Cyclopedia Exotica

L'integrazione e l'inclusività nel mondo dei ciclopi ideato da Aminder Dhaliwal

A volte ci raccontiamo delle storie da soli, altre, siamo noi i protagonisti della storia di qualcuno. Alcune parti della nostra storia definiscono chi siamo. Ma le sfumature e l'umanità si perdono nelle enciclopedie.

Immaginate un mondo parallelo al nostro in cui, tra le tante specie umane che popolano miti e leggende dell'antichità, i ciclopi sono riusciti a sopravvivere all'estinzione, hanno sviluppato le loro comunità e sono riusciti col tempo a integrarsi alla maggioranza degli esseri umani con due occhi. Integrarsi... quasi completamente!

Il mondo creato da Aminder Dhaliwal in Cyclopedia Exotica, in cui ciclopi e due-occhi vivono fianco a fianco, è una di quelle meravigliose finzioni che attingono al fantastico e all'immaginifico per deformare la realtà dei nostri giorni al solo scopo di renderci capaci di osservarla meglio, di tenerci lontani dalle abitudini che annichiliscono le nostre capacità critiche, di farci fare insomma il famoso salto oltre la cornice per permetterci finalmente di osservare il quadro di cui facciamo parte nella sua interezza.

"Il ciclope moderno vive una vita uguale a quella di un due occhi. Le divisioni del passato sono ormai scoparse. Una delle ragioni è la copertina di una rivista uscita nel 1978 (si veda la sezione "Etna")" così viene citato dall'enciclopedia che apre il volume, quella che ci dà un breve excursus storico sul rapporto due-occhi/ciclopi. Ma davvero le divisioni del passato sono scomparse? Dhaliwal racconta brevi episodi della vita quotidiana di un gruppo di ciclopi – famiglie, amici, conoscenti – che si ritrovano ad affrontare le piccole grandi battaglie di ogni giorno in un mondo in cui le discriminazioni sono eliminate solo sulla carta ma non nei fatti, un mondo ipocrita che non ha il coraggio di ammettere la propria xenofobia, che la esercita subdolamente nei luoghi comuni, nel bullismo, nelle inadeguatezze linguistiche, nella mancanza di figure di riferimento per le minoranze, nelle pubblicità che propongono prodotti che promettono ai ciclopi di riuscire a somigliare di più ai due-occhi.


La narrazione ruota attorno alle storie di diversi personaggi che nel loro piccolo lottano per raggiungere un'uguaglianza che sia sinonimo di accettazione e rispetto delle differenze: c'è Pari, giovane neo mamma preoccupata di non saper gestire adeguatamente la sua carriera e insieme la crescita dei suoi bambini; c'è Pol che sogna l'amore e una casa col giardino, cerca l'anima gemella tramite le app di incontri e non si lascia scoraggiare dai tanti match deludenti fino a quando non incontra Latea, aspirante modella che sogna di diventare un punto di riferimento per i ciclopi come Etna lo è stata per lei. E poi ci sono Bron e Arj che hanno sempre vissuto come una condanna il loro essere ciclopi. Il primo reduce da un intervento di duplicazione occhi finito male, che lo fa sentire diverso sia dai ciclopi che dai due-occhi, il secondo che durante l'infanzia è stato vittima di un bulletto a scuola e si è trascinato fino all'età adulta il senso di insicurezza e di non essere mai abbastanza. E insieme a loro incontriamo tanti altri personaggi, ognuno con la propria storia personale e il proprio conflitto interiore, divisi tra la voglia di sentirsi normali e la necessità di vedere riconosciute e accettate le proprie diversità.


È facile riconoscere nelle battaglie dei ciclopi di Dhaliwal – disegnati in modo così espressivo e vivo da sembrarci reali fin dalle prime pagine – le lotte delle tante minoranze che si battono ogni giorno per una realtà più inclusiva, ed è questo che rende Cyclopedia Exotica non solo una lettura piacevole come sanno essere i racconti brillanti e divertenti, ma anche un libro importante per comprendere davvero cosa voglia significare essere inclusivi: non annullare le differenze e appiattirci su un'uguaglianza formale, ma riconoscere ogni identità come tale e garantire a tutt* pari diritti e opportunità.

Claudia Maltese (aka Clacca)


Cyclopedia Exotica
Edizioni BD, 2021
Testi e disegni: Aminder Dhaliwal

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