Letture seriali: Soldati perduti

L'incubo bellico narrato da Aleš Kot e Luca Casalanguida

Sporco affare, la Guerra. Spacciato per nobile ideale di patria, corrode, corrompe e, quando presenta il conto, non esiste altro che cedere la propria anima per saldarlo.

Ce lo ha raccontato la Letteratura, ce lo ha raccontato il Cinema, lo ha fatto anche il Fumetto, e su questo illustre solco si pone anche Soldati perduti, volume inedito proposto da Saldapress, firmato da un autore puro come Aleš Kot (Zero, Il Nuovo Mondo, Bloodborne, Days of Hate) con il nostro Luca Casalanguida ai disegni (James Bond, Orfani, Dylan Dog, tra gli altri).

La narrazione corre lungo due scenari paralleli: uno in Vietnam, uno ai giorni nostri. Cambia lo scenario, cambiano i volti dei tre protagonisti, soldati di una guerra non loro nel 1969, uomini segnati da rughe e con un passato difficile da dimenticare oggi, impegnati in un altro conflitto, non meno importante, non meno pericoloso, al confine con il Messico.

A non cambiare mai è il colore del sangue, il fioccare dei proiettili, una macabra melodia di morte che scandisce inesorabile le vite di ognuno, che trascina uno di loro lungo un sentiero sempre più oscuro, che sa di Inferno, dove allo zolfo si sostituisce l'odore più acre della polvere da sparo mista a rimpianto.

È un abile narratore, Aleš Kot. Lascia che a condurre il lettore in questo viaggio, nello sporco del fango delle trincee oppure tra i vicoli di Juarez, sia un flusso costante di pensieri, alle volte sconnessi, alle volte forse sin troppo tremendamente lucidi, del Soldato più Perduto, quello che ha sacrificato tutto sull'altare di un trauma mai superato, che cova come cenere mai spenta sotto la brace di ciò che resta del suo stesso io.

Un uomo che si è perso nella giungla del Vietnam e, non importa a quante bussole si sia rivolto, non è mai riuscito a tornare indietro.

I dialoghi sono tesi, efficaci, capaci persino di essere citazionisti e omaggiare i fumetti stessi, ma soprattutto di restituirci in pochi scambi di battute personaggi tridimensionali, dei quali intuiamo tutto il bagaglio umano ed emotivo, il dolore e la voglia di vivere.

Lungo la lettura il pensiero corre a capolavori come Apocalypse Now e Platoon, e non è un caso. È proprio a quella tradizione che Kot guarda, si ispira, attinge per costruire la propria Damnātĭo nei confronti della Guerra.

Ed è a quello stesso immaginario da grande schermo che si rifà anche Casalanguida, il cui tratto potrebbe ricordare il Goran Parlov di Punisher: Platoon, ma che poi, soprattutto quando l'azione divampa e i colori di Heather Marie Lawrence Moore esplodono letteralmente sulla pagina, fa sì che il dettaglio diventi efferato e i contorni svaniscano, in una pioggia di sangue e violenza.

L'uso del colore, un arcobaleno di colori caldi e vivi che si sovrappone alla realtà, è anche il mezzo con cui far scontrare personaggi e lettori, portando entrambi sul confine di una lucida follia, capace di svelarsi man mano, sino al suo tragico, triste, inevitabile finale.

Soldati perduti è una storia forte, adatta a chi ama il genere bellico, ma più in generale a chi, dalla lettura di un fumetto, cerca anche materiale per riflettere, per guardare, attraverso le nuvolette e gli spazi bianchi, realtà crude, di denuncia, per scoprire attraverso la narrazione argomenti importanti, mai banali.

È soprattutto l'occasione per scoprire una volta di più il talento di Aleš Kot, capace di colpire al cuore, alla mente e allo stomaco, passando con disinvoltura dalle strade di Yharnam alla Giungla del Vietnam, raccontando incubi diversi per tono e genere, ma sempre sin troppo vividi per essere ignorati!




Soldati perduti
Saldapress, 2021

Testi: Aleš Kot
Disegni: Luca Casalanguida
Colori: Heather Marie Lawrence Moore

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