Bonelli: viaggio nella casa dei sogni

Un audace in visita alla sede della casa editrice a Milano, via Buonarroti 38



Premessa: confesso di essere cresciuto leggendo fumetti (anzi, soprattutto nei primi anni, quasi esclusivamente fumetti Bonelli). Con il passare del tempo, piuttosto che smettere (come tentano di fare i tabagisti), ho continuato a immergermi tra le nuvole parlanti, considerando la Nona arte un linguaggio potente e magnifico. Ammetto inoltre di essere pervaso da una tendenza onnivora e dalla curiosità intrinseca di chi cerca di approfondire i fenomeni artistici, mediatici e culturali provando a comprendere la loro evoluzione nel corso del tempo.
Partendo da questi presupposti è persino naturale il desiderio inconscio di scoprire, un giorno, dove nascono i sogni.
E quando l'occasione, per fortuna o per destino, si presenta concretamente, tramite l'invito di un redattore amichevole e particolarmente gentile, è pressoché impossibile non pensare a un'offerta che "non si può rifiutare".
Mi sono trovato così a varcare la porta della casa dei sogni: una visita audace a via Buonarroti 38.


Anche chi non è particolarmente avvezzo al mondo del fumetto italiano non faticherà a riconoscere quanto la Sergio Bonelli Editore rappresenti una realtà imprescindibile, uno straordinario patrimonio che continua ad avere pochi eguali nell'immaginario fumettistico contemporaneo. La storia della casa editrice è stata raccontata di recente nel prezioso volume I Bonelli. Una famiglia, mille avventure, ricco di documenti, curiosità, aneddoti e illustrazioni, a cura di Gianni Bono, storico del fumetto e grande conoscitore della SBE. Nata all'inizio degli anni Quaranta come Redazione Audace (e se questo nome non vi ricorda qualcosa, certamente avete sbagliato blog!) per mano di Gianluigi Bonelli, la casa editrice è riuscita ad attraversare i decenni, cambiando nome diverse volte ma mantenendo intatta la propria attitudine di fondo, riuscendo ad appassionare centinaia di migliaia di lettori.
Comprenderete facilmente che per un blogger fumettofilo aggirarsi per i corridoi dove sono nati personaggi come TexZagor e Dylan Dog (e mille altri) rappresenta un'occasione irripetibile.


La targa situata sul piano principale della Sergio Bonelli Editore S.p.A., cuore dell'attività della casa editrice.
Attenzione però: la vera entrata è dalla porta di fronte, ma la targa è rimasta a memoria "dell'ingresso che fu", dato che, nel corso degli anni, la SBE si è espansa fino a occupare buona parte di quel piano (e non solo)
di via Buonarroti 38.

Proverò a riassumere in breve quello che può capitare passeggiando tra le stanze della casa editrice meneghina: essere accolti da uno sceneggiatore e redattore di una gentilezza incredibile, come Giorgio Giusfredi, mentre sta discutendo al telefono con alcuni disegnatori di ZagorDampyr riguardo le modifiche da apportare ad alcune tavole di storie attualmente in lavorazione; scoprire che nel prossimo Dylan Dog Magazine sarà ospitato un episodio di Susy & Merz con un autore guest star d'eccezione e una tematica decisamente peculiare per il fumetto Bonelli; incontrare Antonio Serra, uno dei tre creatori di Nathan Never (tra le altre cose), al lavoro sulla supervisione delle copertine (stupende, vedrete!) di Nathan Never: Generazioni, la nuova miniserie in 6 numeri in uscita a maggio; chiacchierare con Patrizia Mandanici, disegnatrice di Legs e Nathan Never, la quale rivela di essere al lavoro su una storia breve di Tex su testi di Serra (entrambi al loro esordio sul personaggio) e ne mostra una tavola in anteprima (vedi foto); farsi fare da guida da Moreno Burattini, curatore di Zagor ed estremo conoscitore della storia Bonelli, lasciarsi condurre da lui nei meandri segreti della redazione, a osservare faldoni interi contenenti tavole originali, riproduzioni, archivi elettronici e mille chicche che fanno la gioia di ogni appassionato; rimanere a bocca aperta davanti ai tanti oggetti collezionati da Sergio Bonelli, l'editore (e sceneggiatore, con il nome di Guido Nolitta) scomparso il 26 settembre 2011, ma il cui spirito aleggia ancora tra le stanze e nei corridoi: tavole originali, juke box, statuine e centinaia di oggetti (che solo provando a descriverli gli si fa un torto: ne vedete alcuni nelle foto a seguire); incrociare il mitico Maurizio Colombo, co-ideatore di Dampyr, redattore SBE e super esperto di cinema; dare uno sguardo al lavoro del comparto grafico, mentre opera dei micro aggiustamenti sulle tavole (in gran parte invisibili all'utente finale), riadattandole in base alle modifiche richieste da sceneggiatori, disegnatori o curatori; salutare una letterista mentre ripone le parole nei balloon; chiacchierare di progetti, retroscena, anteprime, disguidi, problemi, sogni, rapporto con i lettori, vita di redazione, produttività, vendite, valore artistico, realizzazione di sogni.

Va bene, basta così. Ci sarebbero mille altre cose da raccontare, ma mi piace l'idea di evitare ulteriori lungaggini e mostrarvi opportune e immancabili documentazioni fotografiche, con alcune chicche suggestive.

Il redattore Giorgio Giusfredi al telefono
con uno dei disegnatori al lavoro su una storia sceneggiata da lui.

La scrivania di Mauro "The Boss" Boselli, curatore di Tex e ideatore di Dampyr.

Antonio Serra ci fa intravedere alcune illustrazioni stupende di Nathan Never,
che non possiamo purtroppo mostrarvi (ma fidatevi!).

Patrizia Mandanici e Antonio Serra mostrano una tavola in anteprima della loro storia breve di Tex in lavorazione.

Un orologio lievemente nerd.

Moreno Burattini, curatore di Zagor e, a tempo perso, guida accreditata nei tour organizzati della redazione SBE.

Una delle prime cose che ci mostra Burattini: dei faldoni contenenti le tavole originali da restituire ai disegnatori.

Una delle mille perle della redazione SBE: gli originali delle copertine di Cico di Gallieno Ferri.

Segni di pennarello rosso: i redattori Bonelli correggono le tavole (in rosso vengono indicate le correzioni sia per i disegni che per il lettering).

Tre misteriose illustrazioni in anteprima, realizzate da Claudio Villa e Luca Rossi.

Una tavola originale di Giorgio Gualandris tratta dall'ultimo numero di Dampyr attualmente in edicola
(La donna dalla bocca squarciata, realizzato su testi di Stefano Piani).

Una stanza d'archivio redazionale,
con un'inquietante (ma in fondo simpatica) stampa del volto di Alfredo Castelli a osservarci.

Una delle stanze più importanti del palazzo, ovvero quella dove avvengono le riunioni redazionali
e si decidono le sorti delle testate e le strategie editoriali.
Notare il juke box, come noto, grande passione del compianto Sergio Bonelli.

Dall'altro lato della stanza un altro cimelio di valore inestimabile: una macchina da scrivere
appartenente a Gianluigi Bonelli.

Le pareti dei corridoi sono cosparse di tavole originali, collezionate (o ricevute in regalo) in gran parte dal compianto Sergio Bonelli. Qui due illustrazioni che hanno fatto la storia del fumetto italiano, entrambe realizzate da Gallieno Ferri: le copertine dei primi numeri di Mister No e Zagor.

L'illustrazione di Alessandro Piccinelli per la sua prima cover zagoriana, con dedica a Davide Bonelli.

Il mitico insegnamento di Sergio Bonelli, scritto di suo pugno e lasciato sulla porta della sua stanza.
Alcuni degli originali di immenso valore, da Hugo Pratt a Sergio Toppi.



Una stupenda illustrazione di Ferdinando Tacconi ritrae la redazione Bonelli di qualche decennio fa.

Una stanza super segreta con gli originali delle storie ancora da pubblicare.

La sezione grafica della redazione: Tino Adamo al lavoro sull'impaginazione di una tavola di Julia.

Una tavola di Mauro Laurenti da un episodio di Zagor sceneggiato da Giorgio Giusfredi,
di prossima pubblicazione, che racconterà le gesta di Zagor da giovane e di Wandering Fitzy.

Un'altra tavola in anteprima, tratta ancora dalla storia di Zagor di Giusfredi/Laurenti.

Terza e ultima tavola in anteprima dall'episodio di Zagor realizzato da Giusfredi/Laurenti.

Memento (nel bagno).

Un viaggio indimenticabile, tra passato e presente, a soddisfare il desiderio di ripercorrere sentieri artistici ed editoriali davvero fuori dal comune.


Giuseppe Lamola


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