L’attesa della felicità – Shiawase no machi
“In questo edificio ci sono due negozi. Al secondo piano c’è l’emporio, il cui proprietario è un uomo e al primo piano, una caffetteria di proprietà di una donna. […] Pare che lei sia innamorata di lui.”
Hisae Iwaoka è ormai sinonimo di dolcezza e questo nuovo titolo non delude le aspettative. Dopo Donsei Mansion e le due raccolte di storie brevi Fiori di biscotto e Nuvole bianche, l’autrice torna in Italia con un volume autoconclusivo leggero e divertente, L'attesa della felicità, nuovo titolo della linea Aiken di Bao Publishing, un po’ romance un po’ slice of life, in cui i cliché dei due generi si accompagnano a personaggi piuttosto… originali.
Lei, Mikumo Yuka, è la proprietaria di una piccola caffetteria gestita con amore e tonnellate di entusiasmo nonostante non trabocchi di clienti e i suoi piatti le sembrino troppo casalinghi, troppo poco professionali per attirare nuovi clienti. Yuka è una sorta di tornado: chiede e accetta consigli per migliorare, lavora instancabilmente e accetta ogni complimento come fosse un premio, senza pensare neppure per un attimo ad abbandonare la sua piccola attività. Non solo ama il suo lavoro ma… ha una cotta anche per il suo vicino, Yano Kei, un giovane sarto che gestisce un negozietto in cui vende, tra le altre cose, anche i peluche che cuce a mano.
Al contrario di Yuka, Kei è spesso silenzioso, concentrato sul suo lavoro fino al punto di non accorgersi di quello che lo circonda. Lei è cotta ma in realtà anche lui ha un debole per lei. Entrambi sembrano troppo timidi, goffi e impacciati (quasi al limite della tontaggine) per rendersi conto dei sentimenti reciprochi. Fortuna (?) che ad aiutarli – invisibili ma sempre presenti – ci sono niente di meno che i loro due spiriti protettori: la mamma di Kei e il cagnolino di Yuka.
Entrambi hanno rinunciato ad andare nell’aldilà per rimanere accanto ai due ragazzi ma, mentre la mamma di Kei sogna di vederlo sposato al più presto con una brava ragazza, il cagnolino di Yuka continua, anche dopo essere passato a miglior vita, a essere geloso e possessivo nei confronti della sua padroncina.
La trama si sviluppa così in modo agile e divertente, condensando in un unico volume (e questo è secondo me il più grande pregio del manga) quello che abbiamo letto a volte in serie tanto lente da sembrare infinite: una coppia impacciata che cerca di conoscersi, di capirsi e di piacersi, che non ha il coraggio di dirsi apertamente le cose in faccia mentre tutti i personaggi che gli ruotano intorno – in questo caso vivi e non – fanno di tutto per aiutarli a imparare a comunicare con più sincerità. Sappiamo, come sempre, che l’happy ending arriverà, ma almeno questa volta non ci tocca aspettare per anni prima che i due protagonisti finiscano insieme.
Hisae Iwaoka rende tutto ancora più tenero con il suo stile delicato, tratteggiando figure dall’aspetto infantile e morbido e restituendo i paesaggi di una periferia quasi senza tempo, dove i piccoli negozi si susseguono sulle stradine quasi deserte, attraversate da anziani gentili e pochi altri personaggi che diventano immediatamente familiari anche al lettore.
L'attesa della felicità è anche una dichiarazione d’amore verso le piccole realtà di periferia, cittadine lontane dal Giappone ipermoderno e iperveloce che siamo abituati a vedere. La storia si concentra tutta tra palazzine basse e botteghe vecchio stile, come quelle dei due giovani protagonisti che, invece di lasciare la provincia per le grandi metropoli, provano a farla rivivere grazie alle loro piccole attività artigianali, coinvolgendo il quartiere fino a farlo diventare una sorta di piccola, grande famiglia in cui tutti condividono qualcosa con gli altri e in cui il tempo riesce finalmente a rallentare un po’, lasciandoci qualche attimo per le gioie più semplici… come un peluche cucito a mano con cura o un pranzo che sa di casa e di ricordi dell’infanzia.
Claudia (aka Clacca)
L’attesa della felicità – Shiawase no machiBao Publishing (linea Aiken)
Testi e disegni: Hisae Iwaoka