Noise Press: intervista a Luca Frigerio

Quattro chiacchiere sul percorso editoriale della giovane ma agguerrita casa editrice


Eccoci a un nuovo appuntamento del nostro viaggio tra le realtà indie del fumetto italiano. La Noise Press, casa editrice fondata da Luca Frigerio, negli ultimi anni si è dimostrata particolarmente attiva, producendo fumetti che spaziano tra l'action, l'horror e lo steampunk (ma non solo). Abbiamo parlato recentemente di The Steams e della neonata The Steams Chronicles, entrambe serie caratterizzate da un'ambientazione molto ben delineata, protagonisti azzeccati e una cura editoriale certosina.
Di questo e di tanto altro parliamo con lo stesso Frigerio, editore, sceneggiatore e talent scout.


Bentrovato, Luca. Partiamo dal principio: come è nata la Noise Press?
La Noise è nata in maniera molto naturale. Anni fa lavoravo in una società di produzione cinematografica e televisiva: il lavoro mi piaceva ma nel tempo è cresciuta la voglia di tornare a scrivere e fare fumetti. L'incontro con Alessandra Delfino, una grafica dal grande talento (tutti i loghi degli albi Noise Press sono sue creazioni) ha fatto scattare la molla e ci siamo detti che piuttosto che lamentarsi, come facevano e fanno in molti, dei fumetti che escono sarebbe stato molto più interessante e divertente produrre noi stessi i fumetti che volevamo leggere. Passammo il 2015 a preparare i nostri primi fumetti e alla fine di quell'anno uscirono i nostri primi tre albi: The Steams 01, Dead Blood 01 e The Quest 01. Alla nostra prima Lucca Comics eravamo, artisti compresi, una decina. A quella del 2017 eravamo più di sessanta!

Quali sono i concetti attorno ai quali avete sviluppato la casa editrice e come scegliete i progetti da portare avanti?
Siamo una casa editrice di stampo action, sicuramente abbiamo una visione più affine a quella americana (e a quella inglese che personalmente adoro). La parola “action” è il nostro personale piede di porco per far saltare gli schemi, senza doverci preoccupare di dogmi fumettistici sia che siano di genere che di formato.
So di sembrare retorico quando dico che scegliamo solo progetti belli ma è la verità, quantomeno la nostra verità: sono i fumetti che vorremmo da semplici lettori. In un’altra intervista ci paragonavano, con tutte le differenze del caso, all’Image. Ecco per me questo è il complimento più grande che ci possano fare.

Luca Panciroli, Alessio Landi, Pamela Poggiali, Luca Frigerio e Alessandra Delfino.



Una delle serie di punta è senza dubbio The Steams (al punto che alcuni sono arrivati a definirvi come "la casa editrice dello steampunk in Italia"). Dove nasce l'idea di una collana dedicata allo steampunk a fumetti?
Ci fa piacere essere definiti così… non ne eravamo al corrente! Diciamo che il nostro intento è dar vita a progetti autentici, che si discostano dal solito perché ci piace distinguerci e fare un qualcosa di nostro, di ancora non visto (in Italia, si intende). La tua domanda casca a pennello perché il genere steampunk nel nostro Paese non è ancora molto conosciuto e appartiene principalmente ad una nicchia di appassionati; il nostro intento era proprio quello di divulgare questo genere (che, ovviamente, amiamo moltissimo) perché uscisse dal suo piccolo circolo. A quanto pare abbiamo fatto di più: abbiamo creato una sorta di marchio di fabbrica. XD

Come sono stati scelti gli autori che hanno contribuito alla serie?
In maniera molto semplice e spontanea: all'inizio spargemmo la voce tra gli artisti (e gli artisti stessi sparsero la voce) che conoscevamo oppure contattavamo direttamente coloro che ci sembravano più adatti. Molti erano al loro primo lavoro per una casa editrice e, lo dico senza nessuna arroganza, abbiamo fatto un ottimo lavoro di ricerca: sono fiero che alcuni di loro ora lavorino per realtà come Sergio Bonelli Editore, Cosmo Editoriale o per case editrici americane. Per noi è veramente importante lo scouting alle manifestazioni del settore o tramite invio del proprio portfolio: in Italia sono presenti molti bravi autori, siano sceneggiatori, disegnatori e coloristi.

A Lucca avete presentato anche una collana collaterale, The Steams Chronicles, realizzata principalmente da autori esterni alla casa editrice che hanno interpretato a modo loro l’universo narrativo di The Steams. Come è stata accolta questa nuova iniziativa? Prevedete di pubblicare altri numeri?
È stata accolta veramente bene: l’albo è stato stravenduto e questo ci ha fatto molto piacere perché l’idea di base (approcciare autori e stili diversi al mondo di The Steams) è stata capita e apprezzata anche se rappresentava un bel rischio. Permettimi di ringraziare tre persone che hanno gestito la lavorazione: Alessandra Delfino, Antonio Sepe e Marcello Iozzoli. A Lucca 2018 uscirà il secondo numero di The Steams Chronicles: so che un anno tra un numero e il successivo può apparire eccessivo, ma preferiamo che rimanga un appuntamento speciale.

Altra serie, giunta di recente alla sua conclusione, è A Sort of Fairytale. Cosa ha rappresentato per voi questa trilogia urban fantasy?
A Sort of Fairytale nasce circa un anno dopo il nostro esordio, dopo le prime tre pubblicazioni (Dead Blood e The Steams di nostra completa creazione e The Quest, primo volume della collana Voice che accoglie i progetti esterni). Siamo particolarmente legati a questa “specie di favola” perché è arrivata in un momento in cui, dopo l’entusiasmo iniziale, è seguito il momento in cui razionalizzi e realizzi ciò a cui hai dato vita. Paolo Maini e Ludovica Ceregatti ci hanno presentato questo progetto che ci ha subito colpiti per la sua fortissima componente emotiva che fa riflettere ma commuovere allo stesso tempo. Noi abbiamo deciso di scommettere su di loro.

Tra le vostre produzioni recenti c’è anche Ophidian, un horror mistico in due volumi scritto da Lucio Perrimezzi e disegnato da Francesca Follini. Nelle presentazioni l’avete definita come “una storia dal forte impatto visivo che non sfigurerebbe nel catalogo della Vertigo”: ti andrebbe di approfondire con noi il significato di questo accostamento?
Partiamo dal presupposto che io adoro la prima Vertigo: quelle creata e costruita da Karen Berger. L'etichetta negli anni ha lanciato gente del calibro di Neil Gaiman, Grant Morrison, Pete Milligan (per parlare solo degli sceneggiatori) e testate come Sandman, Preacher. Ultimamente l'etichetta "adulta" della dc ha mostrato un po' la corda ma produce ancora fumetti interessanti. Io lessi Enigma, capolavoro di Milligan e Duncan Fegredo nella prima metà degli anni novanta (se non l'avete mai letto fatevi un favore e rimediate) e rimasi fulminato da quello che un fumetto potesse raccontare e come raccontarlo. Ecco, quando Lucio Perrimezzi mi presentò il progetto mi piacque fin da subito perché aveva deciso di osare mostrandoci il rapporto che abbiamo con noi stessi, con quello in cui crediamo fino ad affrontare il concetto di divinità. Unite tutto questo a i disegni di Francesca - un'autrice con un tratto con contaminazioni da Steve Dillon ai manga ma che rimane sempre molto personale - e potrete capire perché siamo stati felici di pubblicarlo; a questo proposito il secondo volume è già in lavorazione!

Oltre che editore e talent scout, sei anche sceneggiatore. Come ti dividi tra queste attività e quale di questi ruoli ti appartiene di più?
Io amo scrivere e per fortuna sono anni che lo faccio per lavoro (pubblicità, cinema e fumetti): non penso che potrei farne a meno. Chiaramente l’apertura della casa editrice ha, drasticamente, diminuito il tempo a disposizione; questo perché subentrano mille altri fattori che richiedono la mia attenzione. Fin dall’inizio ho voluto che la Noise Press non diventasse il mio “giardino privato” ovvero non volevo che qualunque idea avessi in testa dovesse essere pubblicata, non è giusto e non sarebbe stata un’idea saggia. Mi piace anche dedicarmi allo scouting, anche se sono sempre in perenne ritardo con le risposte ai vari artisti. Credo che siano due lavori che mi hanno fatto crescere anche come sceneggiatore perché hanno ampliato la mia capacità di capire il settore. O almeno questo lo spero.

Prima di congedarci, una domanda di rito: quali progetti avete in cantiere e cosa avete in programma per il 2018?
Siamo già in pieno fervore per le pubblicazioni 2018; ovviamente non potranno mancare i prossimi e attesissimi numeri di The Steams e, come abbiamo annunciato da poco, a Milano Cartoomics uscirà il nuovo volume sci-fi WinterDeth 01 - fumetto in due volumi scritto da Alessio Landi, disegnato da Luca Panciroli e colorato da Pamela Poggiali.
Tuttavia le novità non sono finite: in primavera vedrà la luce anche il primo numero di Aeterna, anch’esso in due volumi che vedranno alla sceneggiatura Alessandro Di Virgilio, ai disegni Luca Cicognola e ai colori Viviana Di Chiara. Ovviamente in cantiere ci sono altri progetti che pian piano stanno prendendo forma e presto ne sentirete parlare.
Piccolo rumor: stiamo lavorando a un progetto segreto che vedrà la luce prima dell’estate… ma questo è ancora top-secret!

La cover di WinterDeth, ad opera di Luca Panciroli e Pamela Poggiali.
Una tavola di WinterDeth in anteprima.

Ringraziamo Luca Frigerio per la disponibilità e salutiamo audacemente.

Giuseppe Lamola & Gli audaci

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