Orfani: Sam #7
Oltre il giro di boa
Venendo ai disegni, è indubbio che le scene più suggestive siano quelle realizzate da Fabrizio Des Dorides nella seconda metà dell'albo. Le sue chine sporche sono perfette per ritrarre le scene più cupe e rendono benissimo l'atmosfera.
Orfani Sam: La mossa della Torre
NUMERO: 7
DATA: gennaio 2018
SERGIO BONELLI EDITORE
COPERTINA: Carmine Di Giandomenico (colori di Giovanna Niro)
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Michele Monteleone e Roberto Recchioni
DISEGNI E CHINE: Fabrizio Des Dorides, Federico Vicentini, Luca Maresca
COLORI: Giovanna Niro
Tutte le immagini: © 2018 Sergio Bonelli Editore.
Dopo tre mesi di pausa torna Orfani: Sam, sesta e ultima stagione della serie ideata da Roberto Recchioni ed Emiliano Mammucari, con l'albo intitolato La mossa della Torre che assolve il compito di riprendere le trame e fornire risposte a diversi quesiti rimasti in sospeso.
Un riassunto breve di dove eravamo rimasti?
Alla fine del sesto episodio, Sam era scomparsa insieme ai bambini e sia il "nuovo" Ringo che la rediviva Juric erano intenzionati a mettersi sulle loro tracce.
Rimaneva dunque il dubbio su dove si sarebbero nascosti Sam e i piccoli eredi, nonché la curiosità su chi li avrebbe stanati e su come i vari esponenti politici e militari di Itaca (il governatore Garland e il generale Petrov) e della Luna (Cesar e i suoi uomini) si sarebbero mossi nello scenario successivo al ritorno della ex Presidentessa Juric, la "Madre Severa".
L’avventura di questo mese sembra, ancor più che in altre occasioni, un quadro di un videogame. La storia fornisce una risposta interessante a molti di questi spunti, portando avanti la trama e mantenendo vivo l'interesse del lettore. In alcuni punti, come suggerisce ironicamente il clone Ringo (sempre più il Deadpool della serie), le svolte avvicinano la narrazione al genere fantasy, ancor più rispetto ad altre occasioni (si veda il finale).
Avendo appena superato il giro di boa di metà stagione, questa storia andava incontro sulla carta a rischi in parte ovvi. La parte centrale di saghe come questa può soffrire infatti di momenti di stanca, in cui si va avanti quasi per inerzia e per far progredire la trama verso porzioni di storia maggiormente intriganti. Invece, vuoi per l'ambientazione anomala (il Gateway, il mondo virtuale creato dalle menti interconnesse di tutti gli Orfani, concetto affascinante introdotto di recente nella serie), vuoi per la freschezza della narrazione, almeno per il momento questo pantano è stato evitato.
Immancabili i momenti da "tuffo al cuore". Sin dalla copertina è rintracciabile l'aspetto nostalgico verso il vero Ringo, il protagonista della seconda stagione che è rimasto nel cuore di tanti lettori e che periodicamente torna a far capolino (e che ha dato il nome al suo "erede", tra i protagonisti di questa sesta stagione).
Non si può fare a meno anche della solita ampia dose di citazioni sparse qua e là, che condisce l'episodio con richiami più o meno noti, come quello visivo al Wolverine Arma X di Barry Windsor-Smith (nella scena in cui Ringo viene immerso nel gateaway, pp. 15) o quello testuale di "Apri gli occhi, Ringo" nella tavola successiva (che sembra richiamare la primissima tavola di John Doe) o ancora alla Torre Nera di Stephen King nelle pagine ancora a seguire, senza tralasciare i vari Tex e Torquemada.
Venendo ai disegni, è indubbio che le scene più suggestive siano quelle realizzate da Fabrizio Des Dorides nella seconda metà dell'albo. Le sue chine sporche sono perfette per ritrarre le scene più cupe e rendono benissimo l'atmosfera.
Sembra fortunatamente attenuarsi poi quella che è stata una delle pecche principali dei numeri precedenti, ovvero il repentino (e a tratti eccessivo) avvicendarsi dei vari disegnatori, fino a sei artisti nello stesso albo. L'augurio è che il tempo intercorso nella pausa della midseason sia servito a confezionare il prodotto migliore possibile ed evitare eccessivi avvicendamenti.
La mossa della torre è dunque un ritorno d'impatto, che apre a una cavalcata finale che si preannuncia molto più che promettente (vedi le metamorfosi demoniache di Sam e della Juric, mostri dentro da sempre e, adesso, anche fuori). La forte svolta epic fantasy - più volte rimarcata dallo stesso clone di Ringo - a noi Audaci non dispiace affatto e può rappresentare l'elemento di novità in una serie arrivata - tra una stagione e l'altra - al quarantanovesimo episodio.
La mossa della torre è dunque un ritorno d'impatto, che apre a una cavalcata finale che si preannuncia molto più che promettente (vedi le metamorfosi demoniache di Sam e della Juric, mostri dentro da sempre e, adesso, anche fuori). La forte svolta epic fantasy - più volte rimarcata dallo stesso clone di Ringo - a noi Audaci non dispiace affatto e può rappresentare l'elemento di novità in una serie arrivata - tra una stagione e l'altra - al quarantanovesimo episodio.
Il sommo audace
(con epiche aggiunte da parte di Rolando Veloci)
(con epiche aggiunte da parte di Rolando Veloci)
Orfani Sam: La mossa della Torre
NUMERO: 7
DATA: gennaio 2018
SERGIO BONELLI EDITORE
COPERTINA: Carmine Di Giandomenico (colori di Giovanna Niro)
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Michele Monteleone e Roberto Recchioni
DISEGNI E CHINE: Fabrizio Des Dorides, Federico Vicentini, Luca Maresca
COLORI: Giovanna Niro
Tutte le immagini: © 2018 Sergio Bonelli Editore.