NEGATIVA di Alessandro Baronciani
E l'esistenzialismo si tinge di sangue.
Dalle mie parti, di una persona non particolarmente coraggiosa, si dice che "ha paura della sua stessa ombra", considerando oltretutto l'ombra innocua e passiva.
Un'ombra è quel lato oscuro e silenzioso che ci trasciniamo dietro e che segue incondizionatamente ogni nostro movimento. Si adegua alle decisioni che prendiamo, ai gesti che facciamo, li asseconda e non resiste. Ed è lì. Sempre lì.
L'ombra è la testimonianza silente del nostro abisso senza eco, un promemoria, l'equo bilanciamento di ogni parte in luce. E tutti ne hanno una, anche i più illuminati... anzi, spesso proprio loro hanno le ombre più scure, profonde e lunghe. Di equilibri trascendentali tra luce e ombra ne è piena la filosofia di ogni cultura. È quanto di più naturale e intuitivo ci possa essere e, come la notte e il giorno, si dividono frammenti di esistenza. Ma cosa accade quando un'ombra prende il sopravvento?
Negativa, di Alessandro Baronciani, indaga nel profondo onirico e psichico di Stella (nome decisamente evocativo di luminosità e bellezza) e della sua ombra, del suo lato oscuro, il suo negativo appunto. Con influenze legate al concetto lynchiano del doppio, il viaggio tra le pagine grigie del volume è confuso e procede in bilico tra il sogno e la realtà, tra la vita reale e quella patinata, tra le luci dei flash e le ombre delle camere oscure, tra bene e male.
Scandito da parole che non escono da bocche ben precise, spesso prive dei classici baloon che ne indicano la provenienza, queste sembrano appartenere ad una voce narrante che si alterna ai personaggi plasmandone le gesta o seguendone i fili logici, sovrapponendosi ad essi, sostituendosi ad essi, come un'ombra che segue fedelmente una persona e ne disegna i contorni pieni senza renderla mai del tutto riconoscibile.
La scelta della cromia in toni di grigio evoca tumultuose battaglie tra le due parti in questione. Come il bene e il male, così il bianco e nero finiscono per mescolarsi, impastarsi, contaminarsi, vincendo ognuno una battaglia che dura lo spazio di una tavola, che finisce per essere di un grigio più chiaro o più scuro a seconda del vincitore del momento. Vincitore che, per l'occasione, è supportato solo della suggestione che il narratore decide di dare al racconto, rimpolpandone le fila.
Poche sfumature, molti contrasti, tagli netti e pennellate feroci raccontano una storia di tensione e violenza come mai l'autore ci aveva raccontato, tanto che spesso si stenta a riconoscerlo a livello narrativo, mentre visivamente imprime il suo marchio di fabbrica col suo tratto riconoscibilissimo anche nelle espressioni di paura e sgomento, finora quasi inedite anche quelle.
Baronciani si conferma narratore espressivo ed esistenziale che mescola frasi a spazi visivi che raccontano silenzi, per una narrazione dal ritmo cadenzato che tiene alta la tensione.
Come fosse una vecchia pellicola horror con i violini che stridono scandendo i colpi inferti o i giri di basso funky a musicare le sequenze di stretti dettagli consecutivi ingabbiati in vignette dai bordi inclinati, che spingono l'occhio di volta in volta sulla vignetta successiva.
In comune con la sua poetica resta senz'altro la ricerca introspettiva di se stessi e la convivenza con la malinconia della felicità apparente. Ritroviamo le riflessioni intime e le metafore visive (bellissima quella sulle fotografie in bianco e nero rappresentata in una sequenza che sembra rubata alla Valentina di Crepax) ma dimenticate gli amori travagliati di "Le ragazze nello studio di Munari" e "Come svanire completamente" o le calde giornate estive e i colori accesi de "La distanza".
Negativa si presenta come un esperimento riuscito: Baronciani racconta l'horror in modo nuovo, psicologico e sottile senza mai cadere nei banali chichés legati al genere, ma omaggiandoli con una sapiente regia. Le scene più "crude" del racconto sono narrate sapientemente con giochi di ombre (appunto) e inquadrature suggestive. E non dimentichiamo infine che la trovata del Magazine dedicato alla protagonista (distribuito gratuitamente in alcune librerie), con lo scopo di promuovere l'uscita del libro è stata una piccola perla.
Una nota "negativa":
Se ne Le ragazze nello studio di Munari gli interventi cartotecnici erano vari e mirati, studiati nei dettagli per servire il racconto, in Negativa si rivelano più semplici e spesso non del tutto funzionali alla narrazione, fatta eccezione per gli ultimi in ordine di lettura che fanno da regia ad una scena importantissima in maniera utile e intelligente.
NEGATIVA
Autore: Alessandro Baronciani
Data di pubblicazione: 22/11/2018
Formato e rilegatura: Brossurato 15 x 21
Pagine: 160 Bianco e nero
Dalle mie parti, di una persona non particolarmente coraggiosa, si dice che "ha paura della sua stessa ombra", considerando oltretutto l'ombra innocua e passiva.
Un'ombra è quel lato oscuro e silenzioso che ci trasciniamo dietro e che segue incondizionatamente ogni nostro movimento. Si adegua alle decisioni che prendiamo, ai gesti che facciamo, li asseconda e non resiste. Ed è lì. Sempre lì.
L'ombra è la testimonianza silente del nostro abisso senza eco, un promemoria, l'equo bilanciamento di ogni parte in luce. E tutti ne hanno una, anche i più illuminati... anzi, spesso proprio loro hanno le ombre più scure, profonde e lunghe. Di equilibri trascendentali tra luce e ombra ne è piena la filosofia di ogni cultura. È quanto di più naturale e intuitivo ci possa essere e, come la notte e il giorno, si dividono frammenti di esistenza. Ma cosa accade quando un'ombra prende il sopravvento?
Negativa, di Alessandro Baronciani, indaga nel profondo onirico e psichico di Stella (nome decisamente evocativo di luminosità e bellezza) e della sua ombra, del suo lato oscuro, il suo negativo appunto. Con influenze legate al concetto lynchiano del doppio, il viaggio tra le pagine grigie del volume è confuso e procede in bilico tra il sogno e la realtà, tra la vita reale e quella patinata, tra le luci dei flash e le ombre delle camere oscure, tra bene e male.
Scandito da parole che non escono da bocche ben precise, spesso prive dei classici baloon che ne indicano la provenienza, queste sembrano appartenere ad una voce narrante che si alterna ai personaggi plasmandone le gesta o seguendone i fili logici, sovrapponendosi ad essi, sostituendosi ad essi, come un'ombra che segue fedelmente una persona e ne disegna i contorni pieni senza renderla mai del tutto riconoscibile.
La copertina dell'edizione variant |
La scelta della cromia in toni di grigio evoca tumultuose battaglie tra le due parti in questione. Come il bene e il male, così il bianco e nero finiscono per mescolarsi, impastarsi, contaminarsi, vincendo ognuno una battaglia che dura lo spazio di una tavola, che finisce per essere di un grigio più chiaro o più scuro a seconda del vincitore del momento. Vincitore che, per l'occasione, è supportato solo della suggestione che il narratore decide di dare al racconto, rimpolpandone le fila.
Poche sfumature, molti contrasti, tagli netti e pennellate feroci raccontano una storia di tensione e violenza come mai l'autore ci aveva raccontato, tanto che spesso si stenta a riconoscerlo a livello narrativo, mentre visivamente imprime il suo marchio di fabbrica col suo tratto riconoscibilissimo anche nelle espressioni di paura e sgomento, finora quasi inedite anche quelle.
Baronciani si conferma narratore espressivo ed esistenziale che mescola frasi a spazi visivi che raccontano silenzi, per una narrazione dal ritmo cadenzato che tiene alta la tensione.
Come fosse una vecchia pellicola horror con i violini che stridono scandendo i colpi inferti o i giri di basso funky a musicare le sequenze di stretti dettagli consecutivi ingabbiati in vignette dai bordi inclinati, che spingono l'occhio di volta in volta sulla vignetta successiva.
In comune con la sua poetica resta senz'altro la ricerca introspettiva di se stessi e la convivenza con la malinconia della felicità apparente. Ritroviamo le riflessioni intime e le metafore visive (bellissima quella sulle fotografie in bianco e nero rappresentata in una sequenza che sembra rubata alla Valentina di Crepax) ma dimenticate gli amori travagliati di "Le ragazze nello studio di Munari" e "Come svanire completamente" o le calde giornate estive e i colori accesi de "La distanza".
locandina promozionale del libro |
Negativa si presenta come un esperimento riuscito: Baronciani racconta l'horror in modo nuovo, psicologico e sottile senza mai cadere nei banali chichés legati al genere, ma omaggiandoli con una sapiente regia. Le scene più "crude" del racconto sono narrate sapientemente con giochi di ombre (appunto) e inquadrature suggestive. E non dimentichiamo infine che la trovata del Magazine dedicato alla protagonista (distribuito gratuitamente in alcune librerie), con lo scopo di promuovere l'uscita del libro è stata una piccola perla.
Custodia VHS. Una variant bocciata? Di sicuro l'avremmo amata. |
Una nota "negativa":
Se ne Le ragazze nello studio di Munari gli interventi cartotecnici erano vari e mirati, studiati nei dettagli per servire il racconto, in Negativa si rivelano più semplici e spesso non del tutto funzionali alla narrazione, fatta eccezione per gli ultimi in ordine di lettura che fanno da regia ad una scena importantissima in maniera utile e intelligente.
Insomma, un volume consigliato a chi conosce l'autore e desidera vederlo alla prova su terreni diversi dalle storie esistenziali-adolescenziali e prettamente sentimentali. In un'intervista Baronciani non ha nascosto il desiderio di lavorare a una storia di Dylan Dog... Che questo sia un banco di prova per prendere confidenza col genere?
Il Fosco
NEGATIVA
Autore: Alessandro Baronciani
Data di pubblicazione: 22/11/2018
Formato e rilegatura: Brossurato 15 x 21
Pagine: 160 Bianco e nero