Letture seriali: Godzilla - La guerra dei 50 anni di James Stokoe

Quel Godzilla che sa di manga

Un azzardo, una scommessa. Chiamatela come volete, ma quella che saldaPress ha lanciato con RamenBurger, la sua nuova collana, ha in sé quel genio sempre insito nelle cose, solo in apparenza, più folli.

Prendere un'opera nata in altro formato, con il pieno supporto del colore, e riproporla in formato tankobon e in B/N, come a voler unire Oriente ed Occidente, portando chi legge a scoprire un'altra essenza, un altro sentire, a cogliere appieno quell'ispirazione artistica che ha investito l'autore da principio, e che magari poteva essere sfuggita a una prima occhiata, regalandoci così una nuova, oserei dire inedita, esperienza di lettura.

È quello che accade con Godzilla - La Guerra dei 50 anni di James Stokoe, che i Saldatori hanno scelto per inaugurare questo nuovo viaggio in libreria e fumetteria, e davvero, non poteva esserci titolo migliore, nonostante tutto, nonostante quel mostruoso che aleggia attorno a quest'opera.
Mostruoso come il protagonista titolare.
Mostruoso come il talento ricercato di Stokoe.


Non nego di esser stato dubbioso, avendo la precedente edizione in volume di questo Fumetto, sempre edita da saldaPress. Quelle tavole, quella spazialità, unita al colore, sono uno spettacolo nello spettacolo, cornice da blockbuster di una storia profondamente umana, drammatica persino, omaggio ad un franchise che dura da decenni.
Eppure, una volta aperto questo tankobon, ogni incertezza è andata man mano a sparire, facendomi innamorare ancora di una storia che ho apprezzato in ogni sua sfaccettatura.

1954, anno di "nascita" di Godzilla al Cinema, e proprio l'anno in cui prende il via questo memoriale, scritto e letto attraverso il punto di vista del soldato Ota Murakami, che ha legato a doppio filo la sua vita con quella del Re dei Mostri.
Era solo un ragazzo, la prima volta in cui lo vide. In tutta la sua potenza, in tutta la sua distruzione, e da quel momento, da quell'istante, tra l'Uomo e la Forza della Natura si crea come un legame indissolubile, un'ossessione che si ammanta via via dei sentimenti più contrastanti, sino a sfiorare quasi il rispetto, persino reciproco.
E "rispetto" è anche la parola giusta con cui definire l'operato di Stokoe, il modo in cui tratteggia la storia, il modo in cui cerca di (e riesce a) replicare la spettacolarità del grande schermo su pagina, con quelle splash page potenti, punto di rottura spettacolare tra la percezione umana del disastro e la sua ipnotica spettacolarità, effetto Cinema da schermo più grande possibile. Eppure, qui parliamo di un formato economico, di un tankobon.

Come è possibile che il tratto dettagliato dell'artista, con quelle vignette e tavole piene, sia nel tratto che negli elementi, possa rendere appieno in questa forma? Eppure è così, forse perché il mondo del manga e degli anime, la loro influenza, il loro modo di narrare, sono ossatura invisibile, ispirazione inconscia ma palpabile di un autore che guarda all'Oriente e alla sua Arte, che ne riconosce l'importanza e la riversa nel suo segno.


La curatela di saldaPress, nella gestione della tavola in bicromia, dà l'idea di tutto questo, di come questa "follia" editoriale sia in realtà più ragionata e attenta di quanto sembri.
Proprio per quell'influenza di cui sopra, La Guerra dei 50 anni potrebbe benissimo essere un'opera nata in questa forma, pensata come un manga ma scritta in una lingua che abbraccia un fascino internazionale, come lo stesso Godzilla fa, del resto, da 68 anni. È proprio questa "esplosione di sapori" a rendere questo RamenBurger di Godzilla estremamente appetitoso e godibile.

Perché questo viaggio nella memoria di un soldato è anche uno straordinario excursus della Storia, quella del Kaiju della Toho, che in tutti questi anni ha attraversato varie forme, evoluzioni costanti verso i territori più disparati, e che qui ritroviamo in questa narrazione coerente che, con la complicità della sospensione dell'incredulità, ci risulta sempre lineare.
Inclusi i "villain" d'occasione: non solo il Godzillone, infatti, domina la scena, ma anche i suoi avversari, enormi, distruttivi da par suo e sempre estremamente ricercati nella loro possanza a scaglie, quasi repliche perfette dei "pupazzoni" del grande schermo, a cui si unisce un cuore e una prospettiva figli del vero protagonista di questo nostro fumetto, Murakami, pronto a sacrificare ogni cosa per mandare una volta per tutte KO il suo imperiale avversario.

C'è una perfezione rara e sontuosa, nella "Half-Century War", un continuo imperversare dell'anima più citazionista del cultore, ma che non soverchia mai il tema principale, lo sorregge, gli dà manforte col suo perenne strizzare l'occhio con questo o quel riferimento. Al tempo stesso Stokoe non perde mai la bussola, non indugia mai nel voler strafare con la matita e il fanservice, attento verso quella che è una narrazione profondamente umana.


Ecco, ci siamo, qui volevo arrivare: in questa edizione, in questo formato "da borsetta", questa miniserie (inizialmente, è stata pubblicata in cinque albi da IDW Publishing) assume una dimensione più raccolta, intima persino, e quello che, comunque, era già palese nel suo formato "deluxe", qui esplode e si prende il palcoscenico, non più in ombra dalla potenza dei colori e dai grattacieli che crollano come nel miglior blockbuster.

Qui l'urlo di Ota sovrasta il raggio atomico del Re, e la sua ossessione, la sua sfida, la sua abnegazione verso il "nemico" agganciano il lettore, lo trasportano al suo fianco e ci fanno guardare con occhi rinnovati ad un personaggio scritto con profonda coscienza.
Non che prima questo elemento fosse in qualche modo in secondo piano, ma si veniva comunque "distratti" dal continuo ammirare tavole incredibili. Che qui sono sempre presenti, chiaramente (il talento di Stokoe è di una purezza che non ha certo bisogno delle presentazioni del sottoscritto), ma ad emergere in questa versione è anche la sua sceneggiatura, il modo in cui ha saputo imprimere cuore ad una storia di mostri che si menano, mentre intorno a loro tutto sembra straordinariamente piccolo.

E proprio nel "piccolo" di queste pagine, emerge prepotente la voce dell'Uomo, che, obbligato a coesistere con queste gargantuesche creature, non vuole certo rimanere in disparte, al punto che, una volta posato sul tavolino, ho davvero guardato a questo volume con occhi molto diversi.


Una storia che conoscevo già, eppure è stato davvero come leggerla una seconda "prima volta", apprezzandone lati che inizialmente avevo percepito ma non appieno, non del tutto.
Parole, didascalie, voce fuori campo carica di una gravitas altra, il racconto di un uomo che ha messo in gioco tutto, mosso solo da un unico, antico sentimento, che è stato con Godzilla sin dall'inizio e che ha fatto quanto in suo potere per poterne ammirare la fine.

Stokoe riesce a far andare spettacolo e dramma personale a braccetto, unisce Fumetto e Cinema, mondi da sempre paralleli, un amalgama che qui assume un diverso equilibrio.
Una "Guerra" che diverte, emoziona, fa soffermare sempre sui disegni ma stavolta con una marcia in più, che è quella di poter essere letta ed apprezzata dappertutto.
Non che il volumone cartonato non si possa leggere dove si vuole, ma a questo punto non ci sono scuse per non mettere La Guerra dei 50 anni prima nella pila di acquisti in libreria e poi nella borsa per il mare dopo.
Godendosi, da sotto gli occhiali da sole, quel sottile timore di alzare lo sguardo oltre il libro e vedere il Re affiorare dall'acqua!







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