Letture seriali: Dylan Dog - Sally & Qwertyngton
Un luglio decisamente (ir)regolare, per i lettori di Dylan Dog: complice il caldo, il maggior tempo libero e una gran voglia di leggere, si ritrovano ben due albi regolari a disposizione nelle edicole.
Due albi che, però, di regolare non hanno proprio nulla, a partire dal 418 "canonico", intitolato Sally, primo di una trilogia di storie dedicate ad uno dei musicisti più riconosciuti e riconoscibili del panorama italiano, Vasco Rossi.
Qui potrei aprire una lunga parentesi su tutto il clamore generato sul web da questa cosa, dagli strali ai tentativi di alcuni di fare facile ironia, ma non voglio cadere in questa trappola, perché in sostanza è tempo perso.
Immemori del passato, che ci riporta sulle Vie dei Colori ad una storia speciale con Claudio Baglioni, è sopratutto quando si fa finta che DYD e la musica non siano un tutt'uno da sempre, che inarco il mio sopracciglio e alzo gli occhi al cielo.
Le sette note, come cinema, TV, romanzi e gli stessi fumetti hanno sempre ispirato gli sceneggiatori di Dylan, soltre che qui è stato reso palese, con "strillone pubblicitario" in copertina (doppia) a rendere questo primo albo (di tre) riconoscibile sugli scaffali delle edicole.
Gli immemori di cui sopra, nella lista di cose a cui aggrapparsi per i loro strali, tendono anche a scordare che la Sergio Bonelli Editore, come chiunque produca immaginario, non vive di pane e sogni, ma di introiti come ognuno di noi. Probabilmente, se non si fosse detto nulla, e la cover principale fosse stata solo quella di Gigi Cavenago (splendida come sempre, al pari delle prossime due di questa trilogia), il clamore sarebbe stato forse minore (o forse no), ma per quanto mi riguarda, se serve a portare nuovi lettori sulla testata, e far conoscere Dylan anche ad una sola persona in più, è una bella vittoria.
Anche perché, questo ipotetico nuovo arrivo tra le fila si ritroverà a leggere una bella storia, firmata da Paola Barbato (prima delle tre sceneggiatrici coinvolte nel progetto) e sua Maestà del Nero Inchiostro, Corrado Roi.
Partendo da Sally, uno dei testi più poetici ed evocativi del rocker di Zocca, la scrittrice costruisce una strana storia di morti che hanno coscienza di esserlo, di sentimenti traditi e perduti, forse non per sempre.
Una storia classica, figlia della miglior tradizione sclaviana, sul solco del Dylan romantico sino alla disillusione, che ha segnato i famigerati "primi 100" della serie (come se, successivamente, storie meritevoli fossero mai davvero mancate), e capace di intrigare anche e sopratutto il lettore occasionale, che vuole avvicinarsi alla testata con qualcosa che sia davvero il primo passo alla scoperta di un personaggio che da ben 35 anni riesce ad essere fenomeno di costume, e questo caso ne è la riprova ulteriore.
Uno spartito che diventa sceneggiatura, dove i più classici elementi del personaggio (il caso, la bella cliente del mese di cui innamorarsi, la morte che finisce per essere scusa per parlare di qualcosa di altrettanto universale) si mischiano con l'immagine richiamata alla mente dalla canzone, con le strofe che si fanno didascalia, sulle note di forti echi lovecraftiani. Giusto per rimanere in tema d'influenze che portano su strade fuori rotta sui lunghi sentieri dell'immaginazione.
E proprio di perdere la bussola e ritrovarsi in un Nessundove parla Qwertyngton, ovvero l'altro #418, quello "Bis": un'avventura extra, realizzata da un duo che insieme ha già firmato belle pagine di Fumetto Italiano: Luca Vanzella e Luca Genovese.
Un'indagine su una ragazza scomparsa porta il nostro Indagatore dell'Incubo in un ridente paesino dove letteralmente nulla è come sembra e tutto appare, scompare, riappare, si sdoppia e trascende i confini del surreale.
Anche qui un classico per la testata, non fosse che Vanzella ribalta le prospettive, al pari di Genovese, che usa il suo tratto, tra reale e fantastico, per inserire giochi visivi, di prospettiva, appunto, che va dove vuole, con strane geometrie architettoniche, citazioni che suonano sbagliate e che un attimo dopo diventano un'originale follia.
Vanzella, senza mai dimenticare l'ironia e la leggerezza della sua penna, trascina Dylan in un incubo non popolato da mostri, ma solo da stranezze in cui progressivamente perdersi, una vacanza dall'ordinario che diventa di ordinaria quotidianità, in cui decide lei in che modo la storia può concludersi.
Magari invece è la storia stessa che decide il suo finale, costringendo autori e lettori a cedere alle sue non regole, sino ad un finale che non si racconta, ma che riporta tutto ancora una volta al senso delle cose, a come Dylan, umano nostro pari, non manchi di cercarlo oltre il confine del Sogno e dell'Altroquando.
Un modo, racchiuso in 96 comode pagine, per "trovare un senso a questa vita, anche se questa vita un senso non ce l'ha". Aspetta, chi è che la cantava questa?!
Dylan Dog #418 - Sally
Sergio Bonelli Editore
Luglio 2021
Testi: Paola Barbato
Disegni: Corrado Roi
Copertina: Fabrizio De Tommaso / Gigi Cavenago
Dylan Dog #418 Bis - Qwertyngton
Sergio Bonelli Editore
Luglio 2021
Testi: Luca Vanzella
Disegni: Luca Genovese
Copertina: Gigi Cavenago
Tutte le immagini: © 2021 Sergio Bonelli Editore.