Aveva l'inchiostro nelle vene: seconda stagione - Episodio 4

Le condanne della serialità


Torna sul nostro blog Aveva l'inchiostro nelle vene, la serie di tavole inedite realizzate da Emilio Battiato appositamente per noi, nelle quali indaga il ruolo del fumettista e il suo rapporto con i personaggi e con il mondo della Nona arte.

Testi e disegni: Emilio Battiato

In questo episodio della seconda stagione della serie, ironico e caustico, Emilio "Caccaman" Battiato affronta il tema della serialità, e in particolare delle serie caratterizzate da grande longevità, capaci di rimanere in edicola per decenni. Lo fa attraverso le figure di Kriminal (già omaggiato qui) e Satanik, entrambi personaggi della stagione del "nero italiano", portati al successo da Max Bunker e Magnus, che attualmente hanno concluso le loro pubblicazioni di storie inedite. 
A una prima lettura potrebbe sembrare che Emilio Battiato si inserisca nella massa di quelli che continuano imperterriti a ripetere "erano meglio i primi 100 Dylan Dog" in maniera spesso acritica, adducendo le motivazioni più disparate (fermo restando che molti di quegli albi, spesso scritti da Tiziano Sclavi, sono anche per noi dei capolavori, sui quali spesso ci siamo soffermati a lungo anche in termini di analisi del linguaggio fumettistico, vedi qui).
Implicitamente però, attraverso i suoi personaggi, Battiato si fa portavoce dell'idea di riconoscibilità dell'universo narrativo di una serie famosa: per i lettori di una serie tanto longeva, la ricerca di un contesto familiare può coincidere con il desiderio di ritrovare quel luogo romantico e unico dove hanno trascorso tante ore, deliziati da un intrattenimento che in qualche modo ricercano mese dopo mese in edicola.

Il sommo audace


N.B. L'autore dedica questa tavola a Flaminia e Marco.

Kriminal e Satanik: © degli aventi diritto.

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