Il Mecenate Audace: La Vita Bastarda
Tornano le crude avventure di Totuccio e del suo alter ego Minkiaman
Per chi segue assiduamente le pubblicazioni della casa editrice Tunué, il nome di "Minkiaman", personaggio creato da Gianni Allegra non dovrebbe essere una novità. Infatti nel 2018 l'editore di Latina pubblicò La guerra di Minkiaman, un fumetto crudo che narrava di un ragazzo di nome Totuccio che, in una Palermo alternativa, vestiva i panni del supereroe Minkiaman per combattere un signore della mafia.
A
distanza di 3 anni, Totuccio torna a vestire i panni di Minkiaman con La Vita Bastarda, pubblicato non da
Tunué ma da ComicOut, associazione culturale che
si impegna a diffondere il fumetto anche attraverso la pubblicazione di titoli
originali. L'autore è sempre Gianni Allegra, pittore e autore satirico nato nel
1956 a Palermo. Il suo nome è legato a quello della lotta alla mafia (la sua
carriera cominciò sulle pagine di I
Siciliani, rivista diretta da Giuseppe Fava), discorso che porta avanti
anche con il personaggio di Totuccio/Minkiaman. Non a caso l'ambientazione
principale è Balarm Town
("Balarm" è uno degli antichi nomi di Palermo, durante il dominio
arabo), una città che può essere considerata la capitale della mafia e di tutti
i suoi traffici illegali: chi ha potere su Balarm Town, ha potere su tutta la
mafia.
Anche in La Vita Bastarda Gianni Allegra continua ad evidenziare i soprusi di una mafia portata all'eccesso, tra sesso, droga e una serie di vendette e violenze che non trova mai fine. Il tutto viene narrato attraverso gli occhi di Totuccio che, dopo aver ucciso il padre mafioso in La Guerra di Minkiaman, vuole abbandonare i panni del supereroe per dedicarsi esclusivamente alla poesia e, quando non è troppo assorto, ai giochi spensierati con i suoi tre cani. L'innocenza, però, è ormai perduta: Totuccio è in conflitto con le sue diverse personalità e non riesce a tornare alla vita di tutti i giorni come se niente fosse. Inoltre ha un chiodo fisso che lo perseguita: la madre che lo ha abbandonato, per la quale prova un amore edipico.
La
lotta interiore di Totuccio si accompagna alla lotta per il potere di Balarm
Town, conteso tra i boss della mafia Kevin Camilleri e Demon Alfio. I loro scontri
si intrecciano con le vite della madre di Totuccio, Rosalia, e della sorella
Kimberly, entrambe prostitute proprietarie di bordello. Inevitabilmente le
vicende della grande città continueranno ad intrecciarsi con la vita di
Totuccio, alla ricerca della madre perduta e di una pace interiore che sembra
impossibile da raggiungere.
Il conflitto di Totuccio è reso bene anche e soprattutto graficamente, attraverso un segno graffiato e grezzo che definisce l'interiorità del protagonista, ma anche l'ambientazione malsana in cui combatte, sia nelle vesti di "comune essere umano" che in quelle di supereroe. I volti grotteschi e deformati dell'autore, che ricordano la società rappresentata dai pittori espressionisti tedeschi, rispecchiano pienamente le parole che pronunciano: volgare, grossolane e grezze tanto quanto le linee che scarabocchiano chi sta parlando.
Nonostante
La Vita Bastarda sia di fatto un
seguito, chi legge riesce comunque ad intuire il passato dei personaggi, in
particolare di Totuccio, riprendendo i fili di La Guerra di Minkiaman anche senza averlo letto (è consigliato
comunque recuperare il volume, anche solo per chiarire alcuni dettagli della
trama). Il fumetto lascia intuire tutto quello che è necessario per comprendere
appieno quello che succede in questo volume e per quale motivo.
Se La Guerra di Minkiaman poteva essere letto anche come una strana interpretazione della narrazione del supereroe calata in un contesto mafioso, questo La Vita Bastarda è invece un racconto interiore, con un focus sul lato umano del protagonista, rimanendo comunque crudo sia nella narrazione che nel disegno.
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