Le Variazioni d'Orsay

Pubblicato per la prima volta nel 2015, secondo fumetto di tre della serie nata dalla collaborazione tra la casa editrice Futuropolis e il museo parigino, Le Variazioni D’Orsay torna in una riedizione made in Oblomov con una nuova, meravigliosa, copertina e il fascino rinnovato di un’opera eccezionale.

Un vero e proprio esercizio di stile, così come lo stesso titolo dell’opera sembra ammettere, ispirato appunto alle “variazioni sul tema” tanto care al mondo della pittura. 

Variazioni che ci mostrano il museo da diversi punti di vista, come quello degli artisti che lo abitano attraverso le loro opere, o dei visitatori che passano ore o momenti ad adorarle, o mostrandone persino i dietro le quinte, siano essi sogni di una custode o semplici magazzini dove l’aura dorata che avvolge i quadri del museo scompare, lasciando spazio al disincanto che trasforma le opere in semplici tele su una rastrelliera.

La storia non ha un vero e proprio protagonista principale, per quanto la narrazione si sviluppi attorno alla figura di Degas, approfondito da un punto di vista meno artistico e accademico e più biografico, umano, che ci mostra un uomo non facile, litigioso, sicuro di sè e dalle posizioni sociali molto nette, “estreme”. Interessante diventa quindi lo scambio con i suoi “compagni” impressionisti, molto lontani da lui e dal suo modo di intendere la società e, di conseguenza, l’arte, dando vita a dialoghi scoppiettanti che frammentano la narrazione dall’impostazione più onirica della storia, quella di un sogno a cavallo tra passato e presente, dove i due orizzonti temporali spesso finiscono per sfiorarsi o anche accavallarsi, intrecciando vite vissute ad altre soltanto immaginate.

A differenza de L’intervista, interamente realizzato “a matita”, qui Fior adotta la tecnica pittorica della gouache, un tipo di tempera diluita, visivamente a metà tra un acquerello ed un dipinto ad olio. Nelle sue tavole risplendono gli ocra tipici della sua cifra stilistica, viaggiando tra vignette che racchiudono espressioni grottesche o rapidamente abbozzate, fino a giungere ai dettagli delle opere incredibilmente reinterpretate e rese coerenti con la narrazione.

Una narrazione unica che si frammenta in più voci ma che segue un filo soltanto, intriso di poesia, magia e mistero, come le sale di uno dei musei più belli del mondo, tempio indiscusso dell’Impressionismo di fine Ottocento.

Fosco



Le Variazioni d'Orsay

Oblomov Edizioni, 2021

Testi e disegni: Manuele Fior

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