima per tutta la vita, una vita che le ha fatto anche incontrare felicità, speranza, lacrime, successo, solitudine e compassione.

Micol Beltramini prende tutto questo e lo restituisce al lettore usando le parole, quelle stesse parole che erano l'arma di Dolores contro un mondo che spesso faticava ad accettare, un mondo che per tanta felicità, le ha anche donato, freddo e cattivo, tanta sofferenza. Parole che, accompagnate dalla musica, ancora oggi ci trasportano lontano.

Ma se l'Arte è immortale e le note voleranno per sempre nell'aria, diverso è il destino di chi la crea, di chi la incide su spartiti e la libera nel mondo attraverso un microfono, esseri umani che alle volte, pur nel clamore di una folla di fans urlanti, si sentono terribilmente ed inesorabilmente soli.

Ti si stringe il cuore, leggendo questo libro: in più di un'occasione sono rimasto ammutolito, a ripensare al me adolescente che ascoltava alla radio quelle canzoni, che canticchiava quelle rime senza forse comprenderle appieno, oppure sì, ma senza riuscire a decifrarle con termini propri. Ma l'autrice ci mette tutto l'affetto, personale ed empatico, e la sua penna felice incanala sensazioni altrimenti difficili da spiegare e le restituisce con tutto il peso specifico che il medium fumetto può possedere, scrivendo una nuova ballata, comprensibile in tutte le lingue in cui questo volume meriterebbe di essere tradotto.


È sopratutto un viaggio, tra lacrime e fiamme, tra resoconto vivo e rispettoso e narrazione, nell'anima di una donna che ha saputo entrarci dentro, che ha saputo trovare la chiave per innestare, col suo talento e la sua voce, un piccolo pezzo di sé dentro ognuno di noi.

Beltramini e Ciregia hanno estratto quel loro pezzetto e lo hanno a loro volta usato per dare forma a Dolores e con questo, per quanto possibile, restituire a Dolores parte di un'emozione unica che ha saputo regalarci e con la quale siamo cresciuti, non solo musicalmente.

Dolores, come Dolore, quello stesso per cui non riesci a dire nulla, non puoi dire nulla, non puoi commentare, neanche con tutta la tracotanza che oggi è benzina per social urlanti e disperati di attenzione inutile. In questo caso, le parole non arrivano, mentre tutto intorno a noi tutto brucia, di una fiamma ardente di disperazione e non sappiamo come spegnerle, rimanendo in sacrale silenzio.

E allora prendiamo e ci sdraiamo per terra, sul tappeto, urlando al nostro assistente digitale di mettere su No Need to Argue, e mentre siamo lì ad occhi chiusi, tutto intorno a noi cambia, il tappeto diventa la trapunta del nostro letto da ragazzini, le pareti si riempiono di poster e ci ritroviamo a viaggiare nel tempo, unica costante la voce di Dolores O'Riordan che intona Zombie, e la vera differenza, in quella lacrima che continua a solcarci il viso, dopo aver chiuso questo libro.


Se c'eravate, se ci siete stati e non lo ricordate, se volete leggere un bel fumetto (ci metto pure lo strillone, che Micol Beltramini, proprio per questo splendido lavoro, ha vinto anche il Premio Boscarato 2022 come Miglior Sceneggiatrice!), non perdetevi quest'opera sincera.

Un'opera che - lo dico come il complimento migliore che possa fare - sono sicuro avrebbe incontrato il favore anche della sua titolare, perché quando Arte fa rima con Vita in questo modo, è una nuova sinfonia che si crea, da note e musica, a parole e disegni!




Dolores
Edizioni BD, 2022

Testi: Micol Arianna Beltramini 
Disegni e colori: Francesca Ciregia

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